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Migrazioni e migranti

“Secondo gli archeologi, quasi tutti i popoli della terra sono migranti, visto che l'umanità si è originata in Africa circa 200.000 anni fa e da lì si è diffusa in tutto il mondo-in Europa, in Asia, in Australia, e nelle Americhe. … Oggi ci sono circa 200 milioni di migranti nel mondo, e i problemi e le opportunità correlati con i flussi migratori sono aspramente dibattuti sia dai politici che dalle persone normali in tutto il pianeta….. Potremmo riferirci al ventunesimo secolo come “all'età dei migranti”.
Boris Altner, giornalista1

Le persone si spostano costantemente nel mondo contemporaneo globalizzato. Le migrazioni sgretolano i confini tradizionali tra le culture, i gruppi etnici e le lingue, e apportano diversità, ricchezza culturale ed economica. La migrazione è anche percepita da molti come una sfida o addirittura una minaccia. È una sfida anche per i meccanismi dei diritti umani, che si sforzano di assicurare il pieno godimento dei diritti a tutti, migranti compresi, proprio perché i loro diritti sono spesso violati.

Chiediamo una patria per gli umiliati.
Pablo Neruda

La migrazione è un processo di spostamento, sia attraverso i confini internazionali che dentro a un paese, che coinvolge ogni tipo di spostamento delle persone, a prescindere dalle cause. Definire la parola “migrante” è più difficile. Secondo il Comitato europeo sulle migrazioni, “il termine ‘migrante’ è utilizzato…. con riferimento, a seconda del contesto, agli emigranti, ai migranti che ritornano, agli immigrati, ai rifugiati, alle persone sfollate e alle persone con un background di migrazione e/ho ai membri di popolazioni minoritarie che si sono create attraverso l'immigrazione.” 2.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (IOM) definisce che la parola migrante “copre tutti i casi in cui la decisione di emigrare e presa liberamente dall'individuo preoccupato per ragioni di’ opportunità personale’ essenza l'intervento di una forza esterna”.3

Queste definizioni riflettono la distinzione convenzionale tra i migranti volontari e quelli che sono stati obbligati ad emigrare. Nel caso della migrazione volontaria, le persone lasciano la loro casa per loro scelta, principalmente per quelli che vengono definiti “fattori di attrazione”, come migliori opportunità lavorative, anche se le loro possibilità di scelta sono spesso estremamente limitati. La migrazione forzata è principalmente il risultato di “fattori di spinta”, per esempio la persecuzione, la guerra o la fame, e quella che avviene quando le persone subiscono violazioni dei loro diritti fondamentali. Tuttavia, c'è sempre un mix di fattori di attrazione e fattori di spinta. Molti migranti lasciano il loro paese sia per fuggire da abusi sui diritti umani che per motivi economici. Anche i migranti economici possono essere considerati migranti forzati, quando fuggono da situazioni nelle quali i loro diritti economici sono violati

Per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), i rifugiati e i richiedenti asilo costituiscono un gruppo distinto di persone, poiché hanno lasciato le loro case a causa di minacce molto serie alla loro vita e alla loro libertà. L’ UNHCR avvisa dei rischi di confondere la linea che separa i rifugiati dagli altri gruppi di migranti che si sono trasferiti da un paese ad un altro per ragioni economiche o sociali con lo scopo di migliorare le loro vite, mentre i rifugiati sono costretti ad abbandonare il loro paese per salvare la propria vita o mantenere la propria libertà.4

Domanda: Quanto il processo migratorio colpisce il vostro paese? E' un paese di destinazione, un paese di partenza o un paese di transito?

In questo manuale il termine “migrante” è utilizzato in senso ampio, in riferimento a tutte le persone che si sono trasferite altrove dal loro paese per un periodo di tempo relativamente lungo. Tuttavia, una distinzione verrà esplicitata quando necessario. Inoltre, la parola” migrazione” sarà utilizzata con il significato di immigrazione internazionale, a meno che non venga diversamente specificato.

Tipologie di migrazione

Riconosci te stesso in colui o colei che non sono come te me.
Carlos Fuentes

Si possono distinguere diverse forme di migrazione a seconda di vari fattori, per esempio le motivazioni, lo status legale degli interessati, o la durata.
Ecco alcune categorie generalmente usate per definire i migranti:

  • Migranti lavoratori temporanei (definiti anche lavoratori ospiti)
  • Migranti altamente qualificati o lavoratori delle imprese: professionisti, che si trasferiscono in base al mercato del lavoro interno a corporazioni o organizzazioni internazionali
  • Migranti irregolari (senza documenti o senza autorizzazione): persone che entrano in un paese senza i documenti necessari o senza il permesso.
  • Migranti forzati: rifugiati, richiedenti asilo o persone costrette a trasferirsi a causa di fattori esterni, quali conflitti armati o disastri ambientali.
  • Migranti per ricongiungimenti familiari: sono coloro che raggiungono parenti stretti che si erano già trasferiti all'estero
  • Migranti di ritorno: persone che ritornano nei propri paesi di origine dopo un periodo in un altro stato.

