“Tutti hanno il diritto, individualmente ed in associazione con altri, di promuovere e lottare per la protezione e la realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali a livello nazionale
ed internazionale.”
Articolo 1, Dichiarazione delle Nazioni Unite sui Difensori dei Diritti Umani

Cosa sono le ONG?

Alzati, mettiti in piedi, in piedi per i tuoi diritti!
Bob Marley

Il termine non governativo o non profit è normalmente utilizzato in riferimento ad un insieme di organizzazioni che costituiscono la società civile. Queste organizzazioni sono caratterizzate in generale dall’avere come fine della propria esistenza qualcosa di diverso dal profitto. Tuttavia ci sono molte ragioni che fanno sì che le ONG esistano, che sviluppino una varietà di attività e iniziative. Le ONG vanno da piccoli gruppi capaci di fare pressione o di mobilitarsi per cause riguardanti, per esempio, specifici aspetti dell’inquinamento o specifiche violazioni dei diritti umani, fino ad associazioni educative, caritatevoli, culturali, religiose, di donne rifugiate, fondazioni, programmi di assistenza umanitaria - e la lista potrebbe continuare a lungo - fino alle grandi organizzazioni internazionali con centinaia o forse migliaia di sedi locali ed aderenti in diverse parti del mondo.
In questa sezione tratteremo brevemente del ruolo significativo che queste organizzazioni hanno avuto e continuano ad avere nella protezione dei diritti umani in tutto il mondo. A quasi ogni livello, le ONG hanno fatto diversi tentativi per preservare la dignità dei cittadini quando questa è in pericolo a causa del potere dello Stato. Le ONG giocano un ruolo cruciale nel:

  • combattere le violazioni individuali dei diritti umani sia direttamente sia sostenendo i “casi test” tramite i tribunali pertinenti;
  • offrire assistenza diretta a coloro i cui diritti umani sono stati violati;
  • fare pressione affinché si apportino delle modifiche nelle leggi nazionali, regionali o internazionali;
  • collaborare alla definizione dei contenuti di queste leggi;
  • promuovere la conoscenza ed il rispetto dei diritti umani tra la popolazione.

Il contributo delle ONG è importante non solo in termini di risultati conseguiti e quindi per l’ottimismo che la gente ha nei confronti della difesa dei diritti umani nel mondo, ma anche perché le ONG sono in senso stretto degli strumenti utilizzabili da tutti gli individui e gruppi del mondo. Esse sono coordinate e dirette – come tante organizzazioni lo sono – da individui privati ma traggono la loro forza anche da altri membri della comunità che volontariamente sostengono la loro causa.
Questo ha un grande significato per tutti coloro che vogliono contribuire al miglioramento dei diritti umani nel mondo.

I tipi di ONG che si occupano di diritti umani

Nel 1993 alla Conferenza dei Diritti Umani dell’ONU, conosciuta anche come la Conferenza di Vienna, erano presenti 841 ONG provenienti da tutto il mondo, ciascuna delle quali si presentò con una missione associativa legata ai diritti umani. Benchè il numero sia alto di per sé, questa può considerarsi solo una piccola rappresentanza del numero totale delle ONG che si occupano di diritti umani nel mondo.

Molte delle associazioni che si definiscono ”organizzazioni per i diritti umani” si occupano di protezione dei diritti civili e politici. Le più conosciute tra queste organizzazioni, almeno a livello internazionale, comprendono Amnesty International, Human Rights Watch, la International Federation for Human Rights, Human Rights First e Interights. Tuttavia come abbiamo già visto i diritti civili e politici sono solo una categoria dei tanti diritti umani riconosciuti dalla comunità internazionale, e nuovi diritti continuano ad emergere, anche oggi giorno. Quando prendiamo in considerazione questo fatto ed esaminiamo l’attività delle ONG che si occupano di contrastare la povertà, la violenza, il razzismo, i problemi di salute, i problemi dei senzatetto, i problemi riguardanti l’ambiente, solo per citarne alcuni, allora il numero effettivo delle ONG che si occupano di protezione dei diritti umani in una forma o nell’altra si aggira intorno a centinaia di migliaia in tutto il mondo.

