Indietro Stop allo sgombero di Rom e nomadi

In una dichiarazione congiunta, alcune organizzazioni internazionali insistono sul costo umano degli sgomberi e ricordano le norme
Stop allo sgombero di Rom e nomadi

Tradizionalmente, le vacanze estive coincidono con lo sgombero di Rom e nomadi[1] in tutta Europa, fenomeno che passa pressoché inosservato. L’Ufficio dell’Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) delle Nazioni Unite e l’Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomodell’OSCE (OSCE/ODIHR) si sono uniti al Consiglio d’Europa, all’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali (FRA), alla Rete europea delle istituzioni nazionali dei diritti umani (ENNHRI) e alla rete europea degli organismi di promozione dell’uguaglianza (Equinet) in una dichiarazione in cui condannano i recenti sgomberi di Rom e nomadi in Europa.

In tutta Europa, Rom e nomadi - soprattutto quelli che vivono in insediamenti non ufficiali, baraccopoli o aree di sosta - affrontano una minaccia di sgombero sproporzionata. I firmatari chiedono alle autorità nazionali, regionali e, in particolar modo, locali di trovare soluzioni sostenibili ai problemi di alloggio che riscontrano molti Rom e nomadi, al fine di evitare gli sgomberi.(segue...)

[1] In conformità alla nota a piè di pagina utilizzata dal Consiglio d’Europa, i termini “Rom e nomadi” racchiudono la grande diversità dei gruppi interessati: da un lato a) Rom, Sinti/Manush, Calé, Kalé, Romanichal, Boyash/Rudari; b) Egiziani dei Balcani (Egiziani e Ashkali); c) gruppi orientali (Dom, Lom e Abdal); e, dall’altro lato, gruppi quali nomadi, Yenish e le popolazioni indicate con il termine amministrativo “Gens du voyage”, nonché le persone che di autodefiniscono Gitani.

 

Consiglio d'Europa Strasburgo 29 giugno 2016
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