Indietro La Segretaria generale si rivolge al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite

La Segretaria generale si rivolge al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite

Il 22 febbraio la Segretaria generale, Marija Pejčinović Burić, è intervenuta alla 46a sessione del Consiglio per i diritti umani in collegamento video.

Signor Segretario generale, illustri Presidenti, cari amici,

Quasi un anno fa, durante il mio discorso in occasione della 43° sessione, il mondo era molto diverso.

Da allora il Covid-19 ha cambiato il nostro modo di vivere e lavorare.

E pone delle nuove sfide ai diritti umani, sfide che le nostre organizzazioni devono affrontare.

Fin dall'inizio della pandemia, ho sottolineato quanto fosse importante che i governi affrontassero la crisi della sanità pubblica con misure efficaci che rispettassero anche le norme giuridiche comuni e, al Consiglio d'Europa, stiamo lavorando con i nostri Stati membri per raggiungere questo obiettivo.

La Dichiarazione di Atene, risultato della nostra sessione ministeriale dello scorso anno, riafferma questo approccio.

Lo scorso aprile ho inviato alle autorità dei nostri 47 Stati membri un documento guida (“Toolbox”) per confermare che la Convenzione europea dei diritti dell'uomo deve applicarsi a tutti i provvedimenti da loro adottati per far fronte alla crisi scatenata dal Covid-19.

Questi includono, per esempio, l'istituzione di uno stato di emergenza e l'adozione di misure eccezionali.

Tali misure devono essere necessarie, proporzionate e limitate nel tempo.

Da allora, tutti i settori dell'Organizzazione si sono adoperati per rispondere, conformemente alla Convenzione europea e alla Carta sociale europea, alle sfide che si sono presentate.

Hanno operato in ambiti come la violenza domestica, l'accesso all'istruzione, la protezione dei diritti dei migranti, la prevenzione della discriminazione nei confronti delle minoranze, nonché le conseguenze delle applicazioni del tracciamento digitale per la protezione della privacy e dei dati personali.

Questa crisi, naturalmente, è lungi dall'essere conclusa e le sue ripercussioni a livello economico si manifesteranno pienamente nel lungo termine, così come le sue conseguenze sociali.

Senza dubbio si presenteranno altri problemi, ma siamo pronti a fare la nostra parte per affrontarli.

Il diritto alla protezione della salute rimarrà certamente una costante nel nostro approccio, affiancato all'obiettivo 3 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite:

Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età.

Il Consiglio d'Europa è orgoglioso di contribuire a questo obiettivo e agli altri che compongono il Programma 2030.

Di fatto, il mio quadro strategico per il Consiglio d'Europa, presentato a novembre, riconosce chiaramente l'importanza di rafforzare i legami tra le attività dell'Organizzazione e gli obiettivi specifici di sviluppo sostenibile.

Che sia nell'ambito dell'uguaglianza tra donne e uomini, della ricerca della pace, della giustizia e di istituzioni solide, o in altri settori, il nostro lavoro è in linea con questi obiettivi e li perseguiremo con determinazione.

Questo è naturale perché il Consiglio d'Europa e le Nazioni Unite hanno molto in comune.

Non solo la fede nei diritti umani.

Ma la fede nel multilateralismo.

E la determinazione a compiere progressi sia nel clima attuale che successivamente.

Le minacce ai diritti umani che esistevano prima del Coronavirus non sono scomparse. Continuano, come continua il nostro lavoro per affrontarle.

Che si pensi alla libertà di espressione e alla libertà dei media, ai discorsi di odio online e offline, alla discriminazione contro le minoranze, all'indipendenza del sistema giudiziario o alla lotta contro la corruzione, il riciclaggio di denaro e la criminalità informatica, le sfide sono evidenti.

Ma anche in questi tempi straordinari, il progresso è possibile.

Sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali, la Convenzione di Lanzarote del Consiglio d'Europa è stata ratificata da tutti i nostri Stati membri.

Sull'ambiente, stiamo lavorando verso nuovi strumenti giuridici che proteggeranno i diritti umani e contrasteranno i reati ambientali.

E sull'intelligenza artificiale (IA), stiamo compiendo progressi sugli elementi di un quadro per lo sviluppo, la progettazione e l'applicazione dell'IA, seguendo le linee guida pubblicate il mese scorso sull'uso della tecnologia del riconoscimento facciale.

Sono inoltre lieta di confermare la recente nomina di un Rappresentante speciale sull’odio e i reati di odio antisemiti e antimusulmani e altre forme di intolleranza religiosa.

Questa figura assicura il collegamento con gli Stati membri e altre organizzazioni internazionali, tra cui il Relatore speciale delle Nazioni Unite per la libertà di religione o di credo, sui modi di affrontare questi problemi.

Vi sono molti altri buoni e apprezzati esempi di aree in cui le nostre due organizzazioni collaborano.

Sono stata particolarmente lieta del fatto che il mio Rappresentante speciale sulle migrazioni e i rifugiati abbia potuto partecipare, lo scorso novembre, all’esame europeo del Patto mondiale sulla migrazione.

Tuttavia, dovremmo sempre cercare nuovi metodi di apprendimento, completamento e potenziamento reciproci.

Prendiamo ad esempio gli organismi di monitoraggio del Consiglio d’Europa.

È positivo che apportino già il loro contributo all’esame periodico universale del Consiglio dei diritti umani.

Ed è giusto cercare ora di coordinare il nostro monitoraggio in modo più efficiente, per agevolare ulteriormente gli obblighi di segnalazione e ridurre l’affaticamento associato al monitoraggio.

Un aspetto ancora più ambizioso è che dovremmo essere aperti all’idea che possiamo coordinare le pratiche di monitoraggio in modo più efficiente anche tra le nostre organizzazioni.

Questo è importante per evitare le duplicazioni.

Qualsiasi modifica avrebbe ovviamente lo stesso obiettivo condiviso di tutto il nostro lavoro congiunto:

Assicurarci un completamento reciproco e di rimanere pertinenti ed efficaci.

Con un’organizzazione europea per i diritti umani con norme giuridiche comuni che operi a stretto contatto con un’organizzazione globale per i diritti umani di portata ineguagliabile.

Insieme, possiamo integrare più profondamente la realtà dei diritti umani nella situazione attuale e in qualsiasi situazione che affronteremo in futuro.

E da questo, possono derivare solo risultati positivi.


 46esima Sessione del Consiglio per i diritti umani - Discorsi 2021

Segretaria generale Strasburgo 24 febbraio 2021
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