Il Terrorismo non può essere mai accettato.
Dobbiamo contrastare il terrorismo insieme, usando metodi che non compromettano il nostro rispetto per lo stato di diritto e per i diritti umani. Non dobbiamo utilizzare metodi che possano fornire una scusa agli altri per non rispettare lo stato di diritto e i diritti umani.

Anna Lindh

In breve

Partendo da casi-studio, i partecipanti discutono su cosa caratterizza un atto per essere definito terroristico, e formulano una definizione di terrorismo.    

Diritti correlati

• Il diritto alla vita, libertà e sicurezza della persona
• La libertà dalla tortura e dal trattamento degradante
• Il diritto alla pace

Obiettivi

• Approfondire la comprensione delle cause del terrorismo
• Sviluppare capacità di analizzare informazioni ed il pensiero critico
• Incoraggiare alla riflessione e al pensiero indipendente

Materiali

• Schede del caso
• Cartellone con “I punti da considerare”
• Un foglio di carta A4 e matita per ogni piccolo gruppo
• Lavagna a fogli mobili e pennarelli

Preparazione

• Fotocopiare e ritagliare le schede del caso. Avrete bisogno di un set per ogni gruppo.
• Fare una copia del cartellone “punti da considerare”, uno per ogni gruppo.

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  • 21 MaggioGiornata Mondiale anti-terrorismo

Istruzioni

1. Chiedete al gruppo che cosa intenda con la parola “terrorismo”. Fate un brainstorming di alcune idee per vedere se qualcuno può trovare una definizione operativa. Scrivete qualche suggerimento sulla lavagna a fogli mobili.
2. Dite ai partecipanti che, anche se ci sono una serie di trattati internazionali contro il terrorismo, nessuno di loro in realtà definisce il termine “terrorismo”! Una delle ragioni di questo potrebbe essere che gli Stati Membri delle Nazioni Unite hanno spesso diverse interpretazioni dei conflitti in corso e interessi diversi nel classificare alcuni atti come “terroristici” oppure no.
3. Suggerite che potrebbe essere necessario, per creare una definizione di terrorismo, istituire un gruppo di Stati non-Membri come il vostro gruppo di partecipanti! Spiegate che l’attività dovrebbe aiutarli a giungere alla loro definizione di terrorismo entro la fine della sessione.
4. Dividete i partecipanti in gruppi di 4/5 persone e consegnate ad ogni piccolo gruppo una serie di schede di casi ed un foglio di carta. Chiedete loro di discutere ogni scheda a turno decidendo e motivando se il caso possa essere considerato o meno un caso di terrorismo.
5. Portate i gruppi di nuovo in plenaria dopo circa 20 minuti e raccogliete i risultati. Provate a notare le principali ragioni addotte per non identificare alcuni casi come casi di terrorismo.
6. Discutete brevemente le differenze tra i gruppi, dando ad ognuno la possibilità di spiegare la propria decisione. Chiedete ai partecipanti quali sono i casi che hanno trovato più difficili da analizzare.
7. Chiedete ai partecipanti di tornare nei gruppi per formulare la propria definizione di terrorismo, secondo le decisioni che hanno preso in precedenza o secondo le considerazioni emerse nelle discussioni.
8. Dopo 10-15 minuti, chiedete ai gruppi di presentare le loro proposte. Poi passate al debriefing e alla valutazione.

Debriefing e valutazioneGoto top

• E’ stato più difficile o più facile di quanto si fossero immaginati definire il termine “terrorismo”? Perché?
• I casi erano realistici: qualcuno ha “riconosciuto” uno dei casi come corrispondente a eventi reali? Quali eventi? Ha fatto differenza per il vostro giudizio?
• Perché pensate sia così difficile per gli Stati Membri delle Nazioni Unite raggiungere un accordo su una definizione?
• In che modo - se del caso – gli atti di terrorismo sono diversi dagli atti di guerra? Pensate che gli uni siano giustificabili rispetto agli altri?
• Pensate che ci dovrebbero essere alcune regole di base che si applicano a tutte le parti (tra cui gli Stati) nella “guerra contro il terrorismo”? Ci sono cose che a nessuna delle due parti dovrebbe essere consentito di fare? Cosa?
• Pensate che alcune azioni non dovrebbero mai essere giustificate? Perché o perché no?
• Quali diritti umani pensi che siano rilevanti nei casi discussi?
• Potrebbe uno dei casi essere giustificato da un “punto di vista dei diritti umani”?
• Perché le persone diventano terroristi? Perché le persone commettono crimini in cui l’obiettivo è quello di causare dolore o paura negli altri?
• Si può individuare che tipo di persone potrebbero diventare terroristi? Potete immaginare di sentirvi abbastanza forti per prendere in considerazione di togliere la vita di qualcun altro?
• Potrebbe mai essere giustificata l’azione di togliere la vita a dei civili? O di un terrorista? O la vita di qualcuno?

