Indietro Il Consiglio d’Europa si unisce alle Nazioni Unite per esortare la Russia ad attuare le sentenze della Corte EDU

Anna Politkovskaya, murdered on 7 October 2006

Anna Politkovskaya, murdered on 7 October 2006

Nonostante la Russia sia stata esclusa dal Consiglio d'Europa a marzo 2022 e abbia interrotto ogni comunicazione con l'Organizzazione sull'esecuzione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, la Russia è ancora un membro delle Nazioni Unite ed è soggetta alle sue procedure di monitoraggio.

Il Consiglio d'Europa sta collaborando attivamente con gli organi delle Nazioni Unite per ricordare alla Russia il suo obbligo legale incondizionato di attuare le sentenze della Corte EDU. La prossima settimana, il Relatore speciale delle Nazioni Unite si recherà a Strasburgo per uno scambio di opinioni con il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa su questo tema.

Le modalità con cui l'ONU può contribuire a garantire l'attuazione delle sentenze della Corte EDU da parte della Russia e gli ultimi sviluppi sui casi russi pendenti sono stati discussi durante l’ultima riunione trimestrale del Comitato del Ministri del Consiglio d'Europa sull'esecuzione delle sentenze della Corte EDU dal 5 al 7 dicembre.

Nel caso interstatale Georgia c. Russia (II), che riguarda il conflitto armato di agosto 2008 tra la Georgia e la Federazione russa, ad aprile 2023 la Corte europea ha stabilito che la Russia dovesse pagare al governo georgiano oltre 129 milioni di euro entro tre mesi. In una risoluzione intermedia* adottata durante la riunione di questa settimana, il Comitato dei Ministri ha rilevato che nessun pagamento è stato effettuato e che l'importo totale dovuto dalla Federazione russa, compresi gli interessi maturati, ammonta a circa 133,4 milioni di euro.

Il Comitato dei Ministri ha nuovamente esortato le autorità russe a pagare la somma senza indugio. Ha ribadito con fermezza la sua profonda preoccupazione per l'impossibilità dei cittadini georgiani di tornare nelle loro case nell'Ossezia del Sud e in Abkhazia e ha insistito affinché la Federazione russa, che ha un controllo effettivo su queste regioni, assicuri senza indugio misure per prevenire rapimenti, uccisioni, torture o qualsiasi altro incidente che impedisca la libera e sicura circolazione dei cittadini georgiani e garantisca il ritorno sicuro delle persone che desiderano tornare a casa. Il Comitato dei Ministri ha anche preso una decisione sul caso Georgia c. Russia (I).

Dopo aver esaminato i casi relativi alle morti di alto profilo di persone critiche nei confronti delle autorità russe Sergei Magnitsky, Anna Politkovskaya, Natalia Estemirova e Alexander Litvinenko, e la mancanza di indagini efficaci su tali morti, il Comitato dei Ministri ha sottolineato l'obbligo incondizionato della Russia di pagare la "giusta soddisfazione" concessa dalla Corte e di attuare pienamente le sentenze. Le informazioni sull'attuazione di questi casi saranno portate all'attenzione dell'ONU e dell'UE.

Il Comitato dei Ministri ha inoltre adottato una decisione su un gruppo di nove casi relativi ad Aleksei Navalny. Ha esortato le autorità russe ad abrogare le leggi adottate in contrasto con il diritto internazionale che stabiliscono ostacoli giuridici interni all'esecuzione delle sentenze emesse dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, ha condannato con forza il fatto che Aleksei Navalny sia ancora in carcere e ha esortato le autorità russe a garantirne l'immediato rilascio e a fornirgli libero accesso a medici indipendenti e visite senza ostacoli da parte di avvocati.

Nella sua decisione sui casi di discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale nell'esercizio del diritto alla libertà di riunione pacifica e sul rifiuto di registrare le associazioni LGBTI, il Comitato dei Ministri ha deplorato profondamente il deterioramento dei diritti delle persone LGBTI in Russia, ampiamente segnalato, ha ribadito l'obbligo delle autorità di adottare tutte le misure possibili per eliminare la discriminazione sulla base dell'orientamento sessuale e ha sottolineato ulteriormente la necessità di modifiche legislative.

A seguito dell'incontro di questa settimana, la Segretaria generale del Consiglio d'Europa, Marija Pejčinović Burić, ha scritto nuovamente al Ministro degli Affari esteri della Federazione russa esortando le autorità a rispettare l'obbligo vincolante di diritto internazionale previsto dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo di attenersi pienamente alle sentenze della Corte europea.

(*) Una risoluzione intermedia è una forma di decisione adottata dal Comitato dei Ministri con lo scopo di superare delle situazioni più complesse che meritano un’attenzione particolare.

Comitato dei Ministri Strasurgo 8 dicembre 2023
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