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I diritti umani e l'ambiente

La salvezza del mondo risiede nel cuore dell’uomo, nel suo potere di riflettere, nella sua mitezza e nel suo senso di responsabilità. Siamo ancora sotto l’influenza della convinzione distruttiva e vana che l’uomo sia al vertice della creazione e non una semplice parte di essa… Non sappiamo ancora in che modo porre l’etica davanti a politica, scienza e economia. Siamo ancora incapaci di comprendere che la sola e unica colonna portante delle nostre azioni – se si tratta di azioni etiche – è il senso di responsabilità, che è qualcosa di più importante della mia famiglia, del mio paese, della mia azienda, del mio successo.
Vaclav Havel

Qual è la prima cosa a cui pensi quando ti viene chiesto di parlare di “ambiente”? L’Eurobarometro ha raccolto risposte che includevano il cambiamento climatico, l’inquinamento in paesi e città, la protezione della natura, i disastri causati dall’uomo come sversamenti di petrolio, incidenti industriali, terremoti, alluvioni e altre calamità naturali, e l’esaurimento delle risorse naturali. Non sorprende che la problematica di maggiore preoccupazione vari a seconda del paese, come nel caso dell’inquinamento idrico nel Mar Baltico per i cittadini degli stati baltici, mentre a Malta e in Bulgaria l’attenzione si concentra sull’inquinamento atmosferico.

La diossina, una sostanza chimica dalle proprietà persistenti, bioaccumulabili e tossiche (PBT) creata nella produzione di PVC e vinile, non si scompone velocemente e si muove per il globo, si accumula nei tessuti adiposi e si concentra sempre di più via via che risale la catena alimentare. Le diossine sono anche state ritrovate in quantità pericolose nei tessuti degli orsi polari e nel latte materno delle donne Inuit.1

Questa diffusa preoccupazione per la condizione dell’ambiente è piuttosto recente. In altre culture e nel corso della storia ci sono state numerose dottrine religiose e filosofiche riguardanti il rapporto tra l’essere umano e il resto della natura. Nel cosiddetto mondo “sviluppato” l’atteggiamento generale è stato, fino a poco tempo fa, quello tendente alla sua dominazione e al suo sfruttamento. Il grande pubblico ha cominciato a prestare particolare attenzione all’entità del danno causato all’ambiente solo all’inizio degli anni ’60.

Le persone si sono rese conto che non possono più gettare i propri rifiuti e aspettarsi che scompaiano. È ovvio che quel che accade in un luogo ha delle conseguenze su un altro e che qualunque cosa noi facciamo – che sia estrarre, disboscare, costruire o coltivare - le nostre azioni hanno delle conseguenze sia a livello locale che globale, nel presente e nel futuro. Perciò le nostre preoccupazioni circa l’ambiente non possono essere separate da quelle riguardanti l’umanità e devono basarsi su dei solidi principi di equità, diritto e responsabilità. Ecco alcuni esempi di come gli effetti sull’ambiente sono collegati ai diritti umani:

Aria

L’aria che respiriamo può essere contaminata, per esempio, da particelle emesse dal motore dei veicoli o dalle industrie, come anche dai combustibili per uso domestico e dal fumo di tabacco. Altri agenti inquinanti sono l’ozono nello strato più basso dell’atmosfera e i microrganismi che si formano in presenza di umidità. Secondo l’Ufficio regionale europeo dell’OMS2 , l’esposizione a materiale particolato diminuisce l’aspettativa media di vita di quasi un anno. Una diminuzione della qualità dell’aria viola il diritto alla vita e il diritto di ogni individuo a godere delle migliori condizioni di salute fisica e mentale che sia in grado di conseguire.

Acqua

Le risorse mondiali di acqua dolce si stanno esaurendo per rispondere alla domanda della popolazione crescente non solo per bere e per i servizi igienico-sanitari, ma anche per un incremento della produzione di cibo, dei processi industriali e delle attività ricreative.3
Nel 2011, 1,1 miliardi di persone – vale a dire una persona su sette – non avevano accesso a una fornitura di acqua sicura e adeguata, una chiara violazione del diritto dell’uomo alla vita e alla salute. Secondo l’OMS, 1,8 milioni di persone – soprattutto bambini con meno di 5 anni che vivono nei paesi in via di sviluppo – muoiono ogni anno per malattie diarroiche causate da acqua non sicura.
Con la crescente scarsità di acqua emergono problematiche relative alla sicurezza dell’uomo. Le controversie possono essere interne a un paese, come è successo nel 2010 a Nuova Delhi, India, dove la fornitura irregolare di acqua, trasformatasi poi in una vera e propria interruzione della fornitura, portò a violente proteste e diversi feriti; oppure le dispute possono anche essere tra paesi, che lasciano fluire o trattengono l’acqua dallo scorrere verso un paese vicino come strumento politico, atti di aggressione o terrorismo.4

