Indietro Segretario generale: l’uscita della Russia dal Consiglio d’Europa rappresenterebbe un “enorme regresso” per i diritti umani

Thorbjørn Jagland

Thorbjørn Jagland

Nel rispondere alla domanda di un membro dell’APCE relativa al continuo mancato versamento da parte della Russia del suo contributo al bilancio del Consiglio d’Europa, il Segretario generale Thorbjørn Jagland ha avvertito che se la Russia dovesse lasciare l'Organizzazione, i suoi cittadini non avrebbero più accesso alla Corte europea dei diritti dell'uomo (Corte EDU). Jagland ha affermato che ciò rappresenterebbe un “enorme regresso” per i diritti umani in Russia, e ha citato il notevole miglioramento delle condizioni carcerarie e una diminuzione del numero di detenuti nelle carceri, dovuti in gran parte ai numerosi ricorsi per violazione dei diritti umani presentati da detenuti russi alla Corte EDU.

Alla domanda sulla sua possibilità di contribuire a migliorare le relazioni tra l’Assemblea parlamentare e il Comitato dei Ministri, il Segretario generale Jagland ha risposto che potrebbe avvalersi del suo ruolo speciale per formulare dinanzi ad entrambi gli organi la sua sincera opinione sulla Convenzione dei diritti dell’uomo e lo Statuto dell’Organizzazione.

Interrogato sulla possibilità che una delegazione russa possa ritornare a partecipare alla sessione dell’APCE il prossimo gennaio, il Segretario generale ha risposto che gli pare improbabile, il che significherebbe che la Russia non parteciperà all’APCE per tutto il 2019. Questo fatto implicherebbe che la Russia non verserà il proprio contributo al bilancio e Jagland ha affermato che è sua responsabilità tenerne conto al momento della preparazione del prossimo bilancio.

Altre questioni hanno riguardato l'estradizione di insegnanti turchi dalla Repubblica di Moldova, la decisione della Corte Suprema bulgara di dichiarare incostituzionale la Convenzione di Istanbul sulla protezione delle donne dalla violenza, le tensioni tra Armenia e Azerbaigian e le condizioni detentive in Ungheria.

Nelle sue conclusioni, Jagland ha esortato i membri dell’APCE a non cadere nella trappola del pessimismo. Dovrebbero invece difendere la Corte europea dei diritti dell'uomo e tutelare il sistema della Convenzione, che esiste per proteggere i cittadini degli Stati membri.

Sessione dell'Assemblea parlamentare Strasburgo 11 ottobre 2018
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