Image: Theme 'Disability and Disablism' by Pancho

Cosa è la Disabilità?

La disabilità non è semplicemente una qualità di un individuo, ma piuttosto un insieme complesso di condizioni, molte delle quali sono create dall’ambiente sociale.
Classificazione internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute, 2002 (OMS)

Non c’è una definizione universalmente accettata di “disabilità”, tuttavia sono stati fatti vari tentativi per definirla. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella sua Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute (ICF)considera gli aspetti sociali della disabilità e non vede la disabilità solamente come una disfunzione medica o biologica. L'OMS ha distinto due concetti chiave:
Menomazione: ogni perdita o anormalità della struttura o funzione corporea o psicologica o fisiologica, ad esempio, paralisi o cecità.
Disabilità: ogni restrizione o perdita (risultante da una menomazione) dell’abilità di eseguire un’attività nella modalità o entro la gamma considerata normale per l’essere umano1.

La Convezione delle Nazioni Unite sui Diritti Delle Persone Con Disabilità (2006) stabilisce che “la disabilità è un concetto in evoluzione e è il risultato dell’interazione fra persone con menomazioni e barriere attitudinali e ambientali che ostacolano la loro piena ed effettiva partecipazione nella società nei normali rapporti con gli altri”. Secondo l’Art. 1 “Le persone con disabilità includono coloro che hanno una menomazione fisica, mentale, intellettiva o sensoriale duratura”2. L’estensione relativa a queste menomazioni dipende dal livello di barriere che si incontrano nella società.

Una recente posizione adottata dall’organizzazione internazionale implica che avere una disabilità è una conseguenza di un’interazione dinamica tra, da una parte, la salute di una persona e altri fattori personali (come l’età, il sesso, la personalità o il livello di educazione) e dall’altra l’ambiente sociale nel quale la persona di trova. Questo approccio viene indicato come “il modello sociale della disabilità”.

Chi è Disabile?

La disabilità è una questione di percezione. Se puoi fare bene soltanto una cosa, sei necessario a qualcuno..
Martina Navratilova

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che più di un miliardo di persone, circa il 15% della popolazione mondiale, soffre di una qualche forma di disabilità3 e che solo il 5% di queste disabilità sono congenite. L’80% delle persone con disabilità vivono in paesi in via di sviluppo, secondo il programma di sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP)4. La Banca Mondiale stima che il 20% delle persone povere nel mondo è disabile.5
Le persone con disabilità sono indicate come la più grande minoranza nel mondo, ma, a differenza della maggior parte dei gruppi minori, questa minoranza è sempre in itinere: ognuno di noi ne può diventare un membro in ogni momento, a causa di un incidente, di una malattia, della vecchiaia. La disabilità è quindi una parte della condizione umana. Nella maggioranza dei casi la disabilità è ritenuta risultato di fattori sociali, economici o politici, incidenti o conflitti armati. Attualmente ci potrebbero essere fattori che potrebbero contribuire all’incidenza delle menomazioni, incluso l’inquinamento ambientale, l’HIV/AIDS e l’abuso di droghe. La disabilità è anche una problematica dello sviluppo, a causa del suo collegamento a doppia via con la povertà: la disabilità può aumentare il rischio della povertà e la povertà può aumentare il rischio della disabilità6.In quanto il 50% delle disabilità sono prevenibili e direttamente legate alla povertà. 7.

Secondo l’OMS, circa il 10% dei bambini e dei giovani nel mondo, circa 200 milioni di persone, hanno menomazioni sensoriali, intellettuali o mentali.

Alcuni gruppi all’interno della comunità dei disabili condividono la stessa storia socio-culturale. Alcuni condividono lo stesso linguaggio, come il linguaggio dei segni americano o francese, il braille, o addirittura alcuni vocaboli specifici, che vengono usati per parlare di disabilità o di loro stessi. Spesso condividono usi e tradizioni, come la celebrazione della consapevolezza o l’orgoglio della disabilità. Oggi i disabili sono spesso visti come specifici gruppi culturali all’interno di società diverse. Una cultura della disabilità può riconoscere e celebrare le vite delle persone con disabilità, riconoscendo che le disabilità non sono necessariamente tragiche e non devono essere svalutate.

Domanda: Riuscite a pensare a film o libri che raccontano storie di disabili? Rappresentano un'immagine positiva della disabilità?

