Indietro Turchia: proteggere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, anche nella lotta contro il terrorismo

Turchia: proteggere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, anche nella lotta contro il terrorismo

Il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, ha sottolineato l’importanza di proteggere i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto, anche nel quadro della lotta contro il terrorismo, in Turchia e in tutti gli altri Stati membri del Consiglio d’Europa.

Esprimendosi durante una conferenza sul Piano d’azione sui diritti umani della Turchia, il Segretario generale ha dichiarato che il fallito tentato colpo di Stato di tre anni fa è stato “un attacco illegittimo alle istituzioni democratiche del paese”. Ha sottolineato che il governo turco continuerà ad avere il sostegno pratico e tecnico del Consiglio d’Europa nel quadro delle riforme relative ai diritti umani.

Il Segretario generale ha posto l’accento sul fatto che la cooperazione di lunga data tra il Consiglio d’Europa e la Turchia – il secondo Stato membro più grande dell’organizzazione, la cui adesione risale al 1950 – ha portato risultati positivi, come il diritto individuale di ricorrere alla Corte costituzionale in Turchia e all’importante giurisprudenza di tale corte.

La finalizzazione del nuovo Piano d’azione sui diritti umani è un altro di questi risultati, ha dichiarato il Segretario generale. Tuttavia, è necessario compiere progressi rispetto a questioni ancora in sospeso, in particolare rispetto alle carenze individuate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nelle aree della giustizia penale, della privazione della libertà e della libertà di espressione.

Il Segretario generale ha precisato che l’ambiguità di alcuni testi di legge, l’interpretazione limitata o stretta delle norme in materia di diritti umani e le restrizioni eccessive imposte ai diritti e alle libertà sono ancora all’origine di numerosi ricorsi dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

“Per superare questi problemi, l’interpretazione dei testi da parte dei giudici deve evolvere e devono essere apportati ulteriori emendamenti alla legislazione”, ha affermato. Il Piano d’azione deve pertanto rafforzare gli strumenti nazionali volti ad assicurare la protezione dei diritti umani, in conformità alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che integrerà ulteriormente i diritti individuali nel diritto turco e nella pratica del paese.

“Per garantire il massimo risultato, il Piano d’azione deve essere accompagnato da un impulso politico, da un’intensa interazione giudiziaria tra Strasburgo e Ankara, da un dialogo inclusivo che coinvolga tutte le parti interessate, comprese la società civile e le organizzazioni dei media, e dalla determinazione delle autorità turche, ai più alti livelli, ad assicurare che tale cambiamento venga realizzato”, ha concluso il Segretario generale.

A seguito di un incontro con il Presidente Recep Tayyip Erdoğan, il Segretario generale ha dichiarato: "Il mio incontro con il Presidente è stato franco e molto costruttivo; abbiamo discusso molte questioni di interesse comune, in particolare la crescente minaccia dell'islamofobia, dell'antisemitismo e del razzismo in Europa".

Il Segretario generale ha inoltre elogiato i notevoli sforzi compiuti dalla Turchia per accogliere e assistere i rifugiati siriani.

Segretario generale Strasburgo 9 dicembre 2019
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