L’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo necessita di un vero dialogo fra tutte le parti in modo da fornire un risarcimento efficace alle vittime delle violazioni nella regione della Transnistria della Reepubblica di Moldova. “Dobbiamo essere creativi e rompere il cerchio vizioso delle presunzioni giuridiche che portano a un’impasse e non hanno alcuna utilità per i diritti delle persone”, ha dichiarato il Direttore generale dei diritti umani e dello Stato di diritto, Christos Giakoumopoulos, durante una conferenza organizzata oggi a Chisinau dalle autorità moldave e dall’ONG Promo-Lex.
Gli esperti del Consiglio d’Europa hanno partecipato a questa conferenza che aveva come obiettivo esaminare le possibilità di migliorare l’esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo. In diversi casi, la Corte, le cui sentenze sono vincolanti, ha constatato che la Repubblica di Moldova e la Federazione russa esercitano entrambe una giurisdizione su questa regione; la Repubblica di Moldova in ragione della sua affermazione incontestata di sovranità, e la Federazione russa a causa della sua influenza determinante sull’amministrazione locale. È stato constatato che la maggior parte delle violazioni dei diritti umani è imputabile alla Federazione russa.
L’obbligo di eseguire le sentenze della Corte non si limita al versamento di eventuali risarcimenti concessi alle vittime. Questo obbligo esige di prendere delle misure per restaurare i diritti che sono stati violati ed evitare che simili violazioni si ripetano in futuro. La conferenza ha messo in evidenza il ruolo degli organismi come il gruppo 5+2, che possono avviare un dialogo costruttivo e definire le azioni da intraprendere per promuovere e far rispettare i diritti umani nella regione.