I rifugiati, i richiedenti asilo e le persone sfollate godono di una protezione speciale grazie alle leggi internazionali. L’ UNHCR definisce questi gruppi con i termini seguenti:
un rifugiato “è qualcuno che non ha la possibilità o non vuole rientrare nel proprio paese di origine a causa di una paura ben fondata di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un particolare gruppo sociale o per le sue opinioni politiche”. 5
Un richiedente asilo è “un individuo che ha fatto richiesta di protezione internazionale e la cui richiesta per lo status formale di rifugiato non è ancora stata accettata.” 6
Persone sfollate internamente (IDP) sono le persone” che sono state costrette obbligati ad abbandonare le loro case o il luogo di residenza abituale, in particolare a causa di o per evitare gli effetti di un conflitto armato, una situazione di violenza generalizzata, violazioni dei diritti umani o disastri naturali o artificiali, e che non hanno attraversato un confine internazionale riconosciuto.”7

C'è un altro gruppo i cui componenti affrontano problemi simili e violazioni dei diritti umani, anche se non necessariamente hanno cambiato il loro luogo di residenza: gli apolidi. Sono le persone che non hanno una nazionalità; e quindi non possono godere dei diritti normalmente offerti ai cittadini. Ci sono molte ragioni del perché qualcuno possa diventare apolide, compreso lo scioglimento di stati come l'Unione Sovietica o la Jugoslavia, o la creazione di nuovi paesi dopo il processo di decolonizzazione. Secondo le stime, ci sono circa 12 milioni di apolidi nel mondo. L’ UNHCR ha ricevuto mandato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di prevenire o ridurre l’apolidia nel mondo e di proteggere i diritti delle persone apolidi.

Le migrazioni oggi

“riconosciamo che il processo migratorio continua ad aumentare-spinto dall'età, dall'antica ricerca di una vita migliore come da fenomeni che sempre di più comprendiamo quali il cambiamento climatico…”
Ban Ki-moon,Segretario generale delle Nazioni Unite.8

Ogni dibattito sulla migrazione inizia tipicamente dalla prospettiva del primo mondo, e si concentra sui flussi tra i paesi in via di sviluppo e i paesi sviluppati. Ciononostante, la maggior parte dei migranti si sposta all'interno del proprio paese. Il numero di migranti interni è circa quattro volte più alto di quello dei migranti internazionali. In più, anche se poniamo l'attenzione sulle persone che si spostano attraverso i confini internazionali, la stragrande maggioranza degli spostamenti avviene tra paesi con livelli di sviluppo simili. Approssimativamente il 60% si trasferisce tra paesi in via di sviluppo o tra Stati sviluppati e solo il 37% dei migranti internazionali si sposta da paesi in via di sviluppo a paesi sviluppati, con un 3% che invece si trasferisce da paesi sviluppati a paesi in via di sviluppo. 9 Per quanto riguarda i rifugiati, il disequilibrio è ancora più evidente, dato che i paesi in via di sviluppo ospitano i 4/5 dei rifugiati nel mondo. Pertanto, il carico di assistere i richiedenti asilo e i rifugiati del mondo è portato da alcuni dei paesi più poveri del mondo
Andamento globale10

  • Il numero totale dei migranti internazionali è aumentato da una stima di 150 milioni nel 2000 a 200 milioni di persone nel 2010, il 57% di queste in paesi ad alto reddito
  • Nonostante il numero dei migranti come percentuale rispetto alla popolazione del mondo sia rimasto stabile nel periodo tra il 2000 e il 2010, la quantità di soldi che i migranti inviano indietro nel loro paese è aumentata in modo imponente.
  • La proporzione di rifugiati tra i migranti è scesa dall' 8,8% nel 2000 al 7,6% nel 2010.
  • Si stima che almeno 36 milioni di persone siano state trasferite a causa di disastri ambientali nel 2008.
  • 43,7 milioni di persone in tutto il mondo sono state sfollate con la forza a causa di conflitti e persecuzioni nel 2010, il numero più alto dopo 15 anni. Questo comprendeva 15,4 milioni di rifugiati, 27,5 milioni di sfollati e più di 837.500 richiedenti asilo.
  • Il 44% dei rifugiati e il 31% dei richiedenti asilo erano bambini al di sotto dei 18 anni nel 2010. 15.000 richieste di asilo sono state avanzate da bambini non accompagnati o divisi dalla famiglia nello stesso anno.

La migrazione in Europa

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni è un'organizzazione intergovernativa dedicata alla promozione di una migrazione umana e ordinata per il beneficio di tutti. Svolge questo ruolo fornendo servizi e consigli ai governi e ai migranti.
www.iom.int

Secondo il Report sulle migrazioni nel mondo prodotto dall’ OIM, L'Europa ha ospitato 73 milioni di migranti, 1/3 dei migranti nel mondo intero, nel 2010. 11 La Federazione Russa è il paese più importante sia per quanto riguarda l'origine che la destinazione dei migranti, con più di 12 milioni di persone che sono nate in quel paese ma adesso vivono all’estero, e 12 milioni di persone nate in altri paesi ma che oggi vivono in quello stato.12

Tra i migranti, il numero totale dei rifugiati alla fine del 2000 di essi era di 1,6 milioni. L'Europa ha accolto 11.500 richieste di asilo da bambini non accompagnati, tale cifra rappresentava il 74% delle richieste effettuate in quell'anno e 5400 furono accolti come rifugiati o fu loro garantita una protezione complementare.13  I paesi principale destinazione dei nuovi richiedenti asilo nel 2010 erano la Francia, seguita dalla Germania, mentre il principale paese di origine era la Serbia (Kossovo compreso). 14 INello stesso tempo, la Serbia ha una delle più grandi popolazioni di sfollati in Europa, con più di  228.000 persone sfollate e 73.600 rifugiati secondo l’ UNHCR.

