In un rapporto pubblicato quest'oggi, il Comitato del Consiglio d'Europa per la prevenzione della tortura (CPT) invita le autorità lettoni a porre rimedio ai maltrattamenti nelle stazioni di polizia e alla violenza tra detenuti. Sollecita altresì il paese a migliorare l'accesso alle cure mediche in carcere e le condizioni detentive dei condannati all'ergastolo.
Nel corso della sua visita effettuata nel 2011, la delegazione del CPT ha ricevuto dai detenuti un certo numero di denunce di presunti maltrattamenti da parte della polizia al momento dell'arresto e durante gli interrogatori. Alcuni di tali episodi sono stati confermati dalle constatazioni della stessa delegazione e da altri referti medici. Nel proprio rapporto, il CPT conclude che le persone sottoposte a fermo di polizia continuano ad essere esposte al rischio di maltrattamenti e invita le autorità lettoni ad esercitare una costante vigilanza su tale questione. Per quanto concerne le condizioni detentive nelle stazioni di polizia, il Comitato sottolinea che in alcune delle strutture visitate le condizioni erano talmente pessime da potere essere assimilate a trattamento inumano e degradante.
Nella loro risposta, le autorità lettoni hanno illustrato i programmi di formazione e di istruzione offerti agli agenti di polizia su varie questioni, tra cui in particolare il divieto della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti, le tecniche di interrogatorio e l'uso della forza fisica, di mezzi coercitivi speciali e di armi. Hanno inoltre fornito informazioni sui provvedimenti adottati per migliorare le condizioni materiali in numerose strutture detentive presso le stazioni di polizia.
Per quanto riguarda la situazione nelle carceri, la vasta maggioranza dei detenuti interrogati dalla delegazione non si è lamentata di maltrattamenti da parte del personale carcerario, ma sono state tuttavia ricevute alcune denunce di presunti maltrattamenti, in particolare nel carcere di Jelgava. (segue...)
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