Il 26 settembre 2007, il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa decise di indire una ''Giornata europea contro la pena di morte'', che da allora si tiene ogni anno il 10 ottobre. Il Consiglio d' Europa ha svolto un ruolo determinante nel processo che ha trasformato l' Europa in uno spazio libero dalla pena di morte sin dal 1997. Tale giornata costituisce un contributo europeo alla Giornata mondiale contro la pena di morte che si celebra ogni anno lo stesso giorno.

2023
Dichiarazione congiunta della Segretaria generale e dell’Alto Rappresentante, per conto dell’Unione europea
Giornata europea e mondiale contro la pena di morte, 10 ottobre

In occasione della Giornata europea e mondiale contro la pena di morte, l’Unione europea (UE) e il Consiglio d’Europa riaffermano con vigore la loro inequivocabile opposizione alla pena di morte, compresa qualsiasi reintroduzione della stessa, in tutti i casi e tutte le circostanze.

La pena di morte è una punizione inumana e degradante, che rappresenta la massima negazione della dignità umana. Non serve da deterrente alla criminalità e rende irreversibili gli errori della giustizia.

Il mondo continua ad abbandonare la pena di morte e oltre due terzi dei paesi a livello globale hanno abolito la pena di morte nel diritto o nella pratica. Ci congratuliamo con lo Zambia e il Ghana che lo scorso anno si sono uniti al movimento abolizionista mondiale. Accogliamo inoltre con favore il numero record di 125 voti a favore della risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU che chiede una moratoria globale sul ricorso alla pena di morte in vista di un’abolizione definitiva. Chiediamo agli Stati che continuano ad applicare la pena di morte di introdurre una moratoria come primo passo verso l’abolizione.

Quest’anno segna il 20° anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo n. 13 alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), riguardante l’abolizione della pena di morte in qualsiasi circostanza. Finora, lo hanno ratificato 44 Stati membri del Consiglio d’Europa. Elogiamo tale ratifica e accogliamo con favore la ratifica del Protocollo n. 13 da parte dell’Assemblea nazionale armena e la sua firma da parte dell’Azerbaigian. Incoraggiamo entrambi gli Stati membri a completare rapidamente il processo di ratifica.

La Bielorussia è l’unico paese ad applicare ancora la pena di morte in Europa. L’UE e il Consiglio d’Europa deplorano il fatto che, per la seconda volta in meno di un anno, la Bielorussia abbia esteso il campo di applicazione della pena capitale, questa volta ai funzionari e al personale militare per il reato di alto tradimento. In Cina, si stima che il numero di condanne a morte pronunciate e di esecuzioni effettuate lo scorso anno ammonti a diverse migliaia, sebbene le cifre restino segreto di Stato. Nel resto del mondo, paesi come l’Iran e l’Arabia Saudita hanno aumentato il numero di esecuzioni. Questi paesi, come anche altri Stati, ad esempio Singapore, continuano a ignorare il diritto internazionale in materia di diritti umani applicando la pena di morte nei casi legati alla droga o anche nei casi in cui i cittadini esprimono le loro opinioni sui social media o nelle strade. Il ricorso a questa pena inumana deve essere abbandonato. Esprimiamo inoltre rammarico per il fatto che nel 2022 e nel 2023 vi siano state ancora delle esecuzioni negli Stati Uniti.

Chiediamo a tutti gli Stati che continuano ad applicare la pena di morte di promuovere un dibattito aperto e democratico a favore della sua abolizione. In quest’ottica, gli Stati devono migliorare la trasparenza e l’accesso a informazioni precise sulle procedure, sulle politiche e sulle pratiche in materia di pena capitale. Il ritorno occasionale di discorsi sulla reintroduzione della pena di morte dovrebbe mobilitare maggiormente la società civile e promuovere ulteriormente la causa abolizionista fra i giovani. I governi di tutti i paesi abolizionisti devono inviare il chiaro messaggio secondo cui la pena capitale non farà mai ritorno nel loro sistema penale nazionale.

L’UE e il Consiglio d’Europa continueranno a condannare fermamente la pena di morte, in particolare laddove venga applicata ai casi di blasfemia, apostasia o relazioni consenzienti fra persone dello stesso sesso.

La società civile rimane in prima linea nella lotta globale contro la pena di morte. L’UE e il Consiglio d’Europa continueranno a rafforzare i partenariati per raggiungere tale obiettivo nel diritto e nella pratica. In questa importante giornata, elogiamo tutti gli avvocati, i difensori dei diritti umani, i rappresentanti del mondo accademico, i politici e i cittadini che continuano ad adoperarsi incessantemente a favore della dignità umana, dei diritti umani e dell’eliminazione definitiva della pena di morte.

 

Consiglio d'Europa Strasburgo 9 ottobre 2023
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