La disabilità come problema di diritti umani

Eugenetica e minaccia per la sopravvivenza

Gli Stati dovrebbero promuovere misure di cambiamento delle attitudini negative verso il matrimonio, la sessualità e la paternità di persone con disabilità, specialmente delle ragazze e delle donne con disabilità, che ancora prevalgono nella società.
Le Regole standard delle Nazioni Unite per l'eguaglianza di opportunità delle persone handicappate

Il diritto alla vita è un diritto umano essenziale; tuttavia, nel tempo, ci sono stati periodi in cui persone con disabilità hanno visto le loro vite minacciate perché erano considerate meno utili delle persone “normali”. La teoria del darwinismo sociale e il movimento dell’eugenetica a questo collegato hanno promosso l’idea che il “pool genico” umano poteva essere migliorato dall’intervento umano e che questo poteva giocare un ruolo chiave nell’etichettare le persone con disabilità come “inferiori.” L’eugenetica raggiunse il suo picco nella Germania nazista, con l’uccisione di più di 200.000 persone disabili che furono le prime vittime dei campi di concentramento durante la Seconda Guerra Mondiale8. Nonostante il movimento sia stato ampiamente screditato, le idee e le pratiche eugenetiche continuano ancora oggi in varie forme, inclusi la sterilizzazione forzata e l’aborto selettivo. L’eugenetica negativa è la definizione che è stata data alla pratica dello scoraggiamento o della prevenzione al sostentamento delle persone considerate “non adatte”.  Con lo sviluppo delle scienze mediche, le credenze della neo-eugenetica hanno trovato nuovi sostenitori. Lo screening prenatale e l’amniocentesi forniscono previsioni ai genitori che hanno il potere di decidere “chi può e chi non può abitare il mondo”.

La sterilizzazione forzata in Europa

Cinque gruppi di diritti umani contro la sterilizzazione forzata di donne con disabilità si sono uniti in Francia. Nell’agosto 2011 hanno presentato dei commenti9 scritti alla Corte Europea dei Diritti Umani sul caso di Gauer e Altri contro  Francia10,avviato da cinque giovani donne con disabilità mentali che erano state sterilizzate a loro insaputa o senza il loro consenso. I richiedenti affermavano che i loro diritti alla vita familiare, al matrimonio e all’essere liberi da trattamenti degradanti e discriminazioni sanciti dalla Convenzione Europea dei Ditti Umani erano stati violati. La coalizione dei cinque gruppi si auspicava che la Corte emettesse una sentenza positiva e in un certo senso rinforzasse l’autonomia delle donne con disabilità rispetto alla loro salute riproduttiva. Il caso è ancora aperto. 

Il diritto di scegliere?

I movimenti per i diritti alla disabilità hanno sollevato questioni riguardo all’”aborto selettivo” o aborto sulla base delle menomazioni del feto. Mentre il movimento per i diritti delle donne, che si appella ai valori di libertà e autonomia per le donne, tende a riconoscere il diritto incondizionato delle donne ad abortire, l’aborto selettivo è fortemente osteggiato dagli attivisti per i diritti alla disabilità. Questi sostengono che ai genitori futuri devono essere fornite informazioni oggettive e imparziali sulla disabilità, e deve essere garantito loro supporto. Se questo fosse possibile, sarebbe probabile che meno donne sarebbero costrette a scegliere l’opzione dell’abortire un feto disabile. Le Regole standard delle Nazioni Unite per l'eguaglianza di opportunità delle persone handicappate (1993) sono andate verso il riconoscimento non solo dei diritti delle persone disabili alla libertà di avere relazioni sessuali e sperimentare la genitorialità, ma anche verso il bisogno di affrontare i pregiudizi sociali su questo problema. La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità stabilisce il diritto di essere liberi dalla tortura e dai maltrattamenti, di avere rispetto per la vita privata e familiare, di creare una famiglia e di essere liberi dalla discriminazione in base alla disabilità.

Domanda: Possono i genitori essere autorizzati all'aborto sulla base di una menomazione del feto? Cosa costituisce menomazione?

Il movimento per i diritti alla disabilità

Non mi piacciono neppure le persone che provano a mettere a tacere il mio pensiero. Sono come le persone che quando camminano con te provano ad accorciare i loro passi per adattarsi con i tuoi; l’ipocrisia in entrambi i casi è ugualmente esasperante.
Helen Keller, attivista sordocieca e scrittrice

I movimenti per la disabilità sempre più espliciti e ben organizzati seguivano un cambiamento cruciale - cambiamento dal vedere la disabilità come una tragedia personale al vedere la disabilità come un problema di riconoscimento di diritti umani. Il lavoro di questo movimento per la disabilità ha portato ad un approccio al problema del tipo “niente riguardo a noi senza di noi” e ad uno slittamento della politica da un modello medico a modelli basati sui diritti umani e sociali: dal “paziente” al cittadino. La questione chiave è che le persone con disabilità dovrebbero avere gli stessi diritti delle persone non disabili e che la discriminazione sulla base della disabilità dovrebbe essere dichiarata illegale.

Modelli di disabilità medica e sociale

Prima degli anni ’70, le persone con disabilità erano viste come fallimenti medici e vittime delle circostanze, individui che avevano bisogno di pietà. Queste erano le caratteristiche principali del “modello medico” della disabilità, che collocava il problema nell’individuo e considerava che solo una “cura” medica potesse risolverlo.
Contro questo modello dominante un nuovo modo di pensare prese il sopravvento negli anni ’60, inizialmente negli Stati Uniti, con il “movimento del vivere indipendente”. Lo slittamento del paradigma vedeva la soluzione al problema della disabilità nella ristrutturazione della società e nella rimozione delle barriere. Questa interpretazione della disabilità si rifà al Modello Sociale. Questo si concentra sulla eliminazione delle barriere, sulla promozione di attitudini positive e sulla certezza che le leggi e la politica devono supportare l’esercizio della piena partecipazione e della non discriminazione. Il modello suggerisce che l’individuo e gli svantaggi collettivi sofferti dalle persone con disabilità sono essenzialmente il risultato di un complesso meccanismo di discriminazione istituzionale che è fortemente radicato nella nostra società come lo sono il sessismo e il razzismo.