C'è un grande numero di persone sfollate all'interno dei paesi in Europa, comprese più di 600.000 nei Balcani e circa 1,1 milioni in Armenia, Azerbaigian, Georgia e Federazione Russa.15 Gli apolidi, in particolare quelli dovuti alla dissoluzione dell'ex Unione Sovietica, rimangono un argomento di forte preoccupazione. Il numero preciso di persone che sono apolidi nell’Europa dell’Est non è conosciuto ma potrebbe essere di almeno 120.000 persone.16

Domanda: Quante persone emigrano dal vostro paese ogni anno? Dove vanno? Pechè?

Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna.
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo

La migrazione e i diritti umani

Il diritto alla libertà di movimento all'interno e all'esterno di un paese è riconosciuto nella DUDU. L'articolo 13 stabilisce che” Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato” e che “ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese”. Tuttavia, non sono presenti strumenti internazionali che riconoscano la scelta di un paese per la propria residenza come diritto umano.

Come tutti gli altri, anche i migranti hanno diritti umani. Gli strumenti che garantiscono i diritti umani si esprimono per tutti, compresi i migranti. Tuttavia, spesso c'è un grande divario tra i diritti che le leggi internazionali sui diritti umani garantiscono ai rifugiati, ai richiedenti asilo, ai lavoratori migranti e ad altri gruppi simili rispetto alle realtà che devono affrontare. I loro diritti umani sono spesso violati, compreso il diritto alla vita, il diritto alla libertà e alla sicurezza.

La loro particolare condizione di vulnerabilità è originata dal loro essere stranieri: hanno attraversato confini internazionali per entrare in un altro paese dove non sono cittadini, e dove possono di solito rimanere, lavorare e vivere legalmente solo su espresso consenso delle autorità del paese stesso. Come sconosciuti per la società che li ospita, possono non sapere la lingua locale, non conoscere le leggi e le tradizioni sociali, ciò riduce la loro capacità di essere consapevoli e richiedere i loro diritti. Possono subire discriminazioni nel lavoro e nella vita quotidiana, possono anche dover subire razzismo e xenofobia e diventare vittime di crimini d'odio.

I migranti che entrano in un paese di transito o di destinazione senza i documenti necessari (o che hanno perso il loro status legale in seguito) possono essere messi in detenzione per un periodo prolungato di tempo se arrestati dalle autorità e possono essere vittime di trattamenti disumani o degradanti, senza possibilità di avere accesso all'assistenza legale. I migranti lavoratori privi di documenti sono vulnerabili ad abusi e sfruttamento dai datori di lavoro, dagli agenti d'immigrazione, da burocrati corrotti e da gang criminali. Le donne possono facilmente diventare vittime di sfruttamento sessuale. Anche i trafficanti di esseri umani possono sfruttare i migranti irregolari.

Domanda: Quali diritti umani dei migranti sono spesso violati nel vostro paese?

La protezione dei diritti umani dei migranti: strumenti e procedure internazionali

C'è una grande quantità di documenti e procedure che assicurano i diritti umani ai migranti, compresi strumenti che si concentrano su gruppi particolari di migranti.

Diritto di asilo. Protezione dei rifugiati

Il diritto di richiesta d'asilo a causa di persecuzioni è riconosciuto come diritto umano dalla DUDU. Questo diritto è alla base della Convenzione delle Nazioni Unite relativa allo statuto dei rifugiati del 1951 17 che, con il suo protocollo 1967, ha stabilito lo standard universale per il diritto di asilo.

Il XIV Dalai Lama
Guillaume Apollinaire
Alexander Graham Bell
Joseph Conrad
Albert Einstein
Anne Frank
Ismail Kadare
Henry Kissinger
The Ayatollah Khomeini
Karl Marx
Rigoberta Menchú
Jean Reno

erano rifugiati.

La Convenzione, conosciuta anche come Convenzione di Ginevra, è la pietra angolare per la protezione dei rifugiati, ed è sostenuta da numerosi principi fondamentali, tra cui i più evidenti sono la non discriminazione, la non penalizzazione e il non respingimento. Il principio di “non penalizzazione” significa che una persona proveniente da un luogo dove la sua vita o la sua libertà erano minacciate a causa della sua razza, religione, nazionalità, appartenenza a un particolare gruppo sociale o a causa delle sue opinioni politiche, e che richiede asilo alle autorità subito dopo il suo ingresso in uno Stato membro, non può essere penalizzata per ingresso illegale o per presenza illegale. “Non respingimento” significa che un richiedente asilo non può essere riportato alle frontiere del territorio dove la sua vita o la sua libertà potrebbero essere minacciate per le stesse ragioni elencate sopra. Secondo la Convenzione, i movimenti dei rifugiati possono essere limitati solo in casi di necessità.

Nel 1950 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha costituito l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, il cui scopo è assicurare a tutti la possibilità di esercitare il diritto di asilo. L’ UNCHR guida e coordina l’azione internazionale per la protezione dei rifugiati, e monitora l’applicazione della Convenzione.

Un gruppo che ha bisogno particolare di protezione sono i bambini, specialmente i minori non accompagnati, poiché sono in modo particolare vulnerabili alla violazione dei loro diritti umani. L’ UNCHR ha stabilito delle linee guida specifiche per le autorità migratorie su come stabilire quale sia il migliore interesse per il bambino.18 La Commissione per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha raccomandato ai governi di assicurare che le opinioni e gli interessi dei bambini rifugiati siano tenuti in considerazione nelle procedure ufficiali.19

Secondo le stime 10 milioni di persone in Africa sono state costrette a migrare negli ultimi due decenni a causa della desertificazione o di crisi ambientali.

