Nel suo rapporto pubblicato in data odierna, il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha descritto la situazione preoccupante constatata durante la visita del mese di maggio 2016 nelle carceri di Huy, Ittre e Jamioulx, e nell’istituto di difesa sociale (EDS) di Paifve, durante lo sciopero del personale penitenziario.
Negli istituti penitenziari visitati, la quasi totalità del personale era assente a causa dello sciopero e le carceri funzionavano unicamente grazie agli sforzi dei dirigenti e di alcuni membri delle forze di polizia e dipendenti del servizio sanitario volontari, assistiti dagli agenti di polizia o da altro personale comandato in servizio. Tali persone non erano tuttavia sufficienti per assicurare condizioni accettabili di detenzione.
Di conseguenza, la grande maggioranza dei detenuti incontrati nel corso della visita non aveva avuto la possibilità di uscire dalla cella per la passeggiata all’aperto, né aveva potuto partecipare ad attività e utilizzare il telefono da circa due settimane. Nella maggior parte dei casi i detenuti non avevano d’altronde potuto ricevere visite dei familiari e degli avvocati. Numerosi detenuti erano quindi rimasti chiusi in cella ventiquattro ore su ventiquattro, spesso insieme a uno o più carcerati. I tre pasti giornalieri erano serviti in una sola volta e il cosiddetto pasto ‘caldo’ spesso veniva distribuito ormai freddo. Le condizioni di igiene erano scarse per l’accesso sporadico alle docce e a causa delle difficoltà incontrate per cambiare o lavare la biancheria. (segue...)