Il modello medico chiede: Il modello sociale chiede:
Cosa c’è che non va in te? Cosa c’è di sbagliato nella società? Quali condizioni sociali, economiche, politiche e/o ambientali devono essere cambiate per facilitare il pieno godimento dei diritti delle persone con disabilità?
Le tue difficoltà nel capire le persone sono principalmente dovute ad un problema di udito? Le tue difficoltà nel capire le persone sono principalmente il risultato della loro incapacità di comunicare con te?
Ti sei trasferito qui a causa dei tuoi problemi di salute? Quali carenze nel tuo alloggio ti hanno costretto a trasferirti qui? ?
I tuoi problemi di salute/ disabilità ti impediscono di uscire tanto spesso o tanto quanto vorresti?  Ci sono problemi finanziari o di trasporto che ti precludono   la possibilità di uscire tanto spesso o tanto quanto vorresti? 12
   

L’approccio alla disabilità basato sui diritti ha lo scopo di dare potere alle persone disabili e di assicurare la loro attiva partecipazione alla vita politica, economica, sociale e culturale, in modo rispettoso e accomodante rispetto alla loro diversità.
Ufficio delle Nazioni Unite dell’Alto Commissariato per i Diritti Civili

 

Il modello medico continua oggi a prevalere in molti paesi e il modello sociale non è universalmente accettato o applicato. Nonostante la sua innegabile e importante attenzione ai fattori sociali, il modello sociale non ha considerato alcuni fattori personali essenziali, ad esempio il dolore che è coinvolto nella disabilità grave. Un attivista per la disabilità ha affermato: “Possiamo insistere che la società ci delude con i suoi pregiudizi e fallimenti nell’andare incontro ai bisogni che la disabilità crea; ma non si può negare che l’esperienza personale della disabilità è alla fine colludere con la nostra oppressione.”13 Gli attivisti per la disabilità riconoscono che il modello sociale dovrebbe andare oltre l’affermazione che “la disabilità è creata dal contesto”. Questi sostengono che è importante non vedere le persone con disabilità come vittime passive di una menomazione medica o come vittime passive dell’ambiente. Piuttosto dovrebbero essere percepite come agenti attivi con i loro diritti e capaci di esercitare la loro autonomia sulle proprie vite. 

I sistemi di protezione sociale hanno spesso evitato che le persone prendessero il controllo delle loro vite. Invece dovrebbero facilitare la partecipazione attiva delle persone con disabilità. Questo, tuttavia, ha bisogno di essere annoverato insieme alla necessità che le persone con disabilità hanno il diritto di ottenere supporto sociale, senza considerare il loro potenziale contributo alla società. L’inclusione delle persone con disabilità richiede inoltre di mettere in pratica le politiche e i programmi che rimuovano le barriere e garantiscano l’esercizio dei diritti civili, culturali, economici, politici e sociali.

Uguaglianza e non discriminazione

La Conferenza Mondiale sui Diritti Umani riafferma che i diritti umani e le libertà fondamentali sono universali e per questo includono senza riserve persone con disabilità.
Dichiarazione delle Conferenza Mondiale sui Diritti Umani, 1993

Attualmente molte questioni sui diritti umani in relazione alla disabilità sono collegate alla discriminazione. Persone con disabilità hanno diritto agli stessi diritti umani delle persone senza disabilità; tuttavia, sono soggetti a discriminazione diretta o indiretta e a esclusione in quasi tutti gli aspetti della vita.
Sia a causa dei pregiudizi sociali o dei problemi strutturali nella società sia a causa delle loro stesse menomazioni. Questo significa che spesso hanno bisogno di sforzi positivi da parte della società se devono avere una equa possibilità di partecipazione. In particolare, questo si può applicare alle aree quali l’accesso alle informazioni, alla salute, all’educazione, al lavoro. L’azione positiva cerca di promuovere la rappresentazione di gruppi particolari che hanno tradizionalmente sofferto per discriminazione, allo scopo di creare una società più ugualitaria.

Sistemazioni ragionevoli

La non discriminazione include il concetto della sistemazione ragionevole che deve essere consentita alle persone con disabilità. Sistemazione ragionevole significa eseguire, quando necessario, modifiche e aggiustamenti appropriati, che non impongono un fardello sproporzionato o indebito, così che le persone con disabilità possano godere dei loro diritti umani e delle loro libertà fondamentali su una medesima base rispetto agli altri14. Queste sistemazioni ragionevoli valgono per esempio nei casi in cui una persona con disabilità è provvista di soluzioni su misura e ha accesso a informazioni, trasporti, posto di lavoro, strutture e servizi. Tutto questo ha lo scopo di facilitare la partecipazione delle persone alla comunità.

