Indietro Turchia: tutelare la democrazia e i diritti umani

Dichiarazione del Segretario generale Thorbjørn Jagland
Thorbjørn Jagland

Thorbjørn Jagland

“Ho ricevuto la notifica formale da parte del Governo turco che conferma che la decisione di imporre uno stato di emergenza di tre mesi, in risposta al fallito colpo di Stato, potrebbe includere misure di deroga alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

“La possibilità di una deroga temporanea è prevista, per tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa, dall’Articolo 15 della Convenzione nei casi in cui una situazione di emergenza pubblica rappresenti una minaccia per la vita di una nazione”.

“Come precisato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, tali deroghe devono essere proporzionate alla situazione e in nessun caso sono previste deroghe agli articoli seguenti: Articolo 2 (diritto alla vita), Articolo 3 (proibizione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti), Articolo 4 paragrafo 1 (proibizione della schiavitù), Articolo 7 (nulla poena sine lege)”.

Chiunque affermi di essere vittima di una violazione della Convenzione da parte della Turchia come conseguenza delle nuove misure adottate sotto lo stato di emergenza avrà comunque il diritto di presentare il proprio caso dinanzi la Corte europea dei diritti dell’uomo. La Corte stabilirà se l’azione in questione è conforme alla Convenzione.

Il Consiglio d’Europa continua a seguire da vicino gli sviluppi in Turchia. Dal fallimento del colpo di Stato, sono stato in stretto contatto con le autorità, tra cui il Ministro degli Affari esteri Çavuşoğlu. Riconosciamo il diritto dei nostri Stati membri di rispondere alle minacce alla sicurezza. La nostra attenzione ora è rivolta alla tutela della democrazia e dei diritti umani, da cui dipende la futura stabilità della Turchia”.

Segretario generale Strasburgo 22 luglio 2016
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