Le migrazioni indotte dal cambiamento climatico, definite anche migrazioni ambientali, sono un fenomeno relativamente nuovo, che sta creando nuovi problemi nel rispetto dei diritti umani. I rifugiati climatici non possono ricevere lo stato di rifugiati in base alla convenzione di Ginevra; una possibile protezione al momento è il permesso di residenza garantito da cause umanitarie. I diritti dei rifugiati climatici sono visti come diritti emergenti.

Domanda: I migranti ambientali dovrebbero godere della stessa protezione dei rifugiati?

Protezione dei migranti lavoratori

Rapporto speciale sui diritti umani dei migranti


La Commissione delle Nazioni Unite sui diritti umani ha messo appunto un rapporto speciale sui diritti dei migranti nel 1999 al fine di “esaminare i modi e i mezzi con i quali superare gli esistenti ostacoli per una completa ed efficace protezione dei diritti umani di questo gruppo vulnerabile”. 20 La Relatrice speciale Gabriela Rodrìguez Pizzarro ha rilevato che esiste “un vuoto nella giurisprudenza internazionale sui diritti umani in questo campo. Il sistema di protezione virtualmente universale per i rifugiati chiede che le violazioni dei loro diritti civili e politici possano essere individuate e risolte…. tuttavia, non c'è tale riconoscimento delle violazioni sui diritti economici, sociali e culturali che possono anche esse essere abbastanza serie da costringere le persone ad abbandonare i loro paesi di origine”. 21

La Convenzione internazionale delle Nazioni unite sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie adottata nel 1990, è il trattato internazionale più completo nel campo della migrazione e dei diritti umani. Tuttavia, dall'agosto del 2011, solo 44 stati lo hanno ratificato e mancano tutti i paesi ha maggiore immigrazione. Tra i membri del Consiglio d'Europa lo hanno ratificato solo Albania, Azerbaigian, Bosnia e Erzegovina e Turchia. La convenzione non crea diritti nuovi per i migranti ma offre trattamento e condizioni lavorative eguali a quelle dei cittadini di quello Stato. La Convenzione dichiara che tutti i migranti dovrebbero avere accesso ad un livello di protezione minimo. Richiede che gli Stati prendano misure per prevenire gli spostamenti illegali e l'impiego di migranti in condizioni di irregolarità ma sottolinea anche che i diritti umani fondamentali dei migranti privi di documenti devono comunque essere garantiti.

"La migrazione è un fenomeno naturale, che era presente nel passato, è attivo oggi e sarà vivo domani. La migrazione mi ricorda le onde del mare: le stesse maree, vortici e risacche. Ed è divertente vedere come alcuni politici affermino di poter fermare queste onde."
Anastasia Denisova, human rights activist

Un problema che tocca la migrazione e i diritti umani da vicino sono i traffici illeciti. Poiché le opportunità per le persone di emigrare legalmente sono limitate, spesso si trovano a dover correre dei rischi e rivolgersi a degli intermediari, i quali tendono a sfruttare tale situazione, ad esempio finanziando le spese della migrazione in cambio che il migrante metta disposizione la propria forza lavoro ad uso esclusivo del trafficante.
L'articolo quattro della Convenzione europea sui diritti umani proibisce esplicitamente e categoricamente la schiavitù e il lavoro forzato. Il Consiglio d'Europa ha adottato la Convenzione sulla tratta degli esseri umani (entrata in vigore nel 2008), che implica obblighi da parte degli Stati nella prevenzione al traffico di esseri umani, persegue i trafficanti e protegge le vittime. A causa della sua segretezza, nessuno conosce esattamente il numero preciso di persone che nel mondo sono vittime di traffico di esseri umani, ma le stime vanno da svariate centinaia di migliaia a diversi milioni. In Europa ci sono più di 140.000 vittime di traffici umani, molte delle quali sono costrette alla prostituzione.22I migranti vittime di traffico possono trovarsi in una situazione equivalente alla schiavitù dal momento in cui i loro passaporti gli sono stati tolti o sono di fatto in una condizione di prigionia.

Protezione degli apolidi

La condizione degli apolidi è regolata dalla Convenzione delle Nazioni Unite sullo statuto degli apolidi, adottata nel 1954 e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sulla riduzione dell’apolidia. 24 L’ UNHCR ha il mandato di proteggere i diritti delle persone apolidi, di lavorare con i governi, con altre agenzie delle Nazioni unite e con la società civile per risolvere questo problema.

Le politiche migratorie dell'Unione Europea

Gli accordi di Schengen (1985, 1990) offrono libertà di movimento e nessuna restrizione ai viaggi per i cittadini degli stati membri di Schengen (al momento sono compresi 22 Stati membri dell'Unione Europea e l’Islanda, il Lichtenstein e la Svizzera); cittadini di questi Stati possono vivere, studiare, lavorare ovunque vogliano. Tuttavia, pur abolendo i controlli sui confini precedentemente esistenti al suo interno, l'Unione Europea ha costruito un “confine” più grande per proteggere il suo territorio.

Una politica comune sulla migrazione e l’asilo costantemente sviluppata tra gli Stati membri dell’UE per via dei movimenti migratori in Europa. Il sistema di Schengen con le sue procedure di controllo sui confini e la Convenzione di Dublino (1997) con la regolamentazione relativa alla sicurezza dei paesi terzi, che rende semplice controllare e respingere i migranti indesiderati quando entrano in uno degli Stati membri di Schengen, ha avuto il risultato di diminuire il numero di richiedenti asilo e di aumentare il numero dei migranti irregolari.