Disabilità e strumenti dei i diritti umani

Puoi trovare la lista completa degli strumenti chiave antecedenti alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità al link: http://www.hrea.org

Non ci si riferisce specificatamente alla disabilità in nessuno dei documenti sui diritti umani steso prima del 1961, quando fu adottata la Carta Sociale Europea – il primo trattato internazionale che include disposizioni esplicite sui diritti delle persone con disabilità – Complementare alla Carta Internazionale dei Diritti, i testi chiave seguenti si rivolgono specificatamente ai diritti delle persone con disabilità:

1971 Dichiarazione dei diritti dei dilabili mentali15 
1975 Dichiarazione dei diritti dei disabili motori e sensoriali
1982 Programma di azione mondiale per le persone disabili
1983-1992  Decennio delle persone disabili
1993 Regole standard delle Nazioni Unite per l'eguaglianza di opportunità delle persone handicappate
1993 Dichiarazione di Vienna sui diritti umani
2006 Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità(UN CRPD)

Prima dell’entrata in vigore della UN CRPD, la Convenzione sui Diritti dei dell'infanzia e dell'adolescenza era il solo strumento legale per le Nazioni Unite che esplicitamente proibiva la discriminazione sulla base della disabilità.

La creazione di molti strumenti chiave per i diritti umani fu innescata dai movimenti per la disabilità. Mentre gli strumenti fondamentali per i diritti umani internazionali offrono un potenziale significativo per promuovere e proteggere i diritti umani delle persone con disabilità, questo potenziale non è stato ancora pienamente realizzato. Questa è la motivazione principale per la creazione della nuova Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità.

La Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità

La Convenzione fu adottata nel 2006 ed è il primo strumento delle Nazioni Unite legalmente vincolante sulla disabilità, che impone gli standard minimi che i governi sono costretti a rispettare per assicurare alle persone con disabilità di beneficiare effettivamente dei loro diritti civili, politici, economici e sociali. La Convenzione riconosce esplicitamente la disabilità come una problematica di diritti umani. Mentre la Convenzione non crea nuovi diritti, proibisce specificatamente la discriminazione contro le persone con disabilità in ogni ambito, compresi i diritti civili, l’accesso alla giustizia e il diritto all’educazione, il servizio sanitario e l’accesso ai mezzi di trasporto. Il Protocollo Opzionale alla UN CRPD rende possibile presentare rimostranze da sottoporre al Comitato della CRPD da parte di individui e gruppi di individui, sostenendo che i loro diritti sono stati violati dagli Stati facenti parte del Protocollo16.

105 Stati hanno ratificato e 153 Stati hanno firmato la UN CRPD dal 2006; L’Opzione al Protocollo della UN CRPD ha 90 stati firmatari e 63 ratifiche. (Dati risalenti al Settembre 2011)

La Convenzione sottolinea il grande rischio della povertà per le persone con disabilità e mette in evidenza le varie discriminazioni che devono affrontare le minoranze, le donne o le ragazze con disabilità. Importante è che la Convenzione sottolinea l’unico obbligo di coinvolgere attivamente le organizzazioni sociali civili delle persone con disabilità nella sua attuazione. L’articolo 3 della Convenzione identifica una serie di principi generali che servono ad interpretare e ad implementare la Convenzione:

  • Rispetto per la dignità intrinseca e l’autonomia individuale, inclusa la libertà di prendere decisioni e l’indipendenza delle persone
  • Non discriminazione
  • Piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società
  • Rispetto per le differenze e accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità
  • Uguaglianza di opportunità
  • Accessibilità
  • Uguaglianza tra uomini e donne
  • Rispetto per le capacità evolutive dei bambini con disabilità e rispetto per i diritti dei bambini con disabilità di conservare la loro identità

L’alleanza Internazionale Disabilità promuove l’effettiva implementazione della UN CRPD in tutto il mondo attraverso il coinvolgimento coordinato delle organizzazioni rappresentative delle persone con disabilità.17

Di interesse particolare è il fatto che le persone con disabilità sono spesso soggette alle decisioni prese da altre persone. L’Articolo 12 della UN CRPD cerca di correggere questo approccio, riconoscendo la capacità legale delle persone con disabilità e fornendo gli strumenti per supportare il diritto ad esercitare la loro capacità legale, per esempio eliminando la pratica di nominare dei tutori che prendono decisioni al posto delle persone con disabilità e invece fornendo supporto alle persone con disabilità così che possano prendere decisioni per loro stesse. Il rispetto per l’Articolo 12 è un prerequisito per realizzare alcuni dei diritti di altre convenzioni, come il diritto alla partecipazione politica, l’accesso alla giustizia o il diritto di avere una famiglia.

Il Consiglio d’Europa e i diritti alla disabilità

Il Consiglio di Europa è stato l’attore principale per i diritti umani nel campo della disabilità. La sua Carta Sociale Europea (1961) contiene esplicite disposizioni sui diritti delle persone con disabilità all’indipendenza, all’integrazione sociale e alla partecipazione nella vita della comunità.