Terreni

Quasi un terzo della superficie terrestre viene utilizzato per l’agricoltura e milioni di acri di ecosistemi naturali sono convertiti ogni anno6

Nella Valutazione delle risorse forestali mondiali 2010 la FAO ha stimato che la perdita netta di foreste mondiali è di 7,3 milioni di ettari all’anno (18 milioni di acri). Molte pratiche agricole sono altamente inquinanti e non sostenibili. I moderni metodi di coltivazione richiedono meno manodopera e le persone sono costrette a migrare nelle città per cercare lavoro. Nel 2007, per la prima volta nella storia, più della metà della popolazione mondiale viveva in aree urbane7. I terreni sono anche utilizzati per attività estrattive e per altri tipi di industrie, mentre i sistemi di trasporto frammentano il paesaggio con conseguenze sugli spostamenti della fauna selvatica. In merito ai diritti umani, tutti questi cambiamenti potrebbero portare alla violazione del diritto alla proprietà privata, a un lavoro dignitoso, al cibo e di partecipare alla vita culturale, solo per citarne alcuni.

Domanda: In che modo l'acqua, l'aria e il terreno sono inquinati nell'ambiente in cui vivete?

Il mondo non è nostro, la terra non è nostra. È un tesoro che noi prendiamo in prestito dalle generazioni future.
Proverbio africano

Viviamo su un pianeta limitato dove tutto è interconnesso, come per esempio nella catena alimentare o nel ciclo dell’acqua o delle rocce. C’è una certa resilienza naturale, ma una grave interruzione di questi cicli, a causa, per esempio, dell’inquinamento, di pratiche agricole non sostenibili, di progetti di irrigazione o per lo sfruttamento eccessivo della pesca, destabilizzano l’equilibrio naturale. I disastri nucleari di Chernobyl e Fukushima, la morte degli alberi nella Foresta Nera in Germania a causa della pioggia acida, la desertificazione nel sud della Spagna, il prosciugarsi del Lago d’Aral in Uzbekistan e il progetto della diga di Ilisu in Turchia sono tutti esempi di come gli uomini nei loro processi di sviluppo stiano danneggiando la base ambientale per tutti i tipi di attività economiche e la vita stessa.

Il cambiamento climatico

Per esempi di violazioni dei diritti umani collegate all’ambiente visita:
www.righttoenvironment.org

" Il declino della qualità dell’ambiente del pianeta Terra e l’evidente aumento in potenza e frequenza di pericoli naturali come cicloni, alluvioni e siccità stanno accentuando la vulnerabilità delle persone all’insicurezza alimentare, cattiva salute e mezzi di sostentamento non sostenibili"
Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (UNEP).

Secondo il Quarto Rapporto 8del Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), “negli ultimi anni, la ricerca e la conoscenza scientifica del cambiamento climatico hanno fatto dei notevoli passi avanti, confermando che l’attuale riscaldamento del clima terrestre è molto probabilmente dovuto ad attività umane come il consumo di combustibili fossili. Il riscaldamento della Terra sta già avendo conseguenze valutabili e gli impatti futuri sono da considerare come ad ampio raggio e dannosi.” Il rapporto definisce il livello di attendibilità pari al 90%.

Nel Distretto del Bacino del Danubio tutti i paesi sono alle prese con piani di gestione nazionali e cooperano a livello internazionale attraverso la Commissione internazionale per la protezione del fiume Danubio con lo scopo di raggiungere gli obiettivi ambientali della Direttiva quadro dell’acqua dell’UE entro il 2015.5

Il consumo di combustibili fossili rappresenta l’attività umana che maggiormente contribuisce al cambiamento climatico. Durante la combustione vengono rilasciati nell’atmosfera terrestre diossido di carbonio, vapore acqueo, metano e ossido di diazoto, lì questi gas intrappolano l’energia dal sole e causano il riscaldamento globale. Questo processo viene chiamato anche “effetto serra”. Il diossido di carbonio è il più importante dei gas serra perché rimane nell’atmosfera molto a lungo. Gli attuali livelli atmosferici superano di tanto il valore medio di diossido di carbonio degli ultimi 650000 anni. Le conseguenze sono gravi: dal 1995 al 2006, 11 anni su 12 sono stati tra i 12 anni con il record di temperature della superficie terrestre più calde dal 1850 (l’inizio dell’industrializzazione).9 Alcune delle conseguenze attuali e previste del riscaldamento globale includono:

Innalzamento dei livelli del mare. L’innalzamento del livello del mare sommergerà alcuni stati isola piccoli e a bassa quota ed esporrà milioni di persone residenti al pericolo di inondazioni. L’intrusione di acqua salata comprometterà così i terreni coltivabili presenti. L’impatto si sta già facendo sentire in diverse regioni del mondo, soprattutto nelle isole del sud est del Pacifico e nel sud-est asiatico.