Un sistema simile che non prevede permesso di soggiorno è stato sviluppato tra alcuni paesi del Commonwealth degli Stati indipendenti (compresi Gli Stati dell'ex Unione Sovietica, fatta eccezione per gli Stati Baltici e la Georgia), e molti migranti provenienti dall'Afghanistan Edda altri paesi dell'Asia centrale usano questo sistema per arrivare in Russia o in Ucraina sia come destinazioni finali che come paesi di transito verso l’UE.

Il regolamento di Dublino dell'Unione Europea

Il regolamento di Dublino (che sostituisce la precedente Convenzione di Dublino) determina quale stato membro dell’UE è responsabile per avviare la procedura di analisi della richiesta d'asilo del richiedente. Il Regolamento richiede la registrazione delle impronte digitali dei richiedenti asilo su un database chiamato EURODAC. I richiedenti asilo devono fare domanda di asilo nel primo paese europeo in cui arrivano e dove gli vengono prese le impronte digitali punto i richiedenti asilo possono essere successivamente inviati ad un altro Stato membro se si può provare che sono arrivati nell’Unione Europea (via aria, mare o terra) o hanno fatto richiesta di asilo in un altro stato. Il territorio del Regolamento di Dublino È stato esteso ad alcuni paesi non appartenenti all’Unione Europea come ad esempio la Norvegia, l'Islanda e la Svizzera. Questo sistema mette in una condizione di enorme sforzo alcuni dei paesi dell'Unione che sono con più probabilità quelli di primo ingresso per i richiedenti asilo.

L'UE sempre di più ritiene che i suoi paesi confinanti debbano impedire alle persone di raggiungere i suoi confini. Il compito di controllare i confini dell'Unione è gradualmente affidato ai paesi di origine o di transito dei migranti. Questo ha generato situazioni in cui immigranti vengono messi in centri detentivi che si trovano in paesi interni o esterni all'UE (anche in Africa) e le espulsioni sono diventate una pratica di routine in Europa, questo crea numerose possibilità di violazione dei diritti umani. Chi critica questo sistema afferma che mentre l'Europa sostiene di costruire uno” spazio comune” di libertà, giustizia e sicurezza, stia creando una sottoclasse di cittadini esclusi provenienti da Stati che non sono membri dell’Unione Europea e che stia costruendo la cosiddetta “fortezza Europa”.

Secondo i dati raccolti dal gruppo di monitoraggio Fortezza Europa, fino all’ 8 agosto 2011 almeno 17.738 persone che cercavano di entrare in Europa sono morte dal 1988.25

I requisiti per richiedere il permesso di soggiorno dalle persone di nazionalità non europea sono diventati molto severi, mentre i trasportatori di migranti sono pesantemente sanzionati per il trasporto di persone senza documenti. Lo stesso succede nei paesi dell’Europa dell'est. Le politiche estremamente restrittive messe in campo da molti paesi europei possono obbligare i migranti a rivolgersi a sistemi illegali per entrare in Europa. Spesso, così facendo, diventano prede di trafficanti organizzati. La maggior parte non raggiungerà mai l'Europa e molti moriranno cercando di raggiungerla.

 

 

I migranti non sono criminali

"Arrivano da oltre oceano su barche precarie e pericolose, molti perdendo la vita lungo il percorso, con i loro corpi anonimi talvolta sospinti sulle coste europee. Arrivano via terra nascosti nei rimorchi dei camion dei trafficanti, viaggiando per migliaia di miglia in condizioni anguste e pericolose. Trovano il modo di attraversare i confini di nascosto, o di eludere i controlli di frontiera con documenti falsi… i paesi europei tendono a riferirsi a queste popolazioni come una” minaccia alla sicurezza”. Nel tentativo di proteggere i propri confini, criminalizzano questi migranti, li rinchiudono in condizioni simili alla prigionia e li espellono il prima possibile-anche in paesi dove sono a rischio di persecuzione e tortura. Questi stranieri non sono criminali; sono colpevoli solo di aspirare a una vita migliore, a un lavoro o, nei casi più tristi e dolorosi, alla protezione dalle persecuzioni. Tutti i migranti hanno diritti umani-e questi devono essere rispettati."
Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa26

Quando raggiungono i confini europei, affrontano altri pericoli, comprese la detenzione e l'espulsione. Secondo il diritto europeo sui diritti umani, agli Stati non è proibito mettere in detenzione i migranti irregolari. L'articolo 5(1) della CEDU permette “l'arresto o la detenzione legali di una persona per impedirle di penetrare irregolarmente nel territorio, o di una persona contro la quale e in corso un procedimento d'espulsione o d'estradizione”.

Gli strumenti e le procedure del Consiglio d'Europa applicabili per i migranti

In base alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, gli Stati membri del Consiglio d'Europa garantiscono i diritti stabiliti dalla convenzione non solo ai loro propri cittadini, ma a tutti coloro che si trovano sotto la loro giurisdizione.

L'applicazione del Regolamento di Dublino e stato esaminato molte volte dalla Corte europea dei diritti umani. Per esempio, nel caso di M.S.S. contro Belgio e Grecia (2011), la Corte ha stabilito che il Belgio aveva violato la CEDU respingendo un richiedente asilo afghano in Grecia, dove le condizioni di detenzione e di vita erano disumane e umilianti; un corretto esame della richiesta di asilo non era assicurata a causa delle mancanze del sistema per l'asilo; il Belgio era consapevole di queste condizioni ma lo espulse lo stesso. Visto che la Grecia non è l'unica a non garantire la sicurezza sulle detenzioni, il “protocollo di Dublino” dell’Unione Europea è stato messo in discussione poiché era basato sulla falsa promessa che gli Stati membri dell'Unione Europea erano tutti sicuri e nelle condizioni di riuscire a gestire i rifugiati.