Carta Sociale Europea, Articolo 15

Con lo scopo di assicurare l’esercizio effettivo del diritto dei disabili, fisicamente o mentalmente, alla formazione professionale, alla riabilitazione e al ricollocamento, la Parti Contraenti si impegnano:
1. ad adottare misure adeguate a provvedere alle strutture per la formazione, incluse, dove necessario, istituzioni specializzate, pubbliche o private;
2. ad adottare misure adeguate a collocare le persone disabili nei posti di lavoro, quali servizi specializzati, strutture per lavoro coperto e misure tese ad incoraggiare i datori di lavoro ad assumere persone disabili.

Il Consiglio d’Europa ha adottato nel 2016 una Strategia sui Diritti delle Persone con Disabilità (2017-2023)

Lo scopo generale della Strategia è di raggiungere l’uguaglianza, la dignità e le pari opportunità per le persone con disabilità negli specifici settori dove il Consiglio d’Europa può dare un input.  Questo comporta dover assicurare indipendenza, libertà di scelta, piena e attiva partecipazione in tutti gli ambiti della vita e della società.

La Strategia promuove il lavoro e le attività riguardo a 5 aree principali:

  • 1. Uguaglianza e non discriminazione
  • 2. Aumento della consapevolezza
  • 3. Accessibilità
  • 4. Parità di riconscimento davanti alla legge
  • 5. Libertà dallo sfruttamento, dalla violenza e dagli abusi

Anche alcuni interventi saranno indirizzati verso 5 temi trasversali: partecipazione, cooperazione e coordinazione, design universale e sistemazioni ragionevoli, uguaglianza di genere, discriminazione multipla e educazione e formazione.

Le aree prioritarie costruiscono e in seguito sviluppano l’esistente produzione effettuata dal Consiglio d’Europa, fornendo valore aggiunto al lavoro fatto in altri contesti regionali e internazionali, in particolare le Nazioni Unite e l’Unione Europea. La Strategia è ancorata alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità e per questo pone particolare importanza sull’implementazione degli attuali standard dei diritti umani.

Le politiche e gli interventi dell’Unione Europea sulla Disabilità

Una delle principali campagne dell’EDF, Libertà di Movimento, invita all’azione per rimuovere le barriere che le persone con disabilità affrontano nell’Unione Europea per viaggiare, avere accesso ai beni e ai servizi di prima necessità, trasporti, studio, lavoro o informazioni.
www.edf-feph.org

A livello di Unione Europea, il Forum Europeo per la Disabilità (EDF) – un’organizzazione ombrello europea che rappresenta gli interessi di 80 milioni di persone con disabilità – ha fatto pressioni insieme ad altre organizzazioni per il riconoscimento dei diritti delle persone disabili. Il risultato è stato uno specifico riferimento alla discriminazione sulle basi della disabilità nel Trattato di Amsterdam e la Direttiva Europea sulla Parità di Trattamento in materia di Lavoro e Occupazione, che proibisce la discriminazione nel mondo del lavoro sulla base della disabilità e incoraggia sistemazioni ragionevoli. L’Art. 26 della Carta delle Nazioni Unite sui Diritti Fondamentali (2000) riconosce e rispetta il diritto delle persone a beneficiare delle misure messe in atto per assicurare la loro indipendenza, integrazione sociale e occupazionale e la partecipazione alla vita della comunità. Nel 2010 la Commissione Europea ha adottato la Strategia delle Nazioni Unite sulla Disabilità 2010-2020, che ha lo scopo di potenziare le persone con disabilità, in modo da poter permettere loro di beneficiare pienamente della partecipazione nella società e nell’economia europea.  

Le barriere attitudinali esisteranno fin tanto che la maggioranza delle persone continuerà a vedere la disabilità e non la persona.
Karina Chupina

L’Unione Europea ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, diventando la prima organizzazione regionale per l’integrazione a firmare un trattato per i diritti umani18.L’Unione Europea ha ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, diventando la prima organizzazione regionale per l’integrazione a firmare un trattato per i diritti umani. Tutte le istituzioni e i rappresentanti dell’Unione Europea dovranno promuovere i valori della Convenzione in tutte le politiche di loro competenza assicurando l’integrazione della disabilità: dai trasporti al lavoro e dall’informazione e dalle tecnologie di comunicazione alla cooperazione per lo sviluppo. Dovranno inoltre modificare l’accessibilità dei loro palazzi e la loro politica del lavoro e delle comunicazioni.

Cosa è il Disabilismo?

L'abilismo non è sempre ovvio, non accende una spia nella nostra testa i nelle nostre azioni dicendo "noi siamo abili", ma è così.
Attivista disabile

Il Disabilismo può essere definito come il comportamento discriminatorio, oppressivo e abusivo che nasce dalla convinzione che le persone disabili sono inferiori alle altre. Il Disabilismo è diverso dal pregiudizio, dal generalizzare, o dalla “discriminazione istituzionale” contro le persone disabili. Il problema principale del disabilismo (anche conosciuto come abilismo o abilità19)è che non è facile da identificare. In molti casi le persone non si accorgono neanche che esiste. Il disabilismo è per prima cosa e soprattutto negli atteggiamenti delle persone: non si riferisce solo a un comportamento coscientemente discriminatorio. La parte inconscia dei comportamenti discriminatori è molto più difficile da contrastare rispetto alle azioni consapevoli di discriminazione, ma entrambe hanno bisogno di essere necessariamente individuate nella lotta per i diritti umani.

