Cominciano oggi i colloqui ufficiali per l'adesione dell'Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Thorbjørn Jagland, Segretario generale del Consiglio d'Europa, e Viviane Reding, Vicepresidente della Commissione europea, sono oggi a Strasburgo per avviare questo processo congiunto e discutere su come portarlo avanti, in modo da rafforzare quanto prima e rendere più coerente la tutela dei diritti fondamentali in Europa.
"Oggi è un momento veramente storico. Stiamo predisponendo l'anello mancante del sistema europeo di tutela dei diritti fondamentali, che garantisce coerenza fra gli approcci del Consiglio d'Europa e dell'Unione europea", ha dichiarato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissario europeo per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza. "L'UE ha un ruolo importante da svolgere nell'ulteriore rafforzamento del sistema di tutela dei diritti fondamentali instaurato dalla Convenzione. Noi abbiamo già la nostra Carta, che rappresenta la più moderna codificazione dei diritti fondamentali del mondo. È un ottimo presupposto per il raggiungimento di un'intesa fra i partner del negoziato."
"La Convenzione europea dei diritti dell'uomo è il riferimento fondamentale per la tutela dei diritti dell'uomo in tutta Europa. Accettando di sottoporre il lavoro delle proprie istituzioni alle stesse norme sui diritti dell'uomo e allo stesso controllo che si applicano a tutte le democrazie europee, l'Unione europea invia un messaggio molto forte: l'Europa sta cambiando e i più influenti e i più potenti sono pronti ad accettare la loro parte di responsabilità perché tale cambiamento avvenga e a sostenerlo," ha affermato Thorbjørn Jagland, Segretario generale del Consiglio d'Europa.
L'adesione dell'UE alla CEDU porrà l'Unione europea sullo stesso piano dei suoi Stati membri per quanto riguarda il sistema di tutela dei diritti fondamentali, su cui vigila la Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo, e permetterà all'Unione europea di farsi sentire nei casi portati davanti a tale Corte. Con l'adesione, l'UE diventerebbe il 48° firmatario della CEDU, e avrebbe il proprio giudice alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo.
L'adesione darà inoltre una nuova possibilità di ricorso ai singoli individui che – una volta esaurite le vie nazionali - potranno adire la Corte europea dei diritti dell'uomo in caso di presunte violazioni del diritti fondamentali da parte dell'Unione europea.
Contesto
L'adesione dell'UE alla CEDU è voluta dall'articolo 6 del trattato sull'Unione europea e prevista dall'articolo 59 della stessa Convenzione quale modificato dal protocollo 14.
Il 17 marzo la Commissione ha proposto direttive di negoziato per l'adesione dell'UE alla Convenzione (IP/10/291). Il 4 giugno, i Ministri della Giustizia dell'UE hanno dato alla Commissione il mandato di condurre i negoziati a loro nome. Il 26 maggio il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha conferito un mandato ad hoc al suo Comitato direttivo per i diritti dell'uomo per elaborare con l'UE il necessario strumento giuridico per l'adesione alla CEDU.
Prossimi passi
Da oggi negoziatori della Commissione ed esperti del Comitato direttivo del Consiglio d'Europa per i diritti dell'uomo si riuniranno regolarmente per lavorare all'accordo di adesione. Al termine del processo, l'accordo di adesione sarà concluso fra le attuali 47 parti contraenti della CEDU e l'UE (su decisione all'unanimità del Consiglio dell'UE e consenso del Parlamento europeo, che deve essere pienamente informato di tutte le fasi dei negoziati). La decisione di conclusione deve essere ratificata dagli Stati membri dell'UE. L'accordo d'adesione dovrà essere a sua volta ratificato da tutte e 47 le parti contraenti della CEDU – secondo le rispettive norme costituzionali - comprese quelle che sono anche Stati membri dell'UE. Entrambe le parti si impegnano per una rapida e agevole conclusione dei colloqui, affinché l'adesione abbia luogo al più presto.