Eventi metereologici estremi. Alluvioni, siccità e temporali diventeranno più frequenti e più violenti.

Estinzioni. È stato stimato che se le temperature globali si alzano di due gradi Celsius, il 30% di tutte le specie che vivono sulla terraferma sarà minacciato da un aumento del pericolo di estinzione.10

Carenza di cibo. Con l’innalzamento delle temperature e la variazione dei regimi pluviometrici, le rese dei raccolti diminuiranno sensibilmente in Africa, nel Medio Oriente e in India.

Carenza di acqua. La variazione dei regimi pluviometrici avrà come conseguenze siccità e alluvioni e sarà disponibile meno acqua.

Malattie. Con l’aumentare delle temperature, malattie come malaria, febbre da virus del Nilo Occidentale, febbre dengue e cecità fluviale saranno localizzate in aree diverse

Distruzione di aree vulnerabili. Aree danneggiate, come pascoli eccessivamente sfruttati, versanti montuosi disboscati e i terreni agricoli erosi saranno sempre più vulnerabili ai cambiamenti del clima.11

Rifugiati ambientali. Il cambiamento climatico, insieme ad altri problemi ambientali, contribuisce al significativo aumento del numero di persone costrette a migrare o a cercare riparo dai cambiamenti nel proprio ambiente.

Domanda: Sapreste identificare alcune conseguenze del cambiamento climatico che hanno già colpito il vostro paese?

La questione equità

A partire dallo scoccare della mezzanotte del Capodanno fino alla cena del 2 gennaio, una famiglia americana avrà già usato, a testa, l’equivalente in combustibili fossili che una famiglia in Tanzania utilizza per sostenersi per un intero anno.
Andrew Simms

Gli effetti del cambiamento climatico si stanno facendo sentire in modo disomogeneo in tutto il mondo. Secondo l’IPCC le persone più povere del mondo sono quelle che con tutta probabilità soffriranno di più. Le nazioni in via di sviluppo, a causa della loro posizione geografica, i bassi profitti, le istituzioni deboli e un maggiore affidamento sui settori più vulnerabili ai cambiamenti climatici come l’agricoltura, non hanno le risorse per adeguarsi alla situazione (come seminare coltivazioni diverse che sono più adatte a condizioni di maggiore umidità o aridità).
L’altro aspetto della questione equità riguarda come dividere i costi della migrazione, per esempio finanziando il passaggio a moderne tecnologie in grado di bruciare combustibili in modo più efficiente, o a energie rinnovabili come vento, acqua o energia solare. La questione della suddivisione delle responsabilità è stata la principale pietra d’inciampo alla 17esima Conferenza delle Parti della Convenzione quadro dell’ONU sul Cambiamento Climatico di Durban, nel 2011, e rimane una sfida per i negoziatori.
Le questioni che si collegano all’equità sono legate ai concetti di giustizia, e molte persone parlano del concetto di giustizia climatica intendendo una volontà “di dissolvere e alleggerire i costi disuguali creati dal cambiamento climatico. La giustizia climatica rappresenta il giusto trattamento di tutte le persone e la libertà dalla discriminazione con la creazione di politiche e progetti che combattano il cambiamento climatico e i sistemi che lo creano e che perpetuano una forma di discriminazione.12

Il cambiamento climatico è una minaccia reale alla pace e alla sicurezza internazionali.
Ban Ki-moon

Il cambiamento climatico potrebbe forse essere la minaccia più grande al benessere dell’uomo nel lungo periodo, e senza dubbio deve essere affrontato con urgenza. Tuttavia l’attenzione sul cambiamento climatico potrebbe avere delle conseguenze spiacevoli: o non sono abbastanza considerati altri problemi ambientali come l’inquinamento, la pesca eccessiva o lo sviluppo urbano, oppure gli impatti di queste urgenze sono attribuite al cambiamento climatico quando in realtà ci sono altre cause che dovrebbero essere affrontate. Le minacce alle barriere coralline sono un buon esempio: l’aumento delle temperature dei mari, l’innalzamento dei loro livelli e l’acidificazione degli oceani a causa del cambiamento climatico sono di certo una potenziale minaccia alle barriere coralline e quindi ai diritti di quelle persone che ci si guadagnano da vivere o che le usano come attività di svago. Comunque, le minacce urgenti dell’inquinamento, la sedimentazione dovuta a un eccessivo deflusso come risultato dei cambiamenti nelle pratiche agricole, la pesca eccessiva di cibo nella barriera corallina, la cattura di pesci, lumache e lo stesso corallo come hobby da chi possiede un acquario e l’estrazione del corallo per utilizzarlo nel settore delle costruzioni sono solo alcuni degli immediati pericoli che potrebbero distruggere la barriera corallina molto prima che il cambiamento climatico inizi a mostrare i suoi effetti in 70 anni.13