Ognuno ha il diritto di avere ambizioni e la responsabilità di provare a realizzarle tanto quanto può.
Simon Stevens20

La maggioranza delle persone direbbe che non è contro le persone con disabilità e questo potrebbe essere vero. Tuttavia, la maggior parte ancora non considera le persone con disabilità come uguali, e non può riconoscere gli ostacoli che esistono nella società, che non permette ai disabili di vivere una vita “normale”. Per esempio, alcune persone usano i parcheggi dedicati ai disabili così che i guidatori disabili sono costretti a tornare a casa. Il disabilismo raggiunge ogni strato della società. Il disabilismo consapevole su un piano economico è molto diffuso (ad esempio, discriminazione nelle assunzioni) ma è il disabilismo non consapevole, che deriva dall’ignoranza o da una generale mancanza di comprensione, che causa più preoccupazione. Questo si può notare nell’”attitudine alla segregazione razziale”, cioè la visione societaria che la pianificazione inclusiva non sarà mai abbastanza importante finché le persone con problemi di deambulazione avranno i loro palazzi e le loro istituzioni e i mezzi di trasporto. Il disabilismo è anche evidente nell’utilizzo diffuso di entrate nei palazzi pubblici separate e differenti per i disabili. Un ambiente per non disabili potrebbe permettere alle persone anziane, alle mamme con figli piccoli e ad altre persone temporaneamente o permanentemente in difficoltà una parità di accesso ai centri commerciali o ad altre pubbliche istituzioni o spazi pubblici.

Domanda: Quali posti dell'ambiente in cui vivete potrebbero essere inaccessibili per te se tu diventassi disabile?

Giovani e disabilità

Alcune stime suggeriscono che ci siano tra i 180 e 220 milioni di giovani con disabilità in tutto il mondo e circa l’80% di loro vive nei paesi in via di sviluppo .21

L’integrazione della disabilità è il processo di valutare per le persone disabili le implicazioni di ogni azione pianificata, inclusi la legislazione, le politiche e i programmi, in tutti gli ambiti e a tutti i livelli.22 È importante lavorare verso le tendenze alla disabilità in tutte le problematiche giovanili e verso le tendenze giovanili in tutte le problematiche sulla disabilità. Entrambe, disabilità e gioventù, hanno necessità di interessi chiave nella formulazione di qualsiasi tipo di politica. Per progettare delle politiche efficaci è fondamentale una più profonda conoscenza delle problematiche legate alla disabilità da parte di coloro che hanno potere decisionale e i giovani con disabilità dovrebbero prendere parte al processo decisionale. Questo potrà realizzarsi solo attraverso una più stretta partecipazione delle istituzioni statali alle organizzazioni per le persone disabili.

La sfida qui è che ci sono poche organizzazioni che rappresentano gli interessi dei giovani disabili o che sono gestite da giovani con disabilità. A livello internazionale o regionale i rappresentanti più attivi della disabilità e delle problematiche giovanili includono: la Federazione Internazionale dei giovani con problemi di udito, la Leonard Cheshire Disability Young Voices, la African Youth with Disabilities Network, la Pineda Foundation for Youth, la World Federation of the Deaf Youth Section, e la European Disability Forum Youth Committee

 

La Federazione Internazionale dei giovani con problemi di udito (IFHOHYP)


La Federazione Internazionale dei giovani con problemi di udito (IFHOHYP) è una ONG internazionale per organizzazioni giovanili nazionali e regionali dedicate ai giovani con problemi di udito in tutto il mondo. La Federazione lavora per sviluppare la qualità della vita dei giovani sordi e per promuovere i diritti all’uguaglianza in tutti i livelli della società.  IFHOHYP coopera attivamente con il Consiglio d’Europa, per esempio, organizzando sessioni studio per giovani sordi, ed è stato membro del Consiglio di Consultazione dei Giovani del Consiglio d’Europa in diverse occasioni. Altre attività della Federazione includono campi estivi internazionali, programmi educativi, laboratori e corsi di lingua inglese per giovani con problemi di udito.

Il Diritto all’istruzione

Comitato per la gioventù del Forum europeo sulla disabilitàIl Comitato fu creato nel 2000 con lo scopo di integrare i giovani in tutte le politiche dell’EDF e di aumentare la consapevolezza riguardo al bisogno dei giovani con disabilità all’interno dell’EDF e in Europa. “Giovani e Disabili: le sfide quotidiane”, una pubblicazione del Comitato giovani dell’EDF fa luce sugli ostacoli che i giovani con disabilità devono affrontare in vari settori della vita, dalla sessualità all’istruzione al lavoro.

