Indietro Il Segretario generale Jagland afferma che la giustizia deve ora iniziare a funzionare in Turchia

Thorbjørn Jagland

Thorbjørn Jagland

Il Segretario generale del Consiglio d'Europa Thorbjørn Jagland, nel rispondere alle domande dei membri dell’APCE, ha dichiarato di essere preoccupato per l’attuale situazione riguardante i diritti fondamentali in Turchia.

Dopo la decisione di accusare Taner Kiliç, Presidente di Amnesty International Turchia, di “appartenere a un’organizzazione terrorista”, il Segretario generale Jagland ha detto di avere immediatamente chiamato il Ministro turco della Giustizia per ricordargli che il Consiglio d’Europa continua a vigilare con particolare attenzione sui diritti e sul trattamento dei difensori dei diritti umani.  

Jagland ha sottolineato il fatto che, con l’istituzione di una commissione speciale di indagine in Turchia per garantire un controllo giudiziario, si è guadagnato tempo per tutti coloro che sono stati sollevati in seguito al tentativo di colpo di stato. Ha insistito sull’importanza che la giustizia possa ora iniziare a svolgere pienamente il proprio lavoro in Turchia e sulla necessità che siano applicati i numerosi strumenti a disposizione del Consiglio d’Europa. Si è detto fiducioso che il rapporto sulla visita effettuata nel 2016 dalla Commissione per la prevenzione della tortura sia rapidamente pubblicato e ha sottolineato che l’Organizzazione deve continuare a cooperare con le autorità turche sulla riforma del settore giudiziario, in cui si erano già ottenuti molti progressi.

Alla domanda se la reintroduzione della pena di morte in Turchia costituirebbe per il Consiglio d’Europa la linea rossa da non superare, Jagland ha risposto che la pena di morte, come la deroga ad altri diritti, quali il diritto alla vita e il divieto della tortura, non potrà mai essere compatibile con il sistema della CEDU.

Il Segretario generale ha posto in risalto il contributo fornito dal Consiglio d’Europa nel campo dell’istruzione per combattere l’anti-islamismo, ridurre il discorso dell’odio e insegnare il significato del vivere insieme in una famiglia democratica europea.

In risposta a una domanda sulla Repubblica di Moldova, Jagland si è detto soddisfatto degli arresti intervenuti dopo la scomparsa di ingenti somme dalle banche, e delle attuali riforme giudiziarie. Ha dichiarato che i partiti politici devono seguire attentamente il parere della Commissione di Venezia sulla nuova legge elettorale, per garantirsi un ampio consenso e organizzare lo svolgimento di elezioni che possano essere veramente riconosciute eque.

Alla domanda sul contributo finanziario della Russia all’Organizzazione, a seguito dei dubbi sollevati dai media, il Segretario generale ha informato di non avere ricevuto nessuna indicazione da parte delle autorità russe di una loro eventuale intenzione di non versare la totalità del loro contributo finanziario entro la fine del mese, come previsto.

Nel corso dello scambio, il Segretario Jagland ha ribadito la sua intenzione di fare tutto il possibile per garantire la cooperazione di tutti gli interessati con l’organismo di indagine esterno indipendente sulle accuse di corruzione all’interno dell’Assemblea parlamentare.

Jagland si è detto fiducioso che l’Unione europea possa aderire alla CEDU, malgrado la situazione di stallo determinata da una decisione della Corte europea di giustizia del dicembre 2015. Ci sono indicazioni che permettono di ritenere che ora le cose stiano cominciando a sbloccarsi da parte dell’Ue.  

Sessione dell'Assemblea parlamentare Strasburgo 26 giugno 2017
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