“Educare è credere nel cambiamento”

In breve

Si tratta di lavorare in sottogruppi e in plenaria, affrontando temi come:
• L’educazione, cos’è e come risponde o non risponde ai bisogni delle persone
• Partecipazione ai processi decisionali

Diritti correlati

• Il diritto all’educazione che include il diritto all’educazione ai diritti umani
• La libertà d’opinione e di espressione
• Il diritto di prendere parte alle decisioni che riguardano il proprio paese

Obiettivi

• Far riflettere sul sistema educativo e su come questo incontra i bisogni delle persone
• Sviluppare le capacità di cooperazione e partecipazione nei processi decisionali democratici sia a scuola che nei centri sociali
• Promuovere la giustizia e l’inclusione sociale

Materiali

• 4 cartelloni, o fogli mobili per lavagne, penne per i gruppi di 4/5 persone
• Carta in abbondanza per chi volesse prendere appunti

Preparazione
  • Fate le fotocopie delle schede, una per gruppo
compass-key-date
  • La settimana che include il 15 Ottobrela settimana Europea della democrazia locale

Istruzioni

L’attività è divisa in due parti: la parte I (35 minuti) è una discussione su che tipo di educazione richiede la gente, la parte 2 (60 minuti) è una discussione su come sviluppare dei sistemi democratici affinché i giovani possano esprimere la propria opinione riguardo all’educazione che ricevono.

Parte I . Che tipo di educazione abbiamo e come la vorremmo? (35 minuti)

  1. Iniziate con una breve discussione generale su che cosa le persone intendono con il termine “Educazione”. Sottolineate che educazione è più dell’andare a scuola. Tracciate la differenza fra educazione formale, non formale e informale. I partecipanti dovrebbero sapere che ricevere un’educazione è un diritto umano (Articolo 26 della DUDU).
  2. Proseguite con un brainstorming sugli aspetti positivi e negativi del sistema scolastico nel proprio paese e prendete nota delle parole chiave su un cartellone.
  3. Rivedete le parole chiave brevemente e riflettete sul perché i sistemi educativi sono come sono in riferimento ad alcuni dei seguenti punti, ad esempio, il curriculum, la dimensione delle classi, le regole scolastiche su abbigliamento e le attività extra curriculari.
  4. Chiedete ai partecipanti di dividersi in piccoli gruppi di 4 o 5 persone. Distribuite il testo dell’Articolo 28 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Date ai gruppi 15 minuti per valutare il loro diritto all’educazione. Ad esempio, l’educazione primaria è accessibile e libera per tutti nella vostra società? Se no, chi è escluso e perché? Che tipodi disciplina viene attuata? La dignità degli individui è rispettata? Il curriculum promuove lo sviluppo della personalità, dei talenti e delle abilità di ognuno? Qual è il focus, ad esempio produrre buoni cittadini o forza lavoro preparata? L’educazione ai diritti umani è inclusa nei percorsi?
  5. Fate ritornare i gruppi in plenaria e fate loro riportare quanto discusso a coppie.

Part 2. Sviluppare sistemi democratici affinché le persone possano esprimere la propria opinione (60 minuti)

  1. Chiedete ai partecipanti di riflettere su chi prende le decisioni sul tipo di educazione che loro ricevono.
  2. Chiedete ai partecipanti di tornare nei loro gruppi di lavoro e tornare a riflettere su come vengono prese le decisioni nella loro scuola. Ad esempio, chi decide cosa dovrà essere insegnato o quali attività extra curriculari saranno realizzate? Come vengono amministrate scuole e università? Come vengono prese le decisioni in merito alle spese di bilancio? Come vengono sviluppate e concordate le politiche? Quanta voce in capitolo hanno i giovani?
  3. Dite loro non solo che hanno il diritto umano all’educazione, ma anche che secondo l’articolo
  4. 12 della Convenzione ONU su diritti dell’infanzia e dell’adolescenza “Il bambino e la bambina hanno il diritto di esprimere la loro opinione su questioni di loro interesse. Il loro punto di vista deve essere preso in considerazione”.
  5. Chiedete a ciascun gruppo di valutare gli aspetti positivi e negativi nell’avere un rappresentante democraticamente eletto, come il consiglio scolastico, che prenda decisioni in merito alla loro educazione a livello locale.
  6. Il prossimo passo dipende dal vissuto del gruppo. Se nelle loro scuole non c’è un consiglio scolastico, allora i gruppi dovrebbero procedere nel decidere che tipo di consiglio vorrebbero, quali competenze dovrebbe avere e come poterne creare uno. Se nelle loro scuole o università esiste già un consiglio scolastico, allora dovranno esaminare come questo lavora e sviluppa progetti al fine di farlo funzionare ancora meglio. Spiegate il metodo da utilizzare per fare un’analisi approfondita e dite ai gruppi che hanno 30 minuti per sviluppare
  7. un piano d’azione da scrivere su un cartellone.
  8. Tornate in plenaria e chiedete ai gruppi di mostrare i risultati.