Per decenni le scuole speciali per disabili sono state viste come uno strumento di segregazione e sono state criticate per essere state spesso sotto la media rispetto al livello dell’istruzione generale.  C’è stato molto dibattito sui vantaggi e gli svantaggi dell’istruzione separata e sulle scuole speciali, a confronto con l’istruzione speciale integrata nel sistema d’istruzione generale. Qualunque sia l’esito di questo dibattito, i giovani con disabilità e le loro famiglie dovrebbero avere il diritto di scegliere tra un’istruzione speciale e scuole integrate, in base alle specifiche necessità del bambino. Un fattore chiave che avvantaggia le scuole inclusive è che l’integrazione tra studenti disabili e non-disabili fin dai primi anni di scolarizzazione può aiutare a prevenire i pregiudizi e a contribuire anche all’inclusione, in generale, delle persone disabili nella società.

Alcuni dei problemi più importanti affrontati dai bambini e dai giovani con disabilità sono l’inaccessibilità di alcune strutture scolastiche o del materiale didattico, la mancanza di personale qualificato per i bisogni dei disabili, la discriminazione diretta o indiretta. Dovrebbero esserci opportunità per i bambini e i giovani con disabilità nelle scuole – sia inclusive che specializzate – per apprendere le capacità di sviluppo sociale e di vita necessarie per la partecipazione ugualitaria nell’educazione, per avere supporto e tutoraggio, accesso alle tecnologie e metodologie accessibili.

L’educazione non formale e l’apprendimento attivo che fornisce possono essere più inclusivi del sistema educativo ufficiale per le persone con disabilità. A causa di possibilità limitate all’interno di un sistema educativo speciale o per esclusione sociale, la mancanza di capacità sociali, comunicative o linguistiche è prevalente tra le persone con disabilità piuttosto che tra i coetanei non disabili. Questi fattori rendono l’educazione non formale particolarmente importante per le persone con disabilità poiché possono aiutare a formare le necessarie capacità che potrebbero non essere fornite da un’istruzione formale. C’è anche il bisogno di introdurre la dimensione della disabilità nei corsi di formazione tradizionali, includendo attività che possono portare i partecipanti in contatto con quelle dimensioni che non hanno mai incontrato prima, o incoraggiando la partecipazione dei giovani disabili nei corsi di formazione tradizionali.

Il progetto ExchangeAbility

La Rete studenti erasmus  (ESN Erasmus student network), la Youth Agora e il  European Disability Forum hanno creato il progetto ExchangeAbility con il supporto del Consiglio d’Europa per rendere l’ESN accessibile agli studenti disabili in tutti i livelli delle sue attività. Il progetto, svolto nell’anno accademico 2009-2010, ha lo scopo di aumentare il numero di scambi tra studenti con disabilità e creare le condizioni migliori per loro durante il loro soggiorno all’estero. Un progetto di follow-up con nuovi partner è stato avviato nel 2010. Per approfondire: www.exchangeability.eu.

Il diritto di partecipare alla vita pubblica, politica e culturale

L’UNESCO stima che il 98% dei bambini con disabilità nei paesi in via di sviluppo non frequenti la scuola e il 99% delle bambine con disabilità sia analfabeta.

La partecipazione alla vita sociale tende ad essere vista dai giovani disabili come chiave per il loro obiettivo principale, che è quello di raggiungere la piena inclusione, con il riconoscimento dei loro bisogni e diritti particolari. Molti giovani con disabilità vorrebbero essere coinvolti nelle organizzazioni tradizionali se fosse possibile. Nelle organizzazioni tradizionali i giovani disabili potrebbero incontrarsi a causa di interessi comuni. I giovani con disabilità non hanno spesso questa opportunità a causa di barriere fisiche e psicologiche.23.
Le barriere per una più ampia partecipazione includono l’assenza di strutture, sia a livello locale che nazionale per la rappresentanza delle persone disabili e i loro problemi. La mancanza di informazione è un’altra barriera. L’informazione riguardo al fatto se i palazzi siano fisicamente accessibili o se ci siano strutture per sordi o ciechi è spesso non disponibile o inaccessibile. Questa mancanza di informazione circa l’accessibilità – o a volte la paura dell’inaccessibilità – spesso impedisce alle persone con disabilità di partecipare agli eventi.
Un ostacolo persistente alla partecipazione è l’auto identificazione: se le persone si percepiscono come “disabili” o membri di una “minoranza”. Alcune persone disabili non vogliono sentirsi parte di una minoranza perché questo ha per loro una connotazione negativa; altri non si considerano disabili ma membri di una particolare minoranza linguistica o culturale. In termini di partecipazione politica, il diritto al voto è negato a molte persone con disabilità private di capacità legale, o quando le procedure di voto sono inaccessibili.

È l’abilità che ha contato, non la disabilità, che è solo una parola che non impazzisco a usare.
Marlee Matlin, attrice sorda e vincitrice del premio Oscar

Quando si tratta di partecipazione ed inclusione di persone con disabilità, il ruolo dei media nell’aumentare la consapevolezza sui diritti e sul cambiamento delle attitudini nei confronti della disabilità è cruciale. I mass media spesso descrivono le persone disabili o ad un estremo o all’estremo opposto: possono sia essere poveri ed essere compatiti oppure celebrati come eroi che combattono per vivere. Questo quadro contribuisce solamente a stereotipare le persone disabili e non a capire che formano un gruppo tanto interessante e differente quanto ogni altro gruppo sociale.