Domanda: Conosci qualche ONG che lotta per i diritti umani nel tuo paese?

Come influenzano i processi?

Dio ci ha dato le mani, ma non ha costruito ponti.
Proverbio arabo

Le ONG si attivano per la protezione dei diritti in diversi momenti ed a diversi livelli e le strategie che adottano variano a seconda della natura dei loro obiettivi, a secondo che essi siano specifici o generali, di lungo o breve termine, che siano locali, nazionali o internazionali e così via.

a. Assistenza diretta

È particolarmente comune fra le ONG che lavorano nel campo dei diritti economici e sociali offrire alcuni servizi alle persone vittime di violazioni di diritti umani. Questo genere di servizi spesso prevede forme di assistenza umanitaria, protezione o aiuto nello sviluppo di nuove capacità. In alternativa dove i diritti sono tutelati dalla legge, questi servizi prevedono assistenza legale o aiuto nella presentazione di ricorsi.
In molti casi tuttavia l’assistenza diretta alle vittime di violazioni o ai difensori di diritti umani non è possibile o non è il miglior utilizzo delle risorse dell’organizzazione. In queste occasioni, e probabilmente nella maggioranza dei casi, le ONG hanno bisogno di avere una prospettiva a lungo termine e pensare ad altri modi per fare in modo di portare correttivi alla violazione o per prevenire che in futuro capitino simili episodi.

b. Accurata raccolta di informazioni

Se esiste una strategia fondamentale che sta alla base delle diverse forme di attivismo delle ONG, è forse l’idea di tentare di “mostrare” gli autori delle ingiustizie. I Governi sono spesso in grado di sottrarsi ai loro obblighi ai sensi dei trattati internazionali, o di altri standard sui diritti, che hanno sottoscritto perché l’impatto delle loro politiche è semplicemente sconosciuto al pubblico in generale. Raccogliere tali informazioni e utilizzarle per promuovere la trasparenza è essenziale per mettere i Governi di fronte alle proprie responsabilità: tale strumento viene spesso utilizzato dalle ONG. Cercano di fare pressione su persone o Governi identificando un problema che richiami il senso di ingiustizia delle persone, rendendolo pubblico. Due degli esempi più noti di organizzazioni conosciute per il loro accurato monitoraggio e per i loro report sono Amnesty International e il Comitato Internazionale della Croce Rossa. Entrambe queste organizzazioni hanno autorità non solo tra il pubblico generale ma anche a livello dell’ONU, dove le loro relazioni sono prese in considerazione come parte del processo ufficiale di monitoraggio dei Governi che hanno accettato di essere vincolati dai termini dei trattati internazionali.

c. Campagne e lobbying

Potrebbe essere divertente scrivere alla gente che governa con regimi autoritari o
repressivi, avere un dittatore come corrispondente ed essere per lui un gran fastidio mandandogli queste lettere.
Sting

Gli attori internazionali spesso si dedicano a campagne e lobbying in modo da sollecitare dei cambiamenti nelle politiche. Di nuovo, esistono numerose forme e le ONG cercano di utilizzare la più appropriata a seconda degli obiettivi che hanno in mente, il “target” da raggiungere, e naturalmente, a seconda delle loro risorse disponibili. Ecco alcune delle pratiche più comuni:

  • Le campagne di “scrittura delle lettere” sono il metodo usato con maggior successo da Amnesty International ed altre ONG. La gente e le organizzazioni bombardano i funzionari governativi con milioni di lettere mandate dai loro associati di tutto il mondo.
  • Azioni di strada o manifestazioni, sostenute dai media che ne sono naturalmente attratti, possono essere utilizzate quando le ONG vogliono avere il sostegno del pubblico o quando vogliono mettere in luce qualche fatto da denunciare pubblicamente e di cui il Governo dovrebbe vergognarsi.
  • I media hanno spesso un ruolo importante nelle azioni di lobbying, i social media e internet stanno ora assumendo un ruolo sempre più importante.
  • I rapporti ombra sono presentati agli organi di monitoraggio dei diritti umani dell’ONU per mostrare la prospettiva delle ONG della reale situazione del godimento dei diritti umani in una determinata nazione.