Crescita demografica

Il cambiamento climatico non dovrebbe trasformarsi da scomoda verità a comodo capro espiatorio per altre responsabilità dell'uomo.
Keith Brander e altri 14

Nel 1804, nel mondo c’era un miliardo di persone; nel 1927, 2 miliardi; nel 1959, tre miliardi; nel 1974, quattro miliardi; nel 1987, cinque miliardi; nel 1998, sei miliardi; nel 2011, sette. Il rapido aumento è dovuto a una combinazione di cambiamenti positivi, come il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, della nutrizione e della sanità, che permette alle persone di vivere più a lungo e procreare più bambini che sopravviveranno fino all’età adulta. Ad ogni modo, viviamo su un pianeta limitato e l’aumento della popolazione sta mettendo pressione sull’ambiente che fatica a provvedere alle necessità di base come un riparo, cibo e acqua.

Se non riusciamo a stabilizzare il clima e non riusciamo a stabilizzare la popolazione, non c’è alcun ecosistema sulla Terra che siamo in grado di salvare.
Worldwatch Institute

Quando viene presa in considerazione la pressione sull’ambiente, non si deve pensare solo ai numeri ma anche gli stili di vita e ai livelli di consumo. Le nazioni ricche, come la maggior parte di quelle europee, rappresentano solo il 20% della popolazione mondiale, eppure i loro elevati standard di vita portano a un consumo del 70% delle sue risorse. Quindi anche la popolazione rientra nella questione di equità.

Domanda: La Cina ha ridotto il suo tasso di natalità applicando la politica del figlio unico. Pensate che il governo cinese fosse giustificato a farlo? Avete sentito parlare di altri modi per ridurre il tasso di natalità?

Affrontare i problemi

Gli esseri umani non sono l’unica specie sulla Terra, ma si comportano come se lo fossero.
Anonimo

Dal momento che tutte le attività dell’uomo hanno delle conseguenze sull’ambiente, il punto è come fare per proteggere al meglio l’ambiente che ci sostenta.

Un tipo di approccio è attraverso i concordati internazionali su questioni specifiche. L’ONU ha stipulato una serie di trattati e dichiarazioni sulla protezione dell’ambiente, come quella sull’inquinamento atmosferico, la biodiversità, la biosicurezza, la desertificazione, le specie a rischio, l’inquinamento causato da navi, il legname tropicale, le zone umide e la caccia alla balena.15
L’azione internazionale per proteggere l’ozonosfera eliminando gradualmente la produzione di clorofluorocarburi (CFC) e altre sostanze chimiche ozono lesive è stata immediata e molto efficace. Il Protocollo di Montreal relativo a sostanze che riducono lo strato di ozono entrò in vigore nel 1989; come risultato, l’ozonosfera dovrebbe essere recuperata.16

Il Protocollo di Montreal è stato forse l’accordo di cooperazione internazionale di maggior successo.
Kofi Annan

Un altro esempio è il Protocollo di Kyoto (adottato nel 1997, entrato in vigore nel 2005 e valido fino alla fine del 2012), nel quale i paesi si sono presi specifici impegni di ridurre le loro emissioni di gas serra. Il protocollo di Kyoto è importante perché si basa sui principi di giustizia e uguaglianza e il presupposto delle “responsabilità comuni ma differenziate”. In altre parole, i paesi industrializzati dovrebbero pagare di più perché le loro emissioni pro capite sono in genere dieci volte più alte della media di quelle dei paesi in via di sviluppo.
Con la scadenza nel 2012, il protocollo necessita di un nuovo accordo quadro internazionale – negoziato e ratificato – che possa dare continuità e portare poi a un miglioramento nella riduzione delle emissioni di gas serra. Per far sì che ciò accada è necessario un rinnovato impegno politico sia da parte delle parti firmatarie del protocollo che non.

Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC)

L’IPCC è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Venne istituito dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e dall’Organizzazione metereologica mondiale (WMO) per fornire al mondo una visione scientifica chiara dello stato attuale delle conoscenze sui cambiamenti climatici e sui loro potenziali impatti ambientali e socio-economici.
L’IPCC è un organo intergovernativo e scientifico. Attualmente, 194 Paesi delle Nazioni Unite e del WMO fanno parte dell’IPCC, che partecipano alla revisione e alla valutazione delle informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche più recenti a livello mondiale riguardanti la conoscenza del cambiamento climatico. A causa della sua natura scientifica e intergovernativa, l’IPCC rappresenta un’opportunità unica di fornire informazioni scientifiche precise e imparziali nei processi decisionali. Il lavoro dell’organizzazione è quindi rilevante a livello politico eppure neutro, mai con una presa di posizione politica.

L’IPCC non conduce alcuna ricerca, né monitora i dati o i parametri relativi al clima. Migliaia di scienziati da tutto il mondo contribuiscono al lavoro dell’IPCC su base volontaria.

Diritti e responsabilità

La Dichiarazione di Stoccolma del 1972 alla Conferenza delle Nazioni Unite su “L'Ambiente Umano”17 può essere considerata come l’inizio di un approccio alla protezione dell’ambiente basato sui diritti. In quell’occasione venne formulato il principio che “L’uomo ha un diritto fondamentale alla libertà, all'eguaglianza e a condizioni di vita soddisfacenti, in un ambiente che gli consenta di vivere nella dignità e nel benessere, ed è altamente responsabile della protezione e del miglioramento dell'ambiente davanti alle generazioni future.
È possibile che ciascun essere umano nel mondo possa vivere una vita dignitosa e in condizioni soddisfacenti senza conseguenze devastanti per l’ambiente? Se sì, come? Il danno ambientale si ha tanto nel caso del sottosviluppo che nel caso di sviluppo. Per esempio, il sottosviluppo e la conseguente povertà porta alla deforestazione poiché la popolazione che ne soffre va alla ricerca di legna da usare per cucinare e scaldarsi. Data la mancanza di pascoli, lo sfruttamento eccessivo nei margini dei terreni agricoli porta alla desertificazione. Il trattamento degli scarichi e la raccolta dei rifiuti inadeguati si riflette nella mancanza di acqua potabile. La povertà educativa paralizza lo sforzo nazionale di raggiungere un’ambiente più pulito. Lo sviluppo, d’altra parte, attacca l’ambiente in un altro modo. I profitti economici spingono alla distruzione di foreste e all’evacuazione delle comunità tribali e lo sfruttamento massimo di risorse naturali. L’industrializzazione inquina l’aria, l’acqua e l’atmosfera attraverso scarichi tossici e chimici nel corso della produzione e del consumo, tutto nel nome dello sviluppo.18

La principale distinzione tra l’UNFCCC Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e il Protocollo di Kyoto e che mentre la Convenzione incoraggia i paesi industrializzati a stabilizzare l’emissione dei gas serra, il Potocollo li impegna a farlo.

Nel 1989 il Rapporto Brundtland cercò di sciogliere le contraddizioni intrinseche tra ambiente e sviluppo attraverso il principio di sviluppo sostenibile, che è stato definito come uno “sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”. Il rapporto fornì il contesto per la Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo del 1992 (conosciuta anche come Summit della Terra), che produsse la Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo. La dichiarazione (chiamata anche Agenda 21) era un piano di azione da portare avanti in modo globale, a livello nazionale e locale da governi, organizzazioni e singoli individui in qualunque luogo gli esseri umani abbiano un effetto sull’ambiente. Un altro risultato dell’incontro di Rio fu la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC). L’UNFCCC fornisce un quadro generale agli sforzi internazionali per contrastare le sfide del cambiamento climatico.

La Convenzione di Aarhus

La Convenzione di Aarhus sull’Accesso alle Informazioni, la partecipazione dei cittadini e l’accesso alla giustizia in materia ambientale è stata concordata dalla Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite nel 1998. La convenzione è stata ratificata da 40 paesi e anche dall’Unione Europea. Si tratta del primo trattato internazionale a riconoscere “il diritto di ogni persona, nelle generazioni presenti e future, a vivere in un ambiente in grado di assicurare la sua salute e il suo benessere”. Viene riconosciuto anche il diritto dei cittadini di accesso alle informazioni, di partecipazione ai processi decisionali e avere accesso alla giustizia in materia ambientale. Sebbene sia stato ratificato prevalentemente solo da paesi europei e dell’Asia centrale con deboli sistemi di monitoraggio, la convenzione è di rilevanza globale perché combina diritti umani e ambientali.19

Il movimento ambientalista può sopravvivere solo se diventa un movimento di giustizia. Come movimento ambientalista puro, ha come destino quello di morire o di sopravvivere come “ambientalismo di facciata” da azienda. Chiunque sia un ambientalista convinto non può tollerare quel ruolo. Ma ha un numero senza fine di possibilità come movimento tanto ecologico quanto di giustizia.
Vandana Shiva

