È un ideale per cui vivere e da raggiungere. Ma se necessario, è un ideale per cui sono pronto a morire

Nelson Mandela

In breve

Questo gioco utilizza carte informative per stimolare l’interesse per alcuni testimoni dei diritti umani. Gli argomenti da discutere sono:
• La repressione politica
• I testimoni dei diritti umani nel Ventesimo secolo
• La lotta per i diritti umani in vari paesi

Diritti correlati

• La libertà di opinione e di espressione
• Il diritto di uguaglianza di fronte alla legge e ad un processo equo
• Il diritto a non essere torturati e a un trattamento non degradante

Obiettivi

• Conoscere alcuni degli uomini e delle donne che hanno combattuto per i diritti umani in diversi paesi
• Sviluppare la capacità di trattare, gestire e mettere in ordine informazioni, di cooperare e di lavorare in gruppo
• Promuovere il rispetto, la responsabilità e l’interesse per i diritti umani

Materiali

• Un mazzo di 30 carte per ogni piccolo gruppo
• Forbici
• Buste
• Facoltativi: colla e cartoncino da incollare dietro le carte

Preparazione

• Organizzare la stanza in modo che le persone possano lavorare in piccoli gruppi
• Fotocopiare le carte  in modo da averne un mazzo per gruppo
• Ritagliare ogni mazzo di 30 carte, mescolarle in modo che non siano in sequenza, e metterle nelle buste. È importante mantenere i mazzi separati tra loro!

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  • 10 DicembreGiornata Internazionale dei Diritti Umani

Istruzioni

1. Chiedete ai partecipanti di dividersi in piccoli gruppi (3 o 4 persone per ogni gruppo), e date un mazzo di carte a ogni gruppo.
2. Chiedete loro di sparpagliarle, mantenendole coperte.
3. Spiegate che le carte descrivono fatti reali della vita di sei testimoni dei diritti umani. Lo scopo di ogni gruppo è di collegare gli eventi con il giusto personaggio, e quindi di elaborare una breve descrizione di quella persona.
4. Spiegate che ogni personaggio è descritto da un gruppo di 5 carte (una carta A, una B, una C, una D, una E).
5. Dite ad ogni gruppo di prendere una carta alla volta, fino a quando non finiscono.
6. Date ai giocatori il tempo necessario per leggere in silenzio la loro carta.
7. Quindi lasciate che ogni gruppo elabori la sua strategia per ricostruire i personaggi. Avranno bisogno di circa 15-20 minuti.
8. Poi fateli riunire e chiedete a un rappresentante per gruppo di presentare, con parole sue, uno dei personaggi, a turno, in modo che ogni personaggio venga presentato per intero e ogni gruppo possa verificare di avere messo insieme i “pezzi” in maniera corretta.

Debriefing e valutazioneGoto top

• Quanto è stato facile per voi il gioco, e quali strategie hanno usato i diversi gruppi per mettere in ordine i mazzi di carte?
• Di quali personaggi i partecipanti avevano già sentito parlare e quali non conoscevano? Perché pensano di non aver mai sentito parlare di alcuni personaggi, mentre altri sono molto conosciuti?
• I partecipanti sono rimasti sorpresi da qualche informazione? Che cosa li ha scioccati, che cosa li ha impressionati maggiormente?
• Chiedete ai partecipanti la citazione con cui si identificano di più: come si sarebbero comportati se si fossero trovati nella stessa situazione di quel personaggio?
• Quali diritti umani sono stati reclamati dai diversi “difensori”?
• “L’eroismo” è un modo inappropriato per difendere i diritti umani? Quali azioni possono intraprendere le persone che hanno visto violati i propri diritti umani?

Goto top

Ci sono molte informazioni disponibili su ognuno di questi personaggi e le brevi biografie che sono state fornite offrono un punto di vista molto superficiale (e soggettivo) sull’argomento.
Ci sono anche centinaia di altri testimoni dei diritti umani che meriterebbero di essere aggiunti alla lista. Vedi http://www.universalrights.net/heroes/

Se scegliete di utilizzare gli esempi presenti nel Compass, ma pensate che i personaggi sembrino lontani dai giovani con cui lavorate, potete iniziare con una breve attività introduttiva. Recuperate le foto di quattro o cinque personaggi famosi, ambasciatori dell’ONU, che sono conosciuti nel vostro paese. Incollate le foto su un foglio grande e affiggetelo al muro. Chiedete al gruppo di riconoscerli e di dire che cosa fanno in quanto ambasciatori dell’ONU.

E’ bene ricordare che le persone non dovrebbero sentirsi in nessun caso sollecitate a prendere alcuna posizione nei confronti dei testimoni che hanno scelto. Ci sono molti modi di lottare
per i diritti umani, diversi individui potranno scegliere diverse modalità a seconda delle proprie credenze e abilità, ad esempio, lavorare nelle ONG esistenti oppure organizzare petizioni o fare lobby.