Nessuna barriera, nessun confine

Il libro della rete SALTO "No Barriers, No Borders"24 parla di come gestire un progetto internazionale di abilità mista per i giovani con o senza disabilità. Fornisce consigli specifici e linee guida per gli operatori giovanili e gli organizzatori di progetti che riguardano ad esempio come interagire con le persone con differenti abilità, come finanziare i progetti per i giovani o come organizzare corsi di formazione per loro.
www.salto-youth.net/rc/inclusion

Note finali

Il  Mental Disability Advocacy Centre (Centro per la promozione della disabilità mentale) con altre organizzazioni partner ha lanciato una campagna per promuovere il diritto di voto alle persone con disabilità: www.savethevote.info.

1 www.un.org/esa/socdev/enable/dis50y10.htm
2  Nota: il termine "handicap" non è più considerato appropriato o in lineal con le attuali interpretazioni della disabilità. Le preferenze per le terminologie da usare tra le persone con disabilità e tra le diverse aree geografiche possono cambiare. I desideri personali delle persone con disabilità dovrebbero essere rispettati il più possibile.
3 OMS, "Disability and Health Fact sheet N°352", 2011: www.who.int/mediacentre/factsheets/fs352/en/index.html
4 Nazioni Unite, 2008, "Mainstreaming disability in the development agenda (E/CN.5/2008/6)": www.un.org/disabilities/documents/reports/e-cn5-2008-6.doc
5 Nazioni Unite, 2006, "Some Facts about Persons with Disabilities", Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità: wwww.un.org/disabilities/convention/pdfs/factsheet.pdf
6 OMD, "World Report on Disability", 2011: www.who.int/disabilities/world_report/2011/report/en
7 Dipartimento dello sviluppo internazionale (DFID) 2000, "Disability, Poverty and Development", DFID, UK
8 Mckee, Barbara, Disabled and the holocaust: Disabled Persecution, 2004: www.eastrenfrewshire.gov.uk/holocaust/holocaust_remembrance_2004_-_other_victims/holocaust_remembrance_2004_-_disabled___the_holocaust.htm
9 Commenti scritti e presentati unitamente dal Centro per i diritti riproduttivi, dal Forum europeo sulle Disabilità, dal Centro internazionale per la protezione legale dei diritti umani, da  International Disability Alliance, da Mental Disability Advocacy Center, 16 agosto 2011: http://mdac.info/sites/mdac.info/files/Gauer%20v%20%20France_Submission_ECHR_FINAL.pdf
10 Corte europea dei diritti umani, "Reproductive Rights, Factsheet", 2011:
www.echr.coe.int/NR/rdonlyres/4B7D24F7-F9EF-4749-B16B-68E650B95C5A/0/FICHES_droits_procr%C3%A9ation_EN.pdf
11 Dipartimento delle Nazioni Unite per l'informazione economica e sociale e le analisi politiche, 1994.
12 Oliver, Michael, Understanding Disability: From theory to practice, 1996, Macmillan: Basingstoke.
13 Morris, Jenny, Pride Against Prejudice: Transforming Attitudes to Disability, 1991, Women's Press: London.
14 Handbook for Parliamentarians, No.14, 2007, From Exclusion to Equality Realizing the rights of persons with disabilities, UN and Inter-Parliamentary Union: www.un.org/disabilities/default.asp?id=212
15 Il termine "ritardato mentale" non è più utilizzato e non è in linea con la comprensione attuale della disabilità.
16 www.ohchr.org/EN/HRBodies/CRPD/Pages/CRPDIndex.aspx
17 www.internationaldisabilityalliance.org  
18 Rassegna stampa del Forum europeo sulle disabilità, 5 gennaio , 2011: www.edf-feph.org/Page_Generale.asp?DocID=13855&thebloc=26586  
19 Nota: "abilismo" è un termine preferito da alcuni esperti e ricercatori poichè pone l'attenzione non solo sulla disabilità ma sulla formazione di abilità che è sempre correlata alla disabilità.
20 www.simonstevens.com
21 UN High Level Meeting on Youth, "Youth with Disabilities" Fact Sheet: http://social.un.org/youthyear/docs/Fact%20sheet%20youth%20with%20disabilities.pdf
22 Carol Miller and Bill Albert, "Mainstreaming disability in development: lessons from gender mainstreaming", 2005: www.dfid.gov.uk/r4d/PDF/Outputs/Disability/RedPov_gender.pdfp
23 "Young and Disabled: Daily Challenges for Equality", EDF Youth Committee publication, 2009: www.edf-feph.org/Page.asp?docid=18486&langue=EN
24 "No Barriers, No Borders", SALTO-YOUTH Inclusion Resource Centre, 2008:
www.salto-youth.net/downloads/4-17-913/NoBarriersNoBorders.pdf