L’approccio ai diritti umani basato su equità e giustizia, diritti e responsabilità, viene visto da molti come il passo avanti verso la protezione dell’ambiente. Tuttavia, per molti anni, gli attivisti e altre persone dei movimenti ambientalisti hanno affermato che questa premessa non è sufficiente. Il loro punto è che se la vita umana e la salute sono le finalità della protezione dell’ambiente, allora sarà protetto come mera conseguenza e per il tempo necessario a proteggere il benessere dell’uomo. Nel 2009, alla fine della Conferenza mondiale dei popoli sui cambiamenti climatici e i diritti della madre Terra in Bolivia, la Dichiarazione Universale della madre Terra (2010) venne inviata all’ONU. L’Articolo 2 afferma che “la Madre Terra ha diritto di esistere, persistere e mantenere i cicli, le strutture e i processi vitali di sostentamento per tutti gli esseri.”

Il crimine di ecocidio

I disastri ambientali come quello di Seveso del 1976, di Bhopal nel 1984, di Chernobyl nel 1986, lo sversamento di acqua tossica in Spagna nel 1998 e della Deepwater Horizon nel 2010 hanno avuto come conseguenza dei lunghi contenziosi. Tuttavia, né le future generazioni né l’ambiente sono mai rappresentati nelle aule dei tribunali.
Una causa impegnativa può essere intentata per mettere alla sbarra le aziende che causano danni ecologici notevoli. Il termine “ecocidio”, che si riferisce a qualunque danno all’ambiente naturale su larga scala, fu coniato dopo il disastro nel Sudest asiatico durante la guerra del Vietnam dovuto al diserbante. Nell’aprile del 2010, l’avvocata britannica Polly Higgins propose alle Nazioni Unite di riconoscere l’ecocidio come Crimine internazionale contro la Pace al pari di genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e crimini di aggressione, da essere quindi portato davanti alla corte criminale internazionale.

La creazione del crimine di ecocidio è indispensabile, come esiste l’omicidio per coloro che prendono la vita di un altro uomo, deve esistere anche per coloro che uccidono la natura.
Jamie David Fernandez Mirabal, Ministro dell’Ambiente, Repubblica Domenicana

Alla Gran Bretagna sono servite metà delle risorse di questo pianeta per raggiungere la sua prosperità. Di quanti pianeti avrà bisogno l’India per il suo sviluppo?
Mahatma Ghandi

Il ruolo del  Consiglio d'Europa

Il Consiglio d’Europa pone al primo posto tra i suoi impegni lo sviluppo sostenibile. La sua politica è che il progresso economico non debba compromettere le risorse fondamentali dell’umanità: la qualità dell’ambiente e del paesaggio, i diritti umani e l’equità sociale, la diversità culturale e la democrazia. Il Consiglio d’Europa considera il cambiamento climatico come il più grave problema ambientale che il mondo oggi si trovi ad affrontare, riconosce le implicazioni dei diritti umani ed è attivo su due fronti: preservare le risorse naturali e la biodiversità, ma anche proteggere la diversità e la vitalità delle molte culture del mondo. Il pilastro culturale dello sviluppo sostenibile richiede perciò degli sforzi paralleli per sviluppare una cultura della sostenibilità e proteggere la diversità culturale.

Con le sue azioni, il Consiglio d’ Europa ha contribuito a definire in Europa un ambiente legale adeguato a favore della biodiversità, di una pianificazione spaziale e di gestione del territorio e sviluppo territoriale sostenibile basato sull’uso integrato di risorse culturali e naturali. Il programma ambientale del Consiglio d’Europa lanciato nel 1961 ha prodotto la Convenzione europea del paesaggio, la Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotipi in Europa, e la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società. Il Consiglio d’Europa gestisce anche il Diploma europeo delle Aree Protette. Creato nel 1965, viene assegnato alle aree protette per le loro eccezionali qualità scientifiche, culturali ed estetiche; devono anche essere sottoposte a un piano di conservazione adatto che possa essere combinato con un programma di sviluppo sostenibile.

Il Manuale del Consiglio d’Europa sui diritti umani e l’ambiente fornisce informazioni sull’orientamento giurisprudenziale della Corte europea dei diritti umani e sull’impatto della Carta sociale europea in fatto di protezione dell’ambiente.

Ci sono stati molti sforzi per aggiungere alla Convenzione europea dei diritti umani, attraverso un protocollo addizionale, il diritto a un ambiente sano, ma senza successo. L’obiezione è stata che la Corte europea dei diritti umani può occuparsi delle violazioni ambientali più clamorose in base all’Articolo 8 (vita privata e familiare) della CEDU.

