Indietro La Corte europea dei diritti dell’uomo analizza i procedimenti penali sull’ex Primo Ministro ucraino Tymoshenko

Corte europea dei diritti dell'uomo
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La Corte europea dei diritti dell'uomo ha comunicato al governo ucraino il secondo procedimento Tymoshenko v. Ucraina, chiedendo a quest'ultima di presentare le proprie osservazioni sulle rimostranze. Il caso è stato presentato dall'ex Primo Ministro ucraino Yuliya Tymoshenko e riguarda principalmente i procedimenti penali contro di lei relativi ai contratti per l'approvvigionamento di gas.

Yuliya Tymoshenko, nata nel 1960, è leader di Batkivshchyna, uno dei partiti di opposizione più forti in Ucraina, e del blocco Yuliya Tymoshenko. È stata Primo Ministro dell'Ucraina nel 2005 e tra il dicembre 2007 e il marzo 2010. Nell'aprile 2011, procedimenti penali sono stati presentati contro di lei per un presunto ordine illegale di firma di un contratto riguardante importazioni di gas. L'11 ottobre 2011, è stata condannata per tutte le accuse, inclusa quella di abuso di ufficio o di poteri ufficiali, e condannata a sette anni di prigione e a tre di interdizione dal pubblico ufficio. Il 29 agosto 2012, la condanna è stata confermata in ultimo grado.

Il primo procedimento di Yuliya Tymoshenko davanti la Corte europea dei diritti dell'uomo (n. 49872/11) riguardava rimostranze relative alla sua detenzione. Nella sentenza di Camera del 30 aprile 2013, non definitiva, la Corte ha giudicato che la detenzione preprocessuale di Yuliya Tymoshenko è stata arbitraria, che la legittimità della sua detenzione non è stata propriamente considerata, e che non aveva avuto nessuna possibilità di compenso per la deprivazione illegittima di libertà, in violazione dell'articolo 5 (diritto alla libertà e sicurezza) della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

Il secondo procedimento, presentato il 10 agosto 2011, riguarda l'imparzialità dei procedimenti penali. In particolar modo, secondo l'articolo 6 §§ 1 e 3 (b) e (c) (diritto a un processo imparziale), Yuliya Tymoshenko denuncia difficoltà nel difendere il proprio caso davanti le corti nazionali e mette in discussione la loro indipendenza e imparzialità. (segue...)

Strasburgo 15/07/2013
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