Oltre alle manifestazioni di sostegno o di pubblico sdegno le ONG organizzano incontri informativi con funzionari. A volte la sola paura di far arrivare qualcosa al grande pubblico può essere sufficiente a far cambiare una politica o una prassi, come nell’esempio sottostante. Un tempo questo succedeva attraverso registrazioni, poster e fax, oggi la mobilizzazione avviene attraverso e-mail di campagne e petizioni, siti internet, blog e social network .

In generale maggiore è il sostegno del pubblico o di altri attori influenti (per esempio altri Governi), maggiori sono le probabilità che la campagna raggiunga i propri obiettivi. Anche se non sempre usano questo supporto diretto, le ONG possono fare in modo che il loro messaggio sia ascoltato semplicemente indicando che un ampio movimento popolare può essere mobilitato contro un Governo.

Domanda: Ci sono state particolari campagne di alto livello nel tuo paese? Quali sono stati i risultati?

d. L’educazione ai diritti umani e la consapevolezza

Molte ONG che si occupano di diritti umani prevedono, almeno in parte, dei tipi di attività educative o di sensibilizzazione pubblica. Considerando che il supporto principale arriva da un pubblico generico, le ONG cercano di far arrivare a tutti maggiori conoscenze a proposito dei temi dei diritti umani. Una larga conoscenza di questi temi e dei metodi per difenderli, genera
un grande rispetto degli stessi e questo, in cambio, aumenterà il numero di persone che si mobiliteranno per sostenere particolari istanze che riguardano la violazione dei diritti umani. È questo supporto, vero o potenziale, che sta alla base del successo della comunità delle ONG nel miglioramento del campo dei diritti umani.

Esempi di attivismo di successo

Centro per i Diritti all’Abitazione e per gli Sfratti (Centre on Housing Rights and Evictions, COHRE)

Questa organizzazione per i diritti umani è stata istituita nel 1994 al fine di lavorare per la tutela del diritto all’abitazione e la prevenzione di sgomberi forzati in tutto il mondo. Il COHRE utilizza la definizione di ‘abitazione’ cosi come delineata dal diritto internazionale dei diritti umani, che implica più di un tetto sopra la testa. Il COHRE sottolinea che “circa la metà della popolazione mondiale non ha attualmente accesso ad un alloggio adeguato come garantito dalla giurisprudenza internazionale sui diritti umani”. Nel garantire la tutela di adeguati diritti all’abitazione, il COHRE e i suoi partner in tutto il mondo effettuano analisi, difesa, istruzione pubblica, formazione e ricorsi in relazione a:

  • sgomberi forzati
  • sicurezza della proprietà
  • l’accesso alla terra
  • acqua e servizi igienico-sanitari
  • acqua e servizi igienico-sanitari
  • ricorsi e difesa legale
  • restituzione e ritorno
  • l’impatto dei grandi eventi sul diritto all’abitazione.