Molte altre denunce sono anch'esse collegate all'espulsione degli stranieri. Nel caso di Bader e altri contro la Svezia (2005) la Corte ha rilevato che se il richiedente fosse stato rimandato in Siria avrebbe dovuto affrontare un reale rischio della negazione di un giusto processo e una potenziale sentenza capitale; è così che gli obblighi della Svezia alla protezione del diritto alla vita di ognuno come previsto dalla Convenzione non erano stati rispettati. Nel caso di D. contro il Regno Unito (1997) la Corte ha considerato il caso di una persona che stava morendo di AIDS e che venendo espulsa in un paese dove non avrebbe avuto possibilità di accedere nemmeno ai trattamenti medici di base di cui aveva bisogno, in base all'articolo 3, ha rilevato che l'espulsione in quel caso costituiva una violazione. Nel caso di Nolan e K. Contro la Russia (2009), la Corte ha stabilito che una separazione forzata da un figlio di 11 mesi a causa dell'espulsione del richiedente dalla Russia era un'infrazione del diritto al rispetto per la vita della famiglia.

"Un bambino è prima di tutto solo un bambino. Ha diritto a tutti i diritti di un minore, garantiti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e da altri strumenti internazionali in materia di diritti umani."
2011 Report del Comitato PACE sulla migrazione, i rifugiati e la popolazione27

 La Convenzione europea sullo stato giuridico dei lavoratori emigranti (1977) offre un quadro che assicura i diritti ai lavoratori migranti e ai membri delle loro famiglie, e promuove il loro inserimento sociale e benessere. Il Consiglio d'Europa, negli anni, ha fatto molte raccomandazioni in merito all'armonizzazione delle procedure nazionali in relazione all'asilo, alla formazione dei funzionari responsabili per le procedure di asilo, alla detenzione dei richiedenti asilo, al rimpatrio dei richiedenti asilo rifiutati e ad una protezione sussidiaria e temporanea.

L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (PACE) ha una Commissione sulle migrazioni, i rifugiati e la popolazione. La Commissione incentra il suo lavoro sull'analisi delle situazioni più problematiche collegate al suo mandato, compresa, tra le altre, la situazione dei minori non accompagnati, il ruolo della migrazione nei processi demografici, e la protezione dei migranti e dei rifugiati. Nel suo report del 2011, la Commissione ha espresso le sue preoccupazioni sulla mancanza di una legislazione nazionale e di una guida sulla protezione dei bambini privi di documenti e ha richiesto agli Stati membri di creare delle misure legislative appropriate e di rimuovere barriere come gli ostacoli amministrativi, la discriminazione o la mancanza di informazione per assicurare il pieno godimento di questi diritti nella pratica.

L'integrazione dei migranti in Europa

I sentimenti del razzismo, della xenofobia e del rifiuto dei migranti suono in aumento in molti paesi punto i migranti sono spesso presi di mira da politici razzisti e xenofobi, che li accusano dei problemi sociali ed economici nelle loro comunità. La” fobia dei migranti” è diventata un problema serio, sia in quanto impedisce l'integrazione e la comprensione reciproca che in quanto è causa di emarginazione e di violenza nei confronti dei migranti in molti paesi europei. Una grande quantità di politici di alto profilo, compresi il leader dei maggiori Stati europei, hanno affermato che il multiculturalismo è stato un fallimento.

La paura del “multiculturalismo”

Andes Behring Breivik, un estremista norvegese di estrema destra ha confessato di aver portato avanti l'attentato dinamitardo ai palazzi del governo a Oslo, in Norvegia, causando 8 morti e una sparatoria sulla folla al Camp del Workers' Youth League del Labour Party sull'isola di Utøya, dove uccise circa 68 persone, per la maggior parte teenager, il 22 luglio 2011. Breivik si è autodichiarato un cristiano conservatore contrario al multiculturalismo.

"Il dialogo interculturale ci permette di evolverci insieme, di gestire le nostre identità diverse in modo costruttivo e democratico sulla base di valori universali condivisi."
Libro bianco sul dialogo interculturale

L'Europa sta affrontando dei cambiamenti demografici importanti con livelli di diversità accentuati dai movimenti migratori. I precedenti approcci al l'integrazione e la gestione della diversità culturale sono messe in discussione.” Per come lo comprendiamo adesso, il multiculturalismo permette a società parallele di svilupparsi all'interno degli Stati…. Questo deve essere fermato” Così ha detto Thorbjørn Jagland, segretario generale del Consiglio d'Europa.28Ma se il multiculturalismo ha fallito, quale è la soluzione? La risposta potrebbe essere in qualcosa che è definite “Interculturalismo”, che promuove i diritti individuali di ognuno, senza discriminazioni. In una società interculturale, le persone hanno il diritto di mantenere la loro identità etnica, culturale e religiosa e tale identità è tollerata dagli altri. Tuttavia, l'intera comunità deve aderire agli standard dei diritti umani, e le differenze culturali non possono essere accettati come una scusa per violare i diritti degli altri componenti della società. Questo approccio assicura la massima tolleranza per le scelte individuali e nessuna tolleranza per quelle idee che potrebbero minare le fondamenta di una società democratica.

