Indietro I vertici del Consiglio d’Europa esprimono grande preoccupazione per la mancata esecuzione da parte della Russia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, compreso il mancato pagamento dell’equo indennizzo

I vertici del Consiglio d’Europa esprimono grande preoccupazione per la mancata esecuzione da parte della Russia delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo, compreso il mancato pagamento dell’equo indennizzo

Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha ribadito l’obbligo legale incondizionato della Federazione russa di attuare le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo e di pagare l’“equo indennizzo” riconosciuto dalla Corte.

Il Presidente del Comitato dei Ministri ha rilasciato una dichiarazione sull’argomento e la Segretaria generale del Consiglio d’Europa ha inviato un’ulteriore lettera al Ministro degli Affari esteri russo, a seguito dell’ultima riunione trimestrale del Comitato sull’esecuzione delle sentenze della Corte Europea.

Quattro gruppi di casi russi e due casi interstatali Georgia c. Russia sono stati esaminati dal Comitato durante la riunione. Tali casi riguardano violazioni riscontrate nella regione transnistriana della Repubblica di Moldova e l’inadeguata preparazione delle operazioni di salvataggio degli ostaggi che ha portato a morti e feriti nel teatro Dubrovka e durante il sequestro di ostaggi a Beslan nel 2004, nonché le condanne penali basate su un processo non equo e l’applicazione arbitraria del diritto penale nei casi riguardanti Aleksey Navalnyy.

Dopo l’esame del caso Georgia c. Russia (I), riguardante l’arresto, la detenzione e l’espulsione dalla Federazione russa di un elevato numero di cittadini georgiani nel periodo 2006-2007, il Presidente del Comitato dei Ministri e Ministro degli Affari esteri lettone, Edgars Rinkēvičs, ha dichiarato:

“Le autorità russe devono tenere conto della richiesta del Comitato e conformarsi ai loro obblighi incondizionati, in virtù del diritto internazionale, di pagare tali importi e rispettare appieno le sentenze della Corte europea.”

“Gli interessi di mora sull’importo riconosciuto dalla Corte nel caso Georgia c. Russia (I) continuano ad aumentare e, al 5 giugno 2023, l’importo totale dovuto dalla Federazione russa in questo caso ammontava a 11.525.068,49 di euro. Il ritardo della Russia nell’esecuzione di tale obbligo priva le singole vittime di tali violazioni del risarcimento che spetta loro per i danni subiti”, ha sottolineato.

Su richiesta del Comitato dei Ministri e tenuto ormai conto anche della recente sentenza della Corte che ha riconosciuto l’equo indennizzo nel caso Georgia c. Russia (II), è stato creato un Registro dell’equo indennizzo riguardante la Federazione russa, che include i milioni di euro dovuti dalla Federazione russa in tutti i casi interstatali.

Attualmente vi sono 2.454 casi sotto la supervisione del Comitato dei Ministri, in attesa della completa esecuzione da parte delle autorità russe. Sono attese informazioni sul pagamento dell’equo indennizzo in circa 1.200 casi. Al 5 giugno 2023, l’importo non ancora corrisposto ammontava a poco più di 2,2 miliardi di euro, di cui circa 1,87 miliardi di euro nel caso OAO Neftyanaya Kompaniya Yukos.

La Federazione russa è stata esclusa dal Consiglio d’Europa il 16 marzo 2022. Ciononostante, è ancora obbligata a eseguire le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo relative alle sue azioni e omissioni fino al 16 settembre 2022. La Corte europea ha continuato a emettere sentenze riguardanti la Russia e il Comitato di Ministri continua a supervisionare la loro attuazione.

 

Consiglio d'Europa Strasburgo 8 giugno 2023
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