Domanda: Il diritto a un ambiente sano dovrebbe essere inserito nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo?

Corte europea per i diritti dell'uomo

Molti privati hanno portato davanti alla Corte cause riguardanti l’ambiente affermando che dei fattori ambientali avversi erano la causa di violazioni di uno dei loro diritti umani protetti dalla Convenzione europea dei Diritti dell’uomo. La casistica della Corte include ingerenze nel diritto alla vita, il diritto al rispetto della vita privata e familiare così come quello del domicilio, a un equo processo e all’avere accesso a un tribunale, la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee, il diritto a un ricorso effettivo e il diritto al possesso dei propri beni.

Hamer contro Belgio

Sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani del 27 novembre 2007.
La ricorrente possedeva una casa costruita dai genitori su un terreno boschivo non edificabile. Contro la stessa erano stati presentati dei procedimenti per aver fatto costruire una casa in violazione della legge in materie forestali e le corti avevano stabilito che dovesse ripristinare il terreno allo stato originario. La casa era stata fatta demolire. La ricorrente lamentava che il suo diritto alla vita privata era stato violato. La Corte affermò per la prima volta che, sebbene non esplicitamente salvaguardato all’interno della Convenzione, l’ambiente abbia di per sé un valore che ha un interesse sia per la società che per le autorità pubbliche. Le considerazioni economiche e persino il diritto alla proprietà non devono avere priorità davanti a questioni riguardanti l’ambiente, in particolare quando uno Stato ha legiferato al riguardo. Le autorità pubbliche hanno quindi la responsabilità di agire per proteggere l’ambiente.20

Partecipazione dei giovani

Poiché la gioventù ha una consapevolezza maggiore delle problematiche e un maggiore interesse nella sostenibilità a lungo termine, l’ambiente è un’area in cui i giovani dovrebbero prendere il comando.
Rapporto Mondiale sulla Gioventù21

Nel Capitolo 1 abbiamo descritto le dimensioni del “su, attraverso e per” dello studio dei diritti umani e stabilito che la conoscenza, le capacità e i comportamenti per difendere i diritti umani possono essere imparati solo attraverso l’esperienza. “Parti da dove sono i giovani” è il mantra del giovane lavoratore e quale posto migliore per iniziare se non dall’essere coinvolti nei provvedimenti per l’ambiente? Per esempio l’inizio potrebbe essere rappresentato dalle preoccupazioni di un gruppo di giovani su una strada locale o di uno sviluppo immobiliare che li priverebbe di un campo di gioco, o magari potrebbero voler capire come ridurre la loro impronta di carbonio o rendere le loro abitazioni, scuole o college o club della gioventù più attente all’ambiente. A livello regionale e nazionale, i giovani possono influenzare le discussioni pubbliche e il dibattito politico scrivendo lettere, mostrando attenzione e manifestando.

La protezione dell’ambiente e la consapevolezza ambientale sono preoccupazioni importanti per le organizzazioni giovanili di tutta Europa, anche se non tutte le elencano tra le rispettive priorità. Ci sono alcune organizzazioni e movimenti giovanili che fondano il loro lavoro sulla protezione dell’ambiente e dei diritti umani dimostrando anche la consapevolezza che l’educazione ambientale e l’azione ambientalista non hanno confini. Nel programma dei Centri europei per la gioventù le attività riguardano materie molto diverse – sebbene tutte molto interconnesse - che vanno dalla sicurezza alimentare, alla giustizia climatica, dallo sviluppo sostenibile al cambiamento climatico.
Esistono anche opportunità a livello internazionale. L’UNFCCC riconosce l’importanza della partecipazione dei giovani e ha esteso lo status di componente provvisorio ai giovani, che permette loro di ricevere informazioni ufficiali, di partecipare agli incontri e di richiedere la possibilità di intervenire. Al 16esimo di questi incontri, tenutosi a Cancun, Messico, si contavano circa 500 giovani delegati, attivisti e rappresentanti di organizzazioni da tutto il mondo.

Caring for the future? Caring for the forest!

