Back Carta sociale europea, Conferenza di alto livello

Turino (Italia) , 

Signor Ministro,
Signor Sindaco,
Eccellenze,
Signore e Signori,

Dopo le Conferenze ministeriali che nel '61 e '91 hanno rispettivamente consentito l'adozione della Carta sociale europea e il perfezionamento del sistema di controllo della sua attuazione sul piano continentale, il processo politico volto all'affermazione dei diritti sociali in Europa non poteva che ripartire da Torino.

A questo riguardo, permettetemi innanzitutto di rivolgere un sincero ringraziamento al Sindaco Piero Fassino, per la calorosa accoglienza in questa splendida città. Una città all’avanguardia, oltre che nell’industria, nella cultura e nello sport, anche nella promozione dei temi del sociale.

Un ringraziamento particolare anche al Ministro Poletti, il quale, nel favorire l’organizzazione della Conferenza nel quadro della Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione europea, ha contribuito a consolidare il dialogo, oggi più che mai necessario, tra Unione e Consiglio d’Europa in materia di diritti sociali.

Questa Conferenza è partita dalla constatazione che la Carta sociale europea si trova attualmente posta di fronte a una serie di sfide che compromettono la sua effettiva attuazione e che richiedono l’adozione di decisioni politiche da parte degli Stati parti contraenti e degli organi politici del Consiglio d’Europa, come pure, in una certa misura, da parte dell’Unione europea.

La Conferenza è il riflesso della nostra convinzione che la Carta può e deve giocare un ruolo importante oggi in Europa, come anche della nostra determinazione a lavorare in questa direzione.

La Conferenza ha rimesso la Carta sociale al centro della scena politica europea, con l'obiettivo di permetterle di esprimere appieno il suo grande potenziale, accanto alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo e alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, nel segno della indivisibilità e della interdipendenza dei diritti fondamentali.

La discussione si è innanzitutto concentrata sulla crisi economica e la gestione delle conseguenze della crisi sul piano sociale. In tale contesto, è stato da molti riconosciuto che non è pensabile di affrontare una crisi di questa portata  facendo astrazione dalla questione dell'attuazione dei diritti sociali.

Il livello di disoccupazione registrato in molti paesi europei, specialmente tra i giovani, la recrudescenza della povertà e le ineguaglianze sociali, che riguardano ormai ampie fasce della popolazione, sono fatti che rappresentano purtroppo, di per sé, un ostacolo per la ripresa economica dell’Europa.

Il crescente sentimento di sfiducia, incertezza e demotivazione alimentato da queste situazioni rischia di incrinare il patto sociale che nell’ultimo mezzo secolo ha consentito all’Europa di vivere in maniera vieppiù unita, prospera e civile.

Tutto questo impone  di affrontare la crisi favorendo misure che coniughino le esigenze di crescita alle necessità di giustizia sociale.  In altre parole, la dimensione sociale non può essere politicamente disconnessa dal contesto macroeconomico, o considerata unicamente come una sua appendice.

Il rispetto dei diritti sociali non rappresenta solamente una questione di civiltà, pace sociale o dignità umana.  Per funzionare correttamente le nostre economie hanno bisogno di un capitale umano che venga riconosciuto e trattato, in tutte le sue componenti, come ricchezza fondante delle nostre società.

È essenziale pensare e agire sull’economia e la società come una dimesione unica, senza mai separare elementi che rappresentanto parti intrinseche di uno stesso insieme. Da questo punto di vista, l'attuazione della Carta sociale europea rappresenta una conditio sine qua non per il successo delle politiche economiche delle istituzioni nazionali e europee interessate.

L'Europa deve utilizzare al meglio i propri sistemi normativi per promuovere politiche sociali innovative: politiche volte a evitare che movimenti anti-sociali, anti-europei , razzisti,  corporativisti o semplicemente fondati sullo sfruttamento politico dell’egoismo sociale, mettano a repentaglio i principi della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti fondamentali, da sempre difesi e promossi dal Consiglio d'Europa.