VariazioniGoto top

Consegnate ad ogni gruppo una carta vuota e chiedete loro di scrivere una breve biografia di un testimone dei diritti umani a loro scelta. Chiedete poi ai gruppi di scambiarsi le carte e di indovinare il reciproco “testimone”. Se utilizzate questa variazione, dovete essere pronti per delle sorprese dal momento che i testimoni possono includere anche personaggi famosi e pop star. Dovrete accettare tutti i suggerimenti e far notare che cosa le persone hanno raggiunto o per che cosa hanno combattuto. Può essere utile invitare gli altri partecipanti ad esprimere i propri commenti nel caso in cui voi non siate d’accordo su quanto un dato personaggio abbia testimoniato a favore dei diritti umani.

Per continuare su questo temaGoto top

Vi raccomandiamo di portare avanti questa attività incoraggiando le persone a scoprire qualcosa su altri testimoni dei diritti umani, in modo che possano sviluppare una sensibilità per i personaggi che nella storia hanno dato il loro contributo alla lotta per i diritti umani. Il gruppo potrebbe iniziare con il costruire una propria “galleria di ritratti” dei testimoni dei diritti umani. I sei personaggi forniti in questo gioco possono essere un punto di partenza: le fotografie possono essere incollate su del cartoncino con brevi biografie, e appese nella stanza. Si potrebbe
chiedere ad ogni membro del gruppo di scoprire notizie su altri personaggi e di aggiungerli alla galleria di ritratti. I sei personaggi che sono stati qui presentati sono tutti attivisti per i diritti civili e politici, ma potreste estendere la serie dei diritti anche a quelli sociali ed economici. Chico Mendes potrebbe essere un esempio.

All’interno della società civile ci sono diversi modi per esprimere la propria opinione e combattere
per i diritti umani. Se volete prendere visione dei diversi modi potete proporre l’attività,"Stabilire legami" .

Potreste voler pensare a delle situazioni nelle quali dovete difendere i vostri diritti. In tal caso, il gioco di ruolo “Indovina chi viene a cena” nell’Education Pack All different – All Equal predispone la scena per esplorare che cosa potrebbe accadere se portaste un fidanzato/a “indesiderato/a” a casa per fargli/le conoscere i vostri genitori.

Per mettere in praticaGoto top

Scoprite notizie su alcuni degli attuali prigionieri politici o attivisti – per esempio, quelli che Amnesty International ha dichiarato “Prigionieri di Coscienza”. Scrivete una lettera o organizzate una campagna per informare la gente sul prigioniero in questione e per fare pressione su coloro che hanno il potere di rilasciarlo/a.

Ulteriori informazioniGoto top

La sezione inglese di Amnesty International ha prodotto un poster storico di difensori dei diritti umani, ordinabile tramite il loro sito http://www.amnesty.org.uk

Da fotocopiare e distribuireGoto top

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A

“Ho lottato contro la dominazione dei bianchi, e ho lottato contro la dominazione dei neri. Ho sempre avuto a cuore l’ideale di una società libera e democratica in cui tutti potessero vivere insieme in armonia e con le stesse opportunità. È un ideale per cui vivere e da raggiungere. Ma se deve esserlo, è anche un ideale per cui sono pronto a morire.”
Nelson Mandela
A

“Come risultato di incontri certamente dolorosi ma allo stesso tempo confortanti, ho visto come dagli abissi della ferocia morale all’improvviso sorgesse il grido “è colpa mia” e come, con questo grido, veniva recuperato il diritto di definirsi un essere umano.”
Evgenia Ginzberg
B

Nato/a in un villaggio vicino Umtata, fu eletto/a Presidente della Repubblica del Sudafrica alle prime elezioni democratiche di quel paese all’età di 76 anni. Fino ad allora – e in seguito – la sua vita fu dedicata
B

Nato/a in Russia e morto/a a Mosca nel 1977. Lavorò tranquillamente come insegnante e giornalista fino a quando fu etichettato/ a come terrorista dal regime di Stalin in un processo manipolato. Passò 18 anni
C

alla lotta contro l’apartheid, il sistema razzista usato dal precedente Governo di bianchi per reprimere la maggioranza nera della popolazione. Ha sofferto numerose forme di repressione: escluso/ a dalle riunioni, costretto/a a nascondersi, e alla fine
C

in un campo di prigionia in Siberia in condizioni terrificanti perché si rifiutava di accusare altri di crimini che non avevano commesso. Passò il primo anno in isolamento in una cella umida, con il divieto di muoversi, parlare, cantare o sdraiarsi durante il giorno. In seguito
D

fu arrestato/a, condannato/a all’ergastolo all’età di 44 anni. Passò i successivi 28 anni della sua vita dietro le sbarre, lontano/a dalla sua famiglia e dai figli.
D

fu mandato/a da un campo di lavoro all’altro in Siberia, fino ad arrivare al peggiore di tutti, da cui in pochissimi tornavano vivi, come punizione per avere aiutato un compagno prigioniero.

 

A

“Io ho un sogno: che un giorno questa nazione si alzerà in piedi e vivrà fino in fondo il senso delle sue convinzioni: “Noi riteniamo ovvia questa verità: che tutti gli uomini sono stati creati uguali.” Io ho un sogno: che i miei quattro figli vivranno un giorno in una nazione nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro carattere.”
Martin Luther King
A

“La nonviolenza è la più grande forza a disposizione dell’umanità. È più potente della più potente arma di distruzione che l’ingegno dell’uomo abbia mai escogitato.”
Mahatma Gandhi
B

Nato/a ad Atlanta, Georgia, nel 1929, quando la legge imponeva ai neri di occupare particolari posti sugli autobus, nei teatri e nei cinema, di bere da fontane separate da quelle per i bianchi. All’età di 28 anni fu cofondatore/trice di una
B

Nato/a nel 1869 da una famiglia Indù che viveva a Gujarat, quando l’India era ancora tenuta con la forza tra le colonie dell’Impero Inglese. Guidò la lotta per l’indipendenza, senza mai abbandonare la sua solida fede nella
C

organizzazione di Chiese nere che incoraggiava marce non violente, manifestazioni e boicottaggi contro la segregazione razziale. L’organizzazione partecipò a una protesta a Birmingham, Alabama, in occasione della quale centinaia di bambini dalle scuole
C

protesta non violenta e nella tolleranza religiosa, pur venendo arrestato/a in diverse occasioni. Quando gli Indiani ebbero reazioni violente l’uno contro l’altro o contro il Raj inglese, fece lo sciopero della fame finché la violenza finì. Guidò una marcia di 241 miglia attraverso l’India e
D

riempirono le strade cantando. Alla polizia fu ordinato di attaccare con i cani e ai pompieri con idranti ad alta pressione. Lui/lei fu arrestato/a e incarcerato/a.
D

convinse quelli che lo seguivano ad accettare le brutalità della polizia e dei soldati senza reagire. Trascorse un totale di 2.338 giorni in galera in una vita dedicata completamente alla pace.

 

A

"Spesso sento il bisogno di piangere ma non lo lascio vedere. Ingoio i miei sentimenti.”
"Quando sogno, sogno di essere di nuovo ad Auschwitz”
Zilli Schmidt
 
A

“Ahimè, questa triste canzone nella mia mente la mando a quelli che aiutano i prigionieri. Questi sentimenti in un periodo così buio – non dimenticherò mai le orribili torture. Che questa miseria di oggi possa non essere mai inflitta a un essere sensibile.”
Ngawang Sangdrol
B

Nato/a nel 1924 in Turingia, in Germania da una famiglia di artisti itineranti di etnia sinti. Sopravvissuto/a al campo di sterimino di Auschwits-Birkenau, si è dedicato/a a raccontare al mondo ciò che è stato fatto

B

È un/una monaco/a buddista che crede che il Tibet dovrebbe essere indipendente dalla Cina, e che fu arrestato/a per la prima volta all’età di 10 anni dalle autorità cinesi. Il suo unico crimine era l’aver partecipato a
C

al popolo rom dal regime nazista. Nel 1939 Zilli fu arrestato/a a Strasburgo. "Crimine: gitano/a" si legge nel file della polizia. Fu inviato/a al campo di prigionia di Lety nell'attuale Repubblica Ceca, ma riuscì a fuggire. Fu nuovamente arrestato/a poco dopo. Nel marzo 1943 fu deportato/a

C

una manifestazione pacifica per l’indipendenza del Tibet. Fu arrestato/a di nuovo all’età di 15 anni, e condannato/a a 3 anni di carcere. La sentenza fu estesa prima perché aveva cantato una canzone per l’indipendenza in prigione, e nuovamente a 8 anni perché
D

ad Auschwitz-Birkenau. Nel "campo per famiglie gitane" la fame, la sete, le malattie, le violenze erano all'ordine del giorno. Rischiando la sua vita, rubava cibo e vestiti per aiutare i bambini e gli altri del campo a sopravvivere. Per due volte il suo nome è stato inserito nelle liste delle camere a gas. Tuttavia, entrambe le volte è riuscito/a a sfuggirgli. Tutta la sua famiglia fu usccisa col gas dai nazisti.

D

gridò “Tibet libero” sotto la pioggia nel cortile della prigione. Oggi ha dei problemi ai reni per le torture subite.