Debriefing e valutazioneGoto top

Molti argomenti saranno già stati affrontati nelle varie fasi precedenti. Ad ogni modo, dedicate un po’ di tempo a rivedere tutto ciò che è avvenuto durante l’attività, riflettete su ciò che è emerso e pianificate come procedere.

  • Ai partecipanti è piaciuta l’attività? È stata utile? Perché? Perché no?
  • Perché le strutture decisionali esistenti sono così come sono? Quali sono i precedenti storici? Nel passato, le strutture hanno adempiuto alle loro funzioni? Sono ancora appropriate ai giorni nostri? Se no, perché?
  • Perché le strutture e le procedure decisionali necessitano di essere frequentemente aggiornate?
  • Come hanno valutato i piani d’azione creati dai diversi gruppi, se messi a confronto?
  • Quanto costano in termini di tempo, sforzo e denaro?
  • Quanto erano realistici? (Nota: è buona cosa avere una visione d’insieme ma ricordate che bisogna fare un passo alla volta per raggiungere gli obiettivi!)
  • “Il bambino e la bambina hanno il diritto di esprimere la loro opinione su questioni di loro interesse. Il loro punto di vista deve essere preso in considerazione. E’ una richiesta realistica in  relazione al curriculum educativo nazionale? I giovani come possono portare un contributo?
  • Fino a che punto l’articolo 12 è rispettato in classe? Quanto tempo dovrebbe essere dedicato “all’espressione di tutte le opinioni”?
  • Alcuni gruppi, ad esempio i Rom, spesso vedono il loro diritto all’educazione violato. Perché accade e come potrebbero avere accesso all’educazione più facilmente?
  • Come viene attuata l’educazione ai diritti umani nella vostra scuola? Ci sono percorsi di apprendimento sui diritti umani e le varie convenzioni? Avete l’opportunità di essere coinvolti in progetti che promuovono i diritti umani nella vostra scuola e nella vostra comunità?

Linee guida per i facilitatoriGoto top

L’attività fa riferimento al contesto scolastico e universitario menzionando “i consigli studenteschi sia in ambito scolastico che universitario”. Questo non deve dissuadere coloro che operano in contesti non formali: l’attività è ugualmente rilevante per i giovani che frequentano i centri giovani e le associazioni che avranno un direttivo piuttosto che un comitato/consiglio come organo gestionale. Si deve solamente adattare i vocaboli utilizzati in coerenza con il contesto di riferimento.
Prendete confidenza con l’articolo 12 e 28 della Convenzione ONU dei diritti dell'infanzia.Se lavorate con giovani-adulti che hanno più di 18 anni, allora fate riferimento al diritto all’educazione nella DUDU (Articolo 26).
Potete trovare informazioni sull’educazione e i diritti umani nel capitolo 5. Note sulla differenza fra educazione formale, non formale e informale possono essere trovate a pagina 28. L’analisi SWOT è descritta e spiegata nella sezione Attivarsi.

Perché avere un consiglio scolastico?

Un consiglio studentesco/scolastico nasce per dar voce agli studenti sulle questioni scolastiche che li interessano direttamente. Ci sono numerose buone ragioni per creare un consiglio scolastico e per assicurarsi che questo lavori in modo efficace. Lo stesso si può dire per i consigli direttivi o comitati di gestione di organizzazioni giovanili.

I benefici degli alunni innanzitutto

La partecipazione ad un consiglio scolastico promuove l’educazione e lo sviluppo personale dell’alunno poiché:
• I consigli promuovono l’apprendimento della cittadinanza, efficacia politica e attitudini democratiche.
• I consigli promuovono la socializzazione e la presa di coscienza personale
• Dà agli studenti il potere di opporsi all’autorità.
• Gli studenti imparano a prendere decisioni in maniera imparziale e responsabile.
• Gli studenti imparano qualcosa sulla vita reale, ad esempio come lavorare con un budget limitato o con autorità insensibili ai loro problemi.

Benefici pratici

• I modelli a conduzione democratica funzionano meglio di quelli autocratici perché, in definitiva, sono più efficaci dal momento che rafforzano il senso di responsabilità degli studenti.
• I consigli rafforzano la cooperazione, lo spirito di collaborazione e riducono l’isolamento.
• I consigli possono migliorare l’atmosfera della scuola: gli insegnanti sono più accreditati, le regole sono basate su criteri di giustizia.
• Qualunque siano le limitazioni dovute alle pressioni, politiche e sociali, esterne, il consiglio scolastico è un modo pratico per dimostrare agli studenti la buona fede dei funzionari e il loro impegno per il rispetto di certi valori.