Linee guida per i facilitatoriGoto top

La questione è, ovviamente, molto delicata e controversa, e come si decide di approcciarsi può dipendere in larga misura dalle caratteristiche specifiche della vostra regione o del vostro gruppo. Vi dovete sentire liberi di non usare una qualunque delle schede che possono essere inadeguate, e lo stesso vale, ovviamente, per le domande del debriefing. Si consiglia inoltre di includere altri casi che siano più rilevanti per la realtà di tutti i giorni del vostro gruppo.

Se l’attività deve avere successo, i partecipanti hanno bisogno di sentire che possono esprimere il loro parere genuino senza essere censurati, da voi o da altri membri del gruppo. Potrebbe essere necessario dirlo all’inizio e ottenere l’accordo di tutti sulla riservatezza delle informazioni. Dite loro che lo scopo dell’attività è quello di lavorare con domande difficili in cui le nostre emozioni possano entrare in conflitto con ciò che le persone ritengono sia la risposta “giusta” da dare.

Se volete alcuni fatti e cifre per stimolare l’interesse dei partecipanti all’inizio dell’attività, è possibile trovare interessanti statistiche sul terrorismo sul sito www.nationmaster.com.

Al punto 6, in cui i gruppi tentano di elaborare le proprie definizioni di terrorismo, può essere utile fornire alcune indicazioni relative a casi precedenti, al fine di chiarire alcune delle conclusioni generali. I partecipanti potrebbero elaborare la scheda ”punti da considerare” prima di lavorare sulle loro definizioni, o potrebbero utilizzare le domande al fine di testare le varie definizioni.

Quando si discute la dimensione dei diritti umani nel terrorismo, assicuratevi che i partecipanti siano a conoscenza dei seguenti problemi:
a. Il diritto alla vita è posseduto da tutti, come garantito dall’articolo 3 della DUDU, nell’articolo 2 della Convenzione europea dei diritti umani, e in altri documenti internazionali
b. Anche in tempo di guerra - quando le regole di ingaggio sono sancite dal diritto umanitario internazionale (IHL) - attacchi deliberati contro obiettivi civili non sono ammessi. IHL stabilisce alcune regole fondamentali che devono essere rispettate da qualsiasi parte in un conflitto armato. (Vedere altre informazioni qui di seguito)

Per continuare su questo temaGoto top

Incoraggiare il gruppo a saperne di più sui casi citati, o pensare ad altre istanze storiche del terrorismo, e di come queste sono terminate.
Se il gruppo volesse dare uno sguardo alle ragioni per cui le persone si impegnano in atti di violenza, utilizzate l’attività"Lanciare pietre".Se volete esplorare altri temi relativi alla violenza, si può utilizzare l’attività "Violenza nella mia vita".

Ulteriori informazioniGoto top

Articoli pertinenti in materia di diritti umani e del diritto umanitario internazionale:

Diritti Umani: il diritto alla vita
Dichiarazione universale dei diritti umani:
“Ciascuno ha il diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona. (Articolo 3).
Convenzione Europea sui diritti umani:
“Il diritto di ciascuno alla vita dovrebbe essere protetto dalla legge (...)” (Articolo 2)

Diritto internazionale umanitario: il principio di distinzione
Il Diritto Internazionale Umanitario (IHL) è la branca del diritto internazionale applicabile nei periodi di conflitto armato.
Il Diritto internazionale umanitario si applica a tutte le parti in un conflitto armato, sia che si stia agendo o meno per legittima difesa. Si applica anche ai conflitti internazionali e ai conflitti non internazionali, e si applica in egual misura a gruppi armati in lotta contro uno Stato o il loro stesso Stato.
Uno dei principi più importanti del diritto internazionale umanitario è il “principio di distinzione”, che dice che le parti in conflitto devono distinguere tra civili e combattenti e tra obiettivi civili e obiettivi militari.
Protocollo alle Convenzioni di Ginevra:
“La popolazione civile in quanto tale, così come le persone civili, non può essere oggetto di attacchi. Gli atti o minacce di violenza, il cui scopo principale è quello di diffondere il terrore tra la popolazione civile, sono proibiti. “(Articolo 51.2)

Diritto internazionale umanitario: Proibizione di atti di terrorismo
Quarta Convenzione di Ginevra:
“Pene collettive, come pure qualsiasi misura d’intimidazione o di terrorismo sono vietate.” (Articolo 33)
Protocolli 1 e 2 alle Convenzioni di Ginevra:
La popolazione civile in quanto tale, così come le persone civili, non può essere oggetto di attacchi. Gli atti o minacce di violenza, il cui scopo principale è quello di diffondere il terrore tra la popolazione civile, sono proibiti. (Articolo 51.2, protocollo 1, e l’articolo 13.2, protocollo 2)

Altri articolo del IHL proibiscono di tenere ostaggi e attacchi nei luoghi di lavoro.

