Che cos’è l’attivismo?

La parola “attivismo” ha appena 100 anni, almeno nel suo utilizzo corrente, e deriva dal verbo “essere attivo”. Un attivista è qualcuno che è attivo nella campagne per il cambiamento, normalmente nei problemi politici o sociali. L’attivismo è ciò che l’attivista fa, cioè, il metodo che si utilizza per portare avanti il cambiamento.

I manifestanti per la pace e il diritto a protestare

Due attiviste per la pace organizzarono un lettura pubblica di nomi alle porte di Downing Street, dove vive il Primo Ministro britannico. Una, Maya Evans (23), leggeva i nomi di ciascun soldato britannico ucciso, mentre la sua amica continuava con una lunga lista di Iracheni che si sapeva avessero perso la loro vita, ciascuno come risultato della Guerra in Iraq. Maya fu arrestata per l’atto perchè non aveva comunicato preventivamente alla polizia della protesta. L’evento ricevette la copertura nazionale dei media e scatenò un dibattito sulla libertà d’espressione e il diritto a protestare. Come risultato di questa, e di molte altre azioni simili, il Governo concordò di rivedere la legge che proibisce le proteste nel centro di Londra senza un’approvazione precedente della polizia.

“Non volevo essere arrestata, ma, per quanto mi riguarda, non pensavo di fare qualcosa di sbagliato in piedi in un piovigginoso martedì mattina con un collega che leggeva i nomi di persone che sono morte in una guerra. Non penso sia un reato penale e non credo che per questo meritassi l’arresto” Maya Evans

L’attivismo, quando è applicato ai diritti umani, significa difendere i diritti umani ogni volta che sono minacciati o violati a qualsiasi livello. L’attivismo per i diritti umani è quindi un reagire all’ingiustizia, ai soprusi, alla violenza o alla discriminazione, e cercare di correggerli. Significa essere pronti ad assistere e dimostrare solidarietà agli sforzi delle altre persone, combattendo per assicurare che siano trattati con rispetto e dignità, e aiutando a costruire una società più umana, egualitaria e rispettosa dei diritti. I validi attivisti possiedono tenacia, creatività, impegno e spesso coraggio, ma sopratutto fiducia verso gli esseri umani e nei diritti umani. Ritengono che un mondo dove gli esseri umani hanno i loro diritti umani rispettati sia una possibilità e vogliono realizzarla.

Domanda:Gli attivisti sono molto diversi dagli esseri umani “comuni”? Quali qualità degli attivisti potete identificare in voi stessi?

L’attivismo senza dubbi richiede e dipende dall’impegno per una causa o un ideale, e normalmente un impegno costante e a lungo termine. Per esempio:

Vedere quello che è giusto e non farlo è mancanza di coraggio.
Confucio

  • Gli attivisti a favore dell’ambiente vincono una battaglia per fermare una centrale elettrica a carbone dall’essere costruita, e immediatamente iniziano un’altra campagna per bloccare l’estensione di una pista di un aeroporto.
  • Gli attivisti pacifisti conducono una lotta di 30 anni per sviluppare una convenzione internazionale per far proibire le mine.
  • Gli attivisti locali che combattono la chiusura di un ospedale o di un palazzetto dello sport affrontano la questione da ogni angolo, tentando un’altra strada quando la precedente non ha portato risultati.

Sii te stesso il cambiamento che vorresti vedere nel mondo.
Gandhi

Sebbene noi crediamo che ciascun essere umano sia un “mini-attivista”, che si impegna nelle lotte per cause diverse in tutta la sua vita, in questo manuale tendiamo a riferirci non all’attivismo, ma all’ “attivarsi”. Gli attivisti - nel loro senso più tradizionale - si “attivano” a loro volta, ma lo fanno costantemente, usando molti metodi diversi, e probabilmente non si fermano finché le loro azioni non abbiano raggiunto qualche impatto sulle problematiche che stanno cercando di affrontare. I giovani con cui lavorate sono più propensi a saltare dentro e fuori l’azione, qualche volta unendosi ad altri attivisti, e qualche volta agendo da soli per una questione che ritengono sia importante.

Domanda: Potete pensare alle “cause” che avete portato avanti e per cui avete lottato per difenderle? Pensate che l’educazione sia una “causa”?

Cosa vuol dire “attivarsi”?

Quando ci riferiamo ad un gruppo che si attiva, intendiamo qualcosa al di là dell’attività “formale” - come quelle nel Capitolo 2 - e qualcosa che probabilmente include una comunità più larga del gruppo stesso. Attivarsi, come parte dell’EDU, è pensato per portare avanti una causa che è preziosa non solo da un punto di vista educativo, ma che va ben oltre. Per esempio:

  • Una visita ad un rifugio locale per i senzatetto, o un centro per i rifugiati, può aiutare ad abbattere le barriere ed i pregiudizi e può essere una fonte di conforto per coloro che vengono visitati.
  • Una lettera alla stampa dai giovani, che faccia notare atteggiamenti razzisti o intolleranti, può rendere consapevoli i media dei punti di vista dei giovani, e potrebbe far confrontare i giornalisti con i propri pregiudizi.
  • Un’esibizione di foto nella comunità locale che mostra l’impatto dell’inquinamento nel vicinato può aprire gli occhi agli altri, e potrebbe aiutare ad iniziare un movimento per affrontare il problema.