Domanda: Pensate che il proverbio "quando sei a Roma, vivi come i romani" dovrebbe essere vero anche per gli immigrati?

Nel 2008, il Consiglio d'Europa ha adottato il Libro Bianco sul dialogo interculturale – “Vivere insieme in pari dignità”. Questo documento politico” afferma nel nome dei governi dei 47 Stati membri del Consiglio d'Europa che il nostro futuro comune dipende nella nostra abilità di salvaguardare e di sviluppare i diritti umani, come sancito nella Convenzione europea sui diritti umani, nella democrazia e nelle leggi e di promuovere la comprensione reciproca…. L'approccio interculturale offre un modello lungimirante per la gestione della diversità culturale…. Se c'è un'identità europea da realizzare, questa sarà basata sulla condivisione dei valori fondamentali, sul rispetto per l'eredità comune e per la diversità culturale come sul rispetto per l'eguale dignità di ogni individuo”.29

Il centro di adattamento ed educazione per i bambini rifugiati

Il centro è uno dei progetti del ONG Civic Assistance Committee, creato nel 1996 quando molti rifugiati della Cecenia fuggirono dalla guerra ed andarono a Mosca. Le scuole di Mosca - violando la legge - rifiutarono di accettare studenti i cui genitori non avevano la residenza ufficiale nella capitale. Molti giovani iniziarono a insegnare ai bambini che non venivano accettati nelle scuole. Nel 2001 la Committee riuscì a rovesciare quella pratica discriminatoria, comunque il bisogno di quel tipo di centro non scomparve: molti bambini migranti che avevano vissuto condizioni di stress avevano bisogno di lezioni di recupero.

I giovani e la migrazione

"Metodi di educazione interculturale… dovrebbero essere introdotti nelle scuole per permettere la crescita delle competenze degli studenti per l'interazione interculturale."
Dichiaraione di Ragusa della conferenza Euro-araba sui giovani, la migrazione e lo sviluppo30

I giovani storicamente costituiscono gran parte dei migranti. Tuttavia, la prospettiva dei giovani è raramente tenuta in considerazione nel dibattito nazionale e internazionale sulle migrazioni. I bisogni dei giovani migranti dovrebbero essere meglio compresi e il loro ruolo nelle società europee dovrebbe essere riconosciuto. Il documento quadro sulle politiche giovanili del Consiglio d'Europa -agenda 2020- dà una particolare attenzione nel sostenere il lavoro degli operatori giovanili con i giovani rifugiati, richiedenti asilo e sfollati.
. Da un lato i giovani possono godere degli aspetti positivi della mobilità e fanno uso di programmi europei come Erasmus Mundus, o il Servizio di Volontariato Europeo gestiti dalla UE, dal Consiglio d’Europa e da altri attori, tra i quali le organizzazioni giovanili. Dall'altro lato, i giovani migranti devono affrontare molti problemi. Si stima che ci siano circa 12 milioni di giovani in Europa che sono nati e cresciuti in società alle quali i loro genitori non appartengono. Nonostante siano cresciuti in questi paesi, molti sono ancora considerati immigrati.
 Il dialogo interculturale ha un ruolo importante nel combattere l'intolleranza e nel favorire la comprensione reciproca. I programmi educativi sia in campo formale che non formale, gli scambi di giovani e il lavoro degli operatori giovanili sono strumenti efficaci per sviluppare le competenze interculturali, per migliorare la comprensione delle questioni relative alle migrazioni, per interpretare le diversità etniche, religiose, linguistiche e culturali come occasione di crescita piuttosto che come problemi.
Il Forum europeo della gioventù ha pubblicato un documento politico su giovani e immigrazione 31immigrazione nel 2008, impostando l'attenzione sulla situazione dei bambini migranti, specialmente dei minori separati dai loro genitori o da chi se ne prendeva cura; questi sono particolarmente esposti a rischi di abuso e sono spesso messi sotto fermo, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e delle Raccomandazioni dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa “Protezione ed assistenza per bambini richiedenti asilo separati”.32Il settore giovanile del Consiglio d'Europa ha inoltre avviato, in cooperazione con l’UNHCR, un progetto sui diritti e l'integrazione dei bambini non accompagnati e dei giovani rifugiati e richiedenti asilo mentre crescono verso l'età adulta.

DECEMBER 18

December 18non solo è la data della Giornata internazionale dei migranti, ma anche il nome di un'organizzazione che ha la sua base operativa in Belgio e che lavora “per assicurare che i diritti umani di tutti i migranti siano conosciuti, accettati e protetti efficacemente virgola e che sia creato per i migranti un ambiente che li renda pienamente partecipi in ogni società.” 33 December 18 Organizza un evento radio internazionale ogni anno nella Giornata internazionale dei migranti per connettere le comunità di migranti in tutto il mondo e per celebrare i successi dei migranti ed evidenziare le loro preoccupazioni, Con il coinvolgimento attivo di stazioni radiofoniche e organizzazioni in tutto il mondo. Nel 2012 hanno partecipato all’evento 147 stazioni radio di 49 paesi in 4 continenti.