Vedi il sito COHRE: http://www.cohre.org

In una recente decisione senza precedenti avvenuta nel novembre 2010, in COHRE v. Italia, il Comitato del Consiglio d’Europa per i diritti sociali (supervisionando la Carta Sociale Europea riveduta) ha dichiarato l’Italia violatrice dei diritti della sua popolazione Rom a causa della distruzione di campi Rom e lo sgombero e l’espulsione dei Rom in Italia. Queste espulsioni di massa dei rom non italiani che sono cittadini di altri Stati dell’Unione europea sono aumentate drasticamente dopo il 2008. Le violazioni sono state rintracciate in relazione a: discriminazione e violazioni dei diritti dei Rom a un alloggio adeguato; protezione sociale, giuridica ed economica; protezione contro la povertà e l’esclusione sociale; e il diritto delle famiglie migranti Rom alla protezione ed all’assistenza. Anche le politiche e pratiche italiane, che fanno si che i cittadini Rom vivano in abitazioni segregate e non adeguate, sono state criticate.

Articolo 31 – Il diritto all’abitazione

Con l’obiettivo di assicurare l’effettivo esercizio del diritto all’abitazione, le Parti si impegnano a prendere le misure designate a:
-promuovere l’accesso ad adeguati standard di abitazione

- prevenire e ridurre la mancanza di una fissa dimora con l’obiettivo di eliminare il problema gradualmente

-rendere il costo delle abitazioni accessibile a coloro senza adeguate risorse.
Carta Sociale Europea (riveduta) 1996

Preoccupazioni per l’ambiente in Svizzera

L’eredità tossica dell’industria chimica non deve diventare il fardello delle generazioni
future.
Stefan Weber, attivista di Greenpeace

Fra il 1961 e il 1976, molti giganti dell’industria chimica hanno scaricato più di 114.000 tonnellate di rifiuti industriali tossici in un sito che era stato una cava di argilla a Bonfol in Svizzera. Sebbene oggi sia illegale smaltire i rifiuti in questo modo, nel 1961, quando lo smaltimento è iniziato, la legge non proibiva questo tipo di discariche. I rifiuti tossici rimanevano nel sito e continuavano a contaminare le comunità circostanti e l’ambiente con un misto di inquinanti organici e non organici.
Il 14 Maggio 2000, circa 100 attivisti di Greenpeace occuparono la discarica chimica di Bonfol, vicino a Basilea in Svizzera, chiedendo che le aziende chimiche che smaltivano i rifiuti tossici nel sito si assumessero la piena responsabilità per la bonifica del sito stesso. Gli attivisti dichiararono che avrebbero occupato il sito fino a che le aziende non si fossero impegnate a bonificarlo e fino a che non ci fossero stati più rischi per la salute e per l’ambiente.

La pagina web di Greenpeace è  www.greenpeace.org                 

L’occupazione del sito costrinse le aziende ad incontrare i rappresentati delle comunità locali e di Greenpeace e il risultato fu che finalmente fu firmato un accordo che prevedeva la realizzazione di uno studio per la completa bonifica entro il febbraio del 2001 e l’inizio dei processi di bonifica entro il 2001. Le industrie furono d’accordo a coinvolgere completamente le comunità locali e le organizzazioni per l’ambiente nella bonifica del sito e di informarle dei risultati delle analisi sullo stato di inquinamento dell’acqua e della terra. Il 7 luglio 2001 Greenpeace terminò l’occupazione del sito.

Contrastare la discriminazione - Il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC)

Vedi il sito di ERRC http://www.errc.org

Il ERRC lavora per assicurare che le questioni dei diritti umani affrontante dalle comunità Rom siano risolutamente sull’agenda politica in Europa e fuori Europa. La ricerca meticolosa dell’ERRC ha fornito continue informazioni dettagliate sulla situazione dei diritti umani dei Rom, in particolare sulla violenza che affrontano, le forme di discriminazione strutturale che subiscono e la negazione dell’accesso ai diritti economici e sociali. Il ERRC cerca di contribuire alla situazione dei diritti umani delle comunità Rom attraverso l’aumento della consapevolezza, lo sviluppo di politiche e ricorsi strategici. Le campagne hanno esposto la violenza e i discorsi che incitano l’odio verso i Rom, la segregazione nel sistema scolastico, gli sgomberi forzati e la sterilizzazione coercitiva. Attraverso il suo lavoro di educazione ai diritti umani, il ERRC ha come obiettivo primario di rendere gli attivisti Rom in grado di combattere per la propria uguaglianza. Ciò viene realizzato attraverso stage, borse di studio, workshops e la pubblicazione di manuali come “Conosci i tuoi diritti e combatti per loro: una guida per gli attivisti Rom”.