Per informazioni sul lavoro del Consiglio d’Europa sul terrorismo, incluse le sue linee guida sulla
lotta al terrorismo ed il rispetto dei diritti umani, vedi le infrmazioni nel capitolo 5  "Guerra e terrorismo".

Da fotocopiare e distribuireGoto top

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I casi

Caso 1: Un gruppo gestisce una campagna armata per liberarsi di un Governo totalitario. Hanno messo una bomba nel Ministero della Difesa, che esplode, uccidendo 12 persone. Caso 2: Un individuo spaventa ragazze madri minacciando per lettera i loro bambini. Nessun caso di violenza è stato segnalato, ma le madri sono troppo spaventate per far uscire i loro bambini.
Caso 3: In una guerra tra due paesi, uno getta una bomba nucleare su un altro, uccidendo circa 100.000 civili. Caso 4: Una lettera esplosiva viene inviata al direttore di una grande azienda di cosmetici, ferendolo gravemente. L’attentatore anonimo accusa l’azienda di sfruttare gli animali.
Caso 5: Un gruppo gestisce una lunga campagna contro le installazioni militari, con uso regolare di esplosivi. Un certo numero di membri delle forze armate sono stati uccisi. Caso 6: In una campagna per ottenere l’indipendenza, i membri di una minoranza etnica bombardano regolarmente aree comuni. Essi avvertono in anticipo, in modo che le persone
possano evacuare gli edifici, ma alcuni civili sono rimasti uccisi.
Caso 7: Un paese ha armi chimiche e dice che è pronto ad usarle se si sente minacciato da un altro paese. Caso 8: Un gruppo di criminali assale una banca, prende in ostaggio i membri del personale, e poi spara agli ostaggi per coprire le proprie tracce.
Caso 9: Gruppi nazionalisti pattugliano e controllano le principali città e regolarmente picchiano o intimidiscono persone di altri gruppi etnici. Caso 10: Uno Stato totalitario, governa la sua popolazione attraverso la paura: chiunque parli contro di esso viene arrestato; persone sono regolarmente arrestate, torturate e persino giustiziate.
Caso 11: Un gruppo di criminali organizzati estorce denaro a uomini d’affari locali. Coloro che si rifiutano di ottemperare alla richiesta vedono le loro proprietà bruciate e a volte sono assassinati. Caso 12: Nel corso di una guerra contro i ribelli, un esercito di occupazione attacca i villaggi con droni aerei senza pilota. Diverse vittime civili sono state segnalate, in alcuni casi intere famiglie sono state uccise.
Caso 13: Lavoratori provenienti dal paese A devono attraversare il paese B tutti i giorni. Le guardie di frontiera del paese B molestano sempre i cittadini del paese A, con estesi controlli dei documenti di identità, spesso facendo perquisizioni corporali. Spesso detengono arbitrariamente persone del paese A. Caso 14: Nel corso di una guerra civile durata dieci anni, una donna di 19 anni incontra inaspettatamente un gruppo di 10 ribelli. Il capo dei ribelli l’ha violentata per primo e poi ha ordinato
ai suoi uomini di fare altrettanto.
Caso 15: C’è un Convegno Internazionale in città. La polizia ha il potere di arrestare chiunque e di tenerlo per 12 ore senza alcuna motivazione. Invitano le persone a non dimostrare. Caso 16: “Bisogna lavorare di più, le tombe non sono piene”, ha esortato la voce alla radio ruandese.

 

Punti da considerare

Punti da considerare durante la vostra discussione:
• Un atto di terrorismo mira sempre a provocare la paura (il terrore) tra la popolazione?
• Ogni atto che induce la gente a essere spaventata è un atto di terrorismo?
• Può uno Stato impegnarsi nel terrorismo, o il terrorismo è sempre un atto contro le istituzioni formali di un paese?
• Il terrorismo mira sempre a infliggere perdite civili, o può mirare ad obiettivi militari, o contro la proprietà?
• Può un atto di terrorismo essere giustificato?