Molte organizzazioni coinvolte nelle questioni correlate alle migrazioni cercano collaborazioni. La Voices of Young Refugees in Europe lavora con l'impegno di dare Unione e forza alle voci dei giovani rifugiati e delle loro organizzazioni in Europa. Le sue attività comprendono la costruzione di capacità per i giovani rifugiati e le loro organizzazioni nella difesa e nelle campagne, nel rafforzamento delle reti globali e locali di giovani rifugiati, nel provvedere all'accesso all'informazione e nella condivisione delle buone pratiche. Il European Council on Refugees and Exiles,un'alleanza europea di circa 70 organizzazioni in 30 paesi, chi ha lo scopo di incoraggiare un nuovo modo di vedere i rifugiati e l'asilo in Europa attraverso politiche proattive di lavoro e ricerca. Si impegna a rafforzare i contatti tra chi assiste rifugiati e le organizzazioni non governative grazie a un lavoro di rete e organizzando vari eventi. Forniscono anche corsi sulle leggi riguardanti i riff usati per professionisti ed esperti di diritto in tutta Europa.

Endnotes

1 Boris Altner. Age of Migrants (in russo) http://www.rosbalt.ru/main/2006/06/28/258300.html
2  Comitato europeo sulle migrazioni homepage, http://www.coe.int/t/dg3/migration/European_committee_on_Migration/default_en.asp
3 Glossario sulla migrazione, IOM, http://www.iom.int/jahia/webdav/site/myjahiasite/shared/shared/mainsite/published_docs/serial_publications/Glossary_eng.pdf
4 Contributo dei UNHCR al Global Forum sulle migrazioni e lo sviluppo (Bruxelles, 9-11 luglio 2007), http://www.unhcr.org/468504762.pdf
5 Convenzione e protocollo sullo stato dei rifugiati, UNHCR, http://www.unhcr.org/3b66c2aa10.pdf
6 2009 Global Trends: Refugees, Asylum-seekers, Returnees, Internally Displaced and Stateless Persons, UNHCR,  http://www.unhcr.org/4c11f0be9.html 
7 Guiding principles of internal displacement, UN, http://www.unhcr.org/43ce1cff2.html
8 Address to the Global Forum on Migration and Development, 10 luglio 2007.  
9 Report sullo sviluppo umano 2009, UN, 2009; http://hdr.undp.org/en/media/HDR_2009_EN_Complete.pdf
10 Fonte: Facts & Figures, IOM (http://www.iom.int/jahia/Jahia/about-migration/facts-and-figures/lang/en); Monitoraggio dei disastri degli sfollamenti nel contesto del cambiamento climatico, OCHA, IDMC & Norwegian Refugee Council, 2009; (http://www.internal-displacement.org/8025708F004BE3B1/(28httpInfoFiles)29/12E8C7224C2A6A9EC125763900315AD4/$file/monitoring-disaster-displacement.pdf); UNHCR Global Trends 2010 (http://www.unhcr.org/4dfa11499.html)
11 Report sulle migrazioni mondiali, IOM, 2010, http://migration.ucdavis.edu/mn/more.php?id=3668_0_5_0
12 Report sulle migrazioni mondiali, IOM, 2010, http://publications.iom.int/bookstore/free/WMR_2010_ENGLISH.pdf
13 UNHCR http://www.unhcr.org/4dfa11499.html
14 UNHCR http://www.unhcr.org/4d8cc18a530.html
15 http://www.coe.int/t/dg4/sport/sportineurope/ballonsrouges_en.asp
16 UNHCR http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e48d1e6
17 Questa convenzione si riferisce alla "Convenzione di Ginevra", anche se non è la Convenzione di Ginevra che riguarda i comporatmenti accettabili in tempo di guerra.
18 UNHCR Linee guida per la determinazione dell'interesse migliore dei bambini, 2008; http://www.unhcr.org/4566b16b2.html
19 http://commissioner.cws.coe.int/tiki-view_blog_post.php?postId=71
20 Risoluzione della Commissione sui diritti umani 1999/4, http://ap.ohchr.org/documents/E/CHR/resolutions/E-CN_4-RES-1999-44.doc
21 Report della Commissario speciale, Ms. Gabriela Rodríguez Pizarro, 2000, http://www.unhchr.ch/Huridocda/Huridoca.nsf/0/a88193001b1c7492802568a3005c421e/$FILE/G0010036.pdf
22 Dati sul traffico umano,  Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, Basato sui dati del 2010, http://www.unodc.org/documents/human-trafficking/UNVTF_fs_HT_EN.pdf
23 http://www2.ohchr.org/english/law/stateless.htm
24 http://untreaty.un.org/ilc/texts/instruments/english/conventions/6_1_1961.pdf
25 http://fortresseurope.blogspot.com
26 Documento sui diritti dei migranti in condizione di irregolarità, 24 giugno 2010, https://wcd.coe.int/wcd/ViewDoc.jsp?id=1640817
27 Undocumented migrant children in an irregular situation: a real cause for concern, 2011, Parliamentary Assembly http://assembly.coe.int/Documents/WorkingDocs/Doc11/EDOC12718.pdf
28 Council of Europe warns on multiculturalism, Financial Times, 16 febbraio 2011; http://www.ft.com/intl/cms/s/0/72c02d9a-39c6-11e0-8dba-00144feabdc0.html#axzz1bhKInsit
29 http://www.coe.int/t/dg4/intercultural/source/white%20paper_final_revised_en.pdf
30 http://www.coe.int/t/dg4/youth/Source/Resources/Documents/2010_Ragusa_Declaration_en.pdf
31 Policy paper on Youth and Migration// European Youth Forum, 2008
32 http://assembly.coe.int/main.asp?Link=/documents/adoptedtext/ta05/erec1703.htm
33 DECEMBER 18 – Annual Report 2010, http://www.december18.net/sites/default/files/d18_annual_report_2010.pdf