Nelle ricerche dell’ERCC in Bulgaria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania all’inizio del 2010 assieme alla polizia, le ONG e gli esperti antitratta hanno riscontrato che i Rom costituiscono il 50-80% delle vittime del traffico di essere umani in Bulgaria, 40-80% in Ungheria, 70% in Slovacchia e fino al 70% in parti della Repubblica Ceca.
Roma Rights Factsheet, EHRR

La guerra dei diamanti

Global Witness è una ONG che realizza campagne per rendere noti i conflitti generati dalle risorse, la corruzione, l’ambiente e l’abuso dei diritti umani che ne scaturisce. L’organizzazione lavora per esporre tale brutalità e consegnare i responsabili di tali crimini alla giustizia.
Una delle campagne condotte ha affrontato il tema dei diamanti insanguinati o i conflitti dei diamanti - cioè, le gemme provenienti dalle zone controllate da forze o fazioni opposte ai Governi legittimi e riconosciuti a livello internazionale, e utilizzati per finanziare i conflitti in Africa che hanno portato alla morte e al trasferimento di milioni di persone contro i Governi, o contro le decisioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Le prove raccolte da Global Witness confermarono che tali risorse erano utilizzate per finanziare i conflitti in Africa che hanno portato alla morte e al trasferimento di milioni di persone. I diamanti sono stati utilizzati anche da gruppi terroristici come al-Qaida per finanziare le loro attività e per scopi di riciclaggio di denaro. L’organizzazione collaborò con altre ONG e fecero pressioni incessantemente finché non emerse una campagna a livello globale capace di condizionare l’industria mondiale.
Nel Maggio 2000 i maggiori commercianti e paesi produttori di diamanti, i rappresentanti dell’industria dei diamanti e le ONG tra cui Global Witness si incontrarono a Kimberley, in Sudafrica, e stabilirono un sistema di certificazione internazionale dei diamanti, nel 2003, noto come il processo di Kimberley. In tale accordo, tutti i diamanti commerciati dagli Stati Membri sono certificati in modo che gli acquirenti possano essere sicuri che siano diamanti prodotti in zone senza conflitti. Global Witness è un osservatore ufficiale di questo accordo e continua a fare campagne per far sì che queste regole si rafforzino e vengano implementate correttamente, per assicurare che i diamanti non siano mai più l’origine di conflitti e possano invece diventare una forza positiva di sviluppo.
Global Witness fu co-nominato per il Nobel alla Pace nel 2003 per il suo lavoro nel combattere i conflitti dei diamanti.

Le rampe per le sedie a rotelle a Tuzla

Sono sicuro nel dire che Tuzla è la città più accessibile per persone che utilizzano la sedia a rotelle in tutta la Bosnia
e Herzegovina.
Una persona che ha partecipato alla campagna Tuzla

Nel 1996 una ONG che si occupa di persone con disabilità a Tuzla, Bosnia-Herzegovina, decise di iniziare una campagna di sensibilizzazione sul traffico. L’organizzazione Lotos si prefisse di sensibilizzare sui problemi delle persone con disabilità e del traffico, e identificò alcuni obiettivi concreti, tra i quali spazi appositi per il parcheggio per le persone con disabilità, migliore accesso ai trasporti pubblici e l’accesso ai marciapiedi e alle strade. Organizzarono una settimana di eventi appena prima della campagna elettorale. Alla fine di questo periodo la consapevolezza dell’opinione pubblica migliorò e tutti i marciapiedi di Tuzla furono dotati di rampe!