Per far sì che l’indispensabile ripresa economica sia sostenibile da un punto di vista sociale, è urgente che, come riaffermato dal Comitato dei Ministri in occasione del 50° anniversario della Carta sociale, tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa procedano alla ratifica della sua versione riveduta, accettando il maggior numero possibile di disposizioni.

Per quanto riguarda gli Stati membri dell’Unione europea, una più grande accettazione della versione riveduta della Carta avrebbe anche il vantaggio di favorire una maggiore integrazione tra i sistemi normativi dell’Unione e del Consiglio d’Europa.

In questa prospettiva, la Conferenza ha messo in campo idee e proposte sul modo in cui assicurare che i diritti fondamentali garantiti dalla Carta siano pienamente rispettati dalle decisioni degli Stati contraenti che risultano direttamente o indirettamente dall’evoluzione del diritto dell’Unione europea.

Le soluzioni prospettate, comprendenti anche la possibilità che, come raccomandato dal Parlamento europeo, al momento opportuno, l’Unione aderisca, oltre che alla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, anche alla Carta sociale riveduta, potranno contruibuire a dirimere i conflitti possibili o emergenti tra i due sistemi normativi, nell’interesse sia degli Stati che dei cittadini.

Durante la Conferenza sono state avanzate idee e proposte anche rispetto alla questione della valorizzazione del meccanismo di controllo dell’applicazione della Carta fondato sui reclami collettivi.

In particolare, i dibattiti hanno messo in luce che se questo meccanismo fosse maggiormente conosciuto e accettato, segnatamente da parte degli Stati membri dell’Unione europea, potrebbe contribuire a diminuire il numero di casi pendenti davanti alla Corte europea dei diritti dell’Uomo.

Una più vasta adesione alla procedura dei reclami avrebbe tra l’altro il vantaggio di ridurre il carico di lavoro delle amministrazioni nazionali che contribuiscono alla procedura di controllo della Carta fondata sui rapporti.

Su questa base, si potrebbe evitare che, a causa del numero ridotto di Stati che hanno accettato fino ad oggi la procedura dei reclami e del fatto che questi Stati sono ugualmente sottoposti alla procedura di controllo fondato sui rapporti, quest’ultima finisca per essere indebitamente più pressante per certi Stati che per altri.

Signore e Signori,

Come osservato dal Segretario Generale in apertura e poc'anzi dal Relatore generale, la Conferenza rappresenta solo il primo atto del processo di Torino.

Questo processo ci vedrà impegnati in una serie di iniziative volte a realizzare le priorità condivise in occasione della Conferenza.

Seguirò personalmente questo lavoro, tenendo sempre presente che il rafforzamento della Carta sociale europea rappresenta una delle priorità inserite dal nostro Segretario Generale nella sua Visione strategica per il Consiglio d’Europe per il prossimo quinquiennio.

In questa direzione, oltre a sostenere il Relatore generale nella divulgazione del suo rapporto, ci mobiliteremo affinché, per quanto possibile, nel quadro del sistema di convenzioni del Consiglio d'Europa  la posizione della Carta sociale sia sempre proporzionata al carattere fondamentale dei diritti che garantisce.

In questa stessa prospettiva, nell'ambito del processo di Torino, da un lato collaboreremo con le istituzioni interessate dell'Unione europea; dall'altro, sosterremo le iniziative che saranno prese dalle istituzioni competenti e dagli Stati membri del Consiglio d'Europa.

A questo proposito, d’accordo con le autorità del Belgio – il quale, come sapete, da metà novembre assicurerà la Presidenza del Comitato dei Ministri della nostra Organizzazione – tengo ad informarvi che, quale seguito di questa Conferenza, il 12-13 febbraio 2015 il Governo belga organizzerà a Bruxelles una Conferenza riguardante la Carta sociale europea. Questo evento sarà specificamente dedicato al tema della protezione dei diritti sociali fondamentali e la coerenza dei sistemi giuridici internazionali in materia.

L’insieme di queste iniziative sarà realizzato affinché la Carta sociale possa sempre restare, nell'interesse di tutti, la Costituzione sociale dell'Europa.