Nel suo nuovo rapporto pubblicato in data odierna, il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA) ha constatato dei miglioramenti in Slovenia nella legislazione e nelle prassi destinate a contrastare la tratta, dopo la pubblicazione del primo rapporto nel gennaio 2014, e ha dichiarato che occorrerebbero maggiori sforzi per assistere le vittime.
Il quadro giuridico e procedurale in Slovenia è stato ulteriormente sviluppato, per renderlo conforme alle raccomandazioni del GRETA: è stato penalizzato il ricorso a servizi forniti da una vittima di tratta, è stato concesso alle vittime di tratta con permessi di soggiorno temporanei l’accesso al mercato del lavoro, il programma di sistemazioni di emergenza per le vittime è stato esteso da cinque a trenta giorni.
Il GRETA invita le autorità nazionali a garantire che l’accesso delle vittime all’assistenza non sia condizionato alla loro volontà di cooperare con gli inquirenti, nonché a prestare maggiore attenzione all’individuazione delle vittime di tratta tra i richiedenti asilo e i lavoratori stranieri, e ad adottare misure atte ad agevolare e garantire l’accesso all’indennizzo per le vittime di tratta.
Secondo le conclusioni del rapporto, la Slovenia è essenzialmente un paese di destinazione e di transito delle vittime di tratta degli esseri umani, piuttosto che un paese di provenienza. Nel periodo 2013-2016, sono state individuate 119 vittime di tratta a vari fini (sfruttamento sessuale, lavori forzati, sfruttamento dell’accattonaggio). Nello stesso periodo, sono state denunciate per il reato di tratta 52 persone, dieci delle quali sono state condannate.
