Indietro Bulgaria: il CPT rilascia una dichiarazione pubblica in cui deplora la persistente assenza di progressi nell’affrontare i gravi problemi riscontrati nelle strutture di assistenza sociale e negli ospedali psichiatrici

Bulgaria: il CPT rilascia una dichiarazione pubblica in cui deplora la persistente assenza di progressi nell’affrontare i gravi problemi riscontrati nelle strutture di assistenza sociale e negli ospedali psichiatrici

Il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha rilasciato una dichiarazione pubblica in cui critica vivamente l’assenza di misure da parte delle autorità bulgare per risolvere i gravi problemi riscontrati nelle strutture di assistenza sociale e negli ospedali psichiatrici. Le esorta inoltre ad adottare misure urgenti per migliorare la situazione e cambiare radicalmente l’approccio in materia di trattamento dei disturbi mentali e di strutture di assistenza sociale (consultare la versione in lingua bulgara della dichiarazione pubblica).

Dal 1995, le delegazioni del CPT hanno effettuato 14 visite in Bulgaria, nel corso delle quali si sono recate in 10 dei 12 ospedali psichiatrici statali e in 16 strutture di assistenza sociale per persone con disturbi psichiatrici o disabilità mentali. Da oltre 25 anni, il CPT ha continuato a esprimere la sua  profonda preoccupazione per il trattamento, le condizioni e le tutele giuridiche delle persone ospiti di strutture di assistenza sociale e dei pazienti con disturbi psichiatrici. Tuttavia, le ultime visite, effettuate nel 2017, 2020 e 2021, e le risposte delle autorità bulgare, che hanno ampiamente minimizzato le principali preoccupazioni del CPT, hanno mostrato pochissime evoluzioni o addirittura nessun progresso.

I maltrattamenti fisici degli ospiti di strutture di assistenza sociale e dei pazienti degli ospedali psichiatrici da parte del personale sono da tempo fonte di preoccupazione per il Comitato. In occasione di ogni visita, le delegazioni del CPT sono state informate di episodi di persone schiaffeggiate, percosse con pugni e calci e/o picchiate con bastoni da parte del personale delle strutture di assistenza sociale e degli ospedali psichiatrici. Sembra addirittura che il bastone sia diventato parte integrante dell’equipaggiamento normalmente usato del personale in numerose istituti, poiché è stato ritrovato sovente negli uffici del personale. Dopo avere sollevato in numerose occasioni la questione dei maltrattamenti fisici inflitti deliberatamente, il Comitato deve concludere che le autorità bulgare non hanno adottato le misure necessarie per eliminare questa pratica del tutto inaccettabile.

Il Comitato ha inoltre criticato a più riprese il livello di igiene spaventoso di certe strutture di assistenza sociale ed ha perfino constatato, nel corso della sua ultima visita in un’altra struttura sociale bulgara, che le condizioni igieniche erano talmente pessime, oltre alla completa negligenza in campo sanitario, da essere qualificate come trattamenti inumani e degradanti. Malgrado le raccomandazioni ripetutamente formulate, si trovano ancora in tali strutture di assistenza sociale delle persone che soffrono di disturbi psichiatrici e di disabilità mentali completamente abbandonate a se stesse in dormitori sporchi, con letti con materassi macchiati, da cui si sprigiona un nauseante e persistente odore di urina e ricoperte da nugoli di mosche.


 Comunicato stampa
Bulgaria: il CPT rilascia una dichiarazione pubblica in cui deplora la persistente assenza di progressi nell’affrontare i gravi problemi riscontrati nelle strutture di assistenza sociale e negli ospedali psichiatrici


 Il CPT e la Bulgaria

 Intervista ad Alan Mitchell, Presidente del CPT

Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) Strasburgo 4 novembre 2021
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