Il teatro è una forma di conoscenza; dovrebbe e può anche essere un mezzo per
trasformare la società. Il teatro può aiutarci a costruire il nostro futuro, piuttosto che solo ad aspettarlo.
Augusto Boal

Ciascuna di queste attività è portatrice di uno scopo e ha un impatto oltre al gruppo, ma ciascuna è anche abilitante e coinvolgente per i giovani stessi. Azioni pratiche possono far vivere una lezione: possono dare ai diritti umani un significato e farli diventare qualcosa di positivo. Vedere che le vostre azioni possono avere un beneficio per gli altri – e per voi stessi – è una potente lezione, una forza motivante, e un incoraggiamento a pensare che le cose possono cambiare se ci impegniamo a cambiarle.

Domanda:Se avete lavorato con un gruppo che si è impegnato in un’azione, quali sono stati i risultati importanti, in termini di impatto e apprendimento?

 

 EDU, attivarsi e attivismo: quali sono le differenze?      

        • Le attività di apprendimento del Capitolo 2 sono principalmente riferite al gruppo di partecipanti: l’obiettivo è l’educazione dei partecipanti singoli.
        • Attivarsi nel mondo esterno è un valore istruttivo per il gruppo, ma ha anche un focus sulle reali problematiche del mondo.
        • Per gli attivisti – sia “full-time” sia “part-time”- l’unico reale obiettivo è il problema nel mondo esterno. Gli attivisti continueranno a lavorare e fare campagne finché il loro obiettivo non sarà raggiunto.

“I bambini che stanno crescendo” (Putos que a ta cria)

Un gruppo di giovani che vivono nella periferia di Lisbona, tutti con origini africane, hanno usato la musica per affrontare il tema dell’inclusione nella società, e per educare altri sul rispetto della diversità culturale. Come il gruppo spiega sul proprio sito web, i migranti di seconda generazione spesso si sentono “esclusi dalla società nel paese in cui sono nati e vivono, ed esclusi dalla società nei paesi in cui i loro genitori sono nati e vissuti. Un modo di esprimere questo dilemma e le frustrazioni che comporta è sempre stato la musica”.

Così i giovani artisti hanno deciso di utilizzare il rap e altra musica come forma di educazione sociale in grado di motivare i giovani e promuovere la coesione sociale. Hanno usato il ritmo e la poesia per comunicare il loro messaggio e hanno fornito sostegno ad altri rappers, incoraggiandoli ad usare la musica come strumento di trasformazione sociale. Dopo una serie di corsi di formazione, e con il supporto del Programma Gioventù dell’Unione europea, il gruppo Putos que a ta cria ha inciso due CD e un DVD, ha partecipato a diversi eventi pubblici, ha organizzato un festival giovanile sui diritti umani e motivato altri rappers. “L’hip hop è divertente, ma è anche un intervento sociale.”
http://www.myspace.com/putosquiatacria

L’obiettivo dei diritti umani e dell’attivismo

Image: The “target” in HRE and in activism

Quando un gruppo può attivarsi?

L’attivismo civile è qualcosa che ti incoraggia a fare piccole azioni ogni giorno. Ancora, capisci che il cambiamento di questo mondo diventa il tuo senso della vita. A volte pensi di poter fare molto per dare una mano alle persone che ne hanno bisogno. Stai diventando libero e vedi il mondo con occhi nuovi.
Ivan Kondratenko, redattore
capo del giornale russo degli
studenti “Perexod”

Una risposta rapida è “in qualsiasi momento”. Le azioni di comunità descritte nella sezione 2 di questo capitolo possono essere usate prevalentemente sia prima che dopo un’attività educativa in un’associazione o in una classe. Il vantaggio di eseguire un’azione dopo un’attività è che il gruppo dovrebbe avere una maggiore comprensione della problematica, e potrebbe essere più creativo su quale potrebbe essere la forma più efficace d’azione. Il vantaggio di eseguire l’azione per prima è che il gruppo potrebbe essere più interessato all’attività, avendo visto l’importanza del problema in questione.

Gli educatori che lavorano regolarmente con l’EDU passeranno spesso da un modello all’altro, a seconda di un particolare tema, del livello di interesse e consapevolezza di un gruppo, e forse per la propria relazione con lo specifico gruppo. Abbiamo cercato di collegare molte delle azioni suggerite in questo capitolo con particolari attività nel Capitolo 2. Si identificano nel margine, molte di esse sono aggiunte alle “Idee per l’azione” alla fine delle attività. Quasi tutte possono essere eseguite come un’introduzione, prima dell’attività, o alla fine, come un modo di dare un senso pratico alle problematiche già esplorate.