Per continuare su questo temaGoto top

Lasciate che il gruppo approfondisca le idee emerse nel corso dell’attività e, prendendo spunto dal capitolo "Attivarsi",si batta per poter contare di più nei processi decisionali di scuole, università o associazioni.

Se al gruppo è piaciuto impegnarsi a pensare a che tipo di educazione vorrebbe avere, potrebbe, allo stesso modo, gradire il gioco "Qual è la tua città?" , che affronta il tema delle città in cui alla gente piacerebbe vivere.
Se i partecipanti desiderano esplorare di più le attitudini di votare, allora possono vedere l’attività "Votare o non votare".

Per mettere in praticaGoto top

I partecipanti potrebbero prendere in considerazione l’idea di creare collegamenti e scambi di informazioni con altri consigli studenteschi nella loro zona, a livello locale, nazionale o internazionale.
Il gruppo potrebbe volersi ispirare al progetto di OBESSU “The Light on the Rights Bus Tour”, nel quale i suoi membri hanno organizzato un tour in Europa, visitando più di 10 paesi e organizzando attività diverse, impegnandosi a sostenere la partecipazione pro-attiva e fare in modo che le voci dei giovani fossero ascoltate. Il progetto è iniziato a Vilnius, Lituania, il 9 Settembre 2011 e è terminato il 21 Ottobre a Cluj-Napoca, Romania. www.lightontherights.eu

Ulteriori informazioniGoto top

Il livello di partecipazione ai processi decisionali dei giovani dipende dalla loro età e dagli argomenti su cui si devono prendere delle decisioni. La scala della partecipazione giovanile di Roger Hart è un modello utile che può essere trovato su, www.freechild.org. Maggiori informazioni sulla scala della partecipazionesi possono trovare nel capitolo Cittadinanza e partecipazione al capitolo 5.

Le opportunità per un coinvolgimento diretto nei processi decisionali sono in aumento in molti paesi, ad esempio, il bilancio partecipato è un processo nel quale gli effetti del coinvolgere le
persone sono direttamente visibili o nel cambiamento politico o nelle priorità di definizione della spesa. Non è un mero esercizio consultativo, ma la materializzazione di una democrazia diretta e deliberata: http://www.participatorybudgeting.org.uk. Un esempio è quello del programma di bilancio partecipato di Newcastle’s (UK), in cui nel Maggio 2008 i giovani hanno avuto il 20% di potere di voto nella decisione dell’acquisizione di servizi per £2.25m dei fondi per l’infanzia e l’adolescenza della città. Riconoscere che i bambini/e e i ragazzi/e sono gli esperti ha permesso al progetto di dare ai giovani della città, che con molta probabilità avrebbero beneficiato dei fondi, la possibilità di poter esprimere la propria opinione in come allocare i fondi stessi. Pretendendo che i fornitori scegliessero le idee dei giovani, il progetto ha fatto in modo che gli stessi potessero pensare diversamente ai loro servizi e a come erano stati allocati.

L’Organising Bureau of European School Student Unions (OBESSU) è un’organizzazione europea che raccoglie organizzazioni scolastiche studentesche. Opera per:
• Rappresentare i punti di vista degli studenti in Europa attraverso diverse istituzioni educative e piattaforme
• Sostenere e migliorare l’accessibilità e la qualità dell’educazione e della democrazia educative in Europa
• Migliorare le condizioni delle scuole superiori di secondo grado in Europa per promuovere maggiore solidarietà, cooperazione e comprensione fra gli studenti
• Mettere fine alla discriminazione e all’ingiustizia, quando sono presenti nei sistemi educativi nei paesi europei
Maggiori informazioni sono reperibili su: www.lightontherights.eu

Da fotocopiare e distribuireGoto top

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Articolo 28 – Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza:
I bambini e le bambine hanno il diritto all’educazione. Gli Stati rendono obbligatorio l’insegnamento primario e accessibile e gratuito per tutti e incoraggiano l’organizzazione di varie forme di insegnamento secondario, rendendolo accessibile ad ogni bambino e bambina, ragazzo e ragazza. La disciplina scolastica dovrebbe essere applicata in maniera compatibile con la dignità del bambino e della bambina, del ragazzo e della ragazza. L’educazione dovrebbe avere l’obiettivo di favorire lo sviluppo della personalità del bambino e della bambina, del ragazzo e della ragazza, dei loro talenti ed abilità, del rispetto per i diritti umani e le libertà fondamentali, per una vita responsabile nella società libera nello spirito di pace, amicizia, comprensione, tolleranza ed uguaglianza, per l’ambiente naturale.