Si trattava di un’iniziativa della Youth and Environment Europe (YEE) attivata nel 2011 da giovani di Albania, Repubblica Ceca, Finlandia, Portogallo, Russia e Regno Unito che hanno organizzato una campagna per incoraggiare i giovani a mobilitarsi per proteggere le foreste in tutto il mondo. La campagna aveva come obiettivo quello di far prendere consapevolezza sui pericoli che minacciano le foreste, incoraggiarli ad attivarsi, aiutarli a riscoprire le rispettive foreste locali e metterli nelle condizioni di prendersene cura. http://www.yeenet.eu

Organizzazioni e link utili

Poco più della metà (53%) dei cittadini europei afferma di fare qualcosa per combattere il cambiamento climatico negli ultimi sei mesi; fare la raccolta differenziata e riciclare sono le attività principali portate avanti, comprare sempre meno articoli usa e getta e acquistare prodotti locali e di stagione vengono subito dopo.22

La Carta della Terra è una dichiarazione di principi etici fondamentali per la costruzione di una società globale giusta, sostenibile e pacifica nel 21esimo secolo: www.earthcharterinaction.org

Worldwatch, porta avanti ricerche su questioni ambientali : www.worldwatch.org

UNite to Combat Climate Change è una campagna delle Nazioni Unite per incoraggiare le comunità di tutto il mondo a unirsi e agire fin da subito per combattere il cambiamento climatico : www.unep.org/unite/

Statistiche in tempo reale da tutto il mondo: www.worldometers.info

Calcola la tua impronta di carbonio. Questo strumento virtuale in diverse lingue è gratuito e facile da usare: www.carbonfootprint.com

Giustizia climatica: Una rete di organizzazioni e movimenti da tutto il globo impegnati nella lotta per la giustizia sociale, ecologica e di genere: www.climate-justice-now.org

Un incredibile fonte di dati e un modo comodo per comparare statistiche nazionali: www.nationmaster.com

La relazione tra gioventù e cambiamento climatico è molto ben esposta nel Rapporto mondiale sulla gioventù del 2010 delle Nazioni Unite.

Friends of the Earth International è una delle reti ambientaliste di base popolare più estesa del mondo. Fanno campagne sulle questioni ambientali più urgenti del momento: www.foei.org

350.org è un movimento di base civile che lavora per risolvere la crisi climatica: www.350.org
Wikipedia ha una lista di altre organizzazioni ambientaliste di tutto rispetto suddivise per tipo (intergovernative, governative o non-governative) e poi ulteriormente suddivise per paese: www.wikipedia.org

Endnotes

1 www.healthybuilding.net/pvc/facts.html
2  L'OMS comprende 53 stati membri. Per la lista completa, consultare pagina 8 del  WHO/Europe brochure: www.euro.who.int/__data/assets/pdf_file/0017/122912/who_office_brochure-UK-www.pdf
3 www.unwater.org
4 Per maggiori dettagli: www.worldwater.org
5 www.icpdr.org/icpdr-pages/river_basin_management.htm
6 "World Land Use Seen As Top Environmental Issue", Science Daily, www.sciencedaily.com/releases/2005/08/050808065021.htm
7 www.unfpa.org
8 www.greenfacts.org/en/climate-change-ar4
9 IPCC, "Atmospheric Carbon Dioxide", IPCC quarto report: Cambiamento climatico 2007, www.ipcc.ch/publications_and_data/ar4/wg1/en/ch2s2-3.html#2-3-1
10 www.direct.gov.uk
11 www.righttoenvironment.org
12 www.climate-justice-now.org
13 L.M. Brander, et al, "The Economic Impact of Ocean Acidification on Coral Reefs", Economic and Social Research Institute, working paper no. 282, February 2009.
14 K. Brander, et al, "The value of attribution", Nature Climate Change, Vol. 1, maggio 2011, p 70.
15 Per ulteriori informazioni visitare: www.unescobkk.org/rushsap/resources/shs-resources/environmental-ethics-resources/environmental-treaties
16 http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/26may_ozone/
17 www.unep.org/Documents.Multilingual/Default.asp?documentid=97&articleid=1503
18 www.unescap.org/drpad/publication/integra/volume2/malaysia/2my04a.htm
19 www.coastalwiki.org; www.unece.org
20 www.echr.coe.int/NR/rdonlyres/0C818E19-C40B-412E-9856-44126D49BDE6/0/FICHES_Environnement_EN.pdf
21 www.un.org/esa/socdev/unyin/documents/ch05.pdf
22 http://ec.europa.eu/public_opinion/archives/ebs/ebs_372_en.pdf

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  • 22 marzoGiornata mondiale dell'acqua
  • 23 marzoGiornata mondiale della meteorologia
  • 21 maggioGiornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo
  • 22 maggioGiornata internazionale per la diversità biologica
  • 5 giugnoGiornata mondiale dell'ambiente
  • 17 giugnoGiornata mondiale contro la desertificazione e la siccità
  • 11 luglioGiornata mondiale della popolazione
  • Secondo mercoledì di ottobreGiornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali
  • 16 ottobreGiornata internazionale dell'alimentazione
  • 6 novembreGiornata internazionale per prevenire lo sfruttamento dell'ambiente durante la guerra o i conflitti armati