Il dovere dell’Europa di proteggere i giornalisti

In un articolo pubblicato oggi da oltre 20 autorevoli organi di stampa in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, Dunja Mijatović, Commissario per i diritti umani, invita gli Stati membri a migliorare la sicurezza dei giornalisti.

L’articolo evidenzia la portata delle minacce a cui sono esposti i giornalisti in Europa, invita gli Stati a proteggerli e raccomanda loro l’adozione di alcune misure concrete.

Nel sottolineare che le numerose minacce che alimentano l’insicurezza nei giornalisti in Europa stanno ugualmente minando la democrazia, Mijatović esorta gli Stati membri a rafforzare la protezione dei giornalisti, porre fine all’impunità per i crimini commessi contro di loro, migliorare la legislazione e cambiare l’atteggiamento ostile di numerosi politici nei confronti della stampa.

"Gli omicidi di Daphne Caruana Galizia, Ján Kuciak e di molti altri giornalisti non sono attribuibili al fato, ma alle carenze strutturali delle istituzioni statali che avrebbero dovuto proteggerli", scrive Mijatović. "Questa situazione è pericolosa sia per i giornalisti che per la democrazia. È giunto il momento che gli Stati lo riconoscano e garantiscano la sicurezza dei giornalisti e degli altri operatori dei media".

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Our file on the World Press Freedom Day

Commissario per i diritti umani Strasburgo 3 maggio 2018
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Edizione 2016
Il Segretario generale del Consiglio d’Europa invita gli Stati europei a garantire che la legislazione sulla diffamazione non abbia l’effetto di mettere a tacere i media
Giornata mondiale della libertà di stampa, 3 maggio

Alla vigilia della Giornata mondiale della libertà di stampa, che si celebra il 3 maggio, il Segretario generale del Consiglio d’Europa ha esortato i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa ad accertarsi che le loro legislazioni nazionali sulla diffamazione non creino un’autocensura dei media e un indebolimento del dibattito pubblico.

“Stiamo assistendo a preoccupanti tendenze da parte di alcuni governi ad abusare dei procedimenti giudiziari per diffamazione a scopi politici, come pure a un’applicazione arbitraria delle disposizioni legislative contro la diffamazione, che conducono alla detenzione di giornalisti e a tentativi di invertire il processo delle riforme miranti a depenalizzare il reato di diffamazione. Queste constatazioni figurano tra le conclusioni del mio Rapporto sullo stato della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto in Europa nel 2016”, ha affermato il Segretario generale.

“È essenziale per la democrazia che i media possano svolgere il loro lavoro, che consiste nell’esercitare un diritto di indagine e di critica delle persone al potere. Nell’adempimento di tale funzione di controllo devono essere tutelati dalle garanzie previste dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, entro i suoi limiti. Le leggi sulla diffamazione e la loro applicazione non dovrebbero avere un effetto intimidatorio sulla libertà di espressione”, ha aggiunto.

“Al momento di elaborare o di modificare le loro legislazioni, i governi devono ricordare che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sottolineato che le condanne al carcere sono compatibili con la Convenzione soltanto in casi estremamente eccezionali, in particolare quando c’è stata violazione di altri diritti fondamentali, ad esempio nel caso di discorsi di incitamento all’odio o alla violenza. È inoltre essenziale che le sanzioni previste nel diritto civile per la diffamazione siano proporzionate e non possano essere utilizzate in modo abusivo per silenziare i mass media”, ha sottolineato.

La diffamazione è stata progressivamente depenalizzata nella maggior parte dei paesi europei e quando è ancora considerata un reato, le sanzioni sono raramente applicate. Tuttavia, si è assistito in questi ultimi anni a un forte aumento del numero di processi e a condanne a risarcimenti eccessivi, spesso superiori alle sanzioni pecuniarie previste dal diritto penale.

Nella serie di Linee guida adottate quest’anno al fine di proteggere e garantire la sicurezza dei giornalisti e di altri operatori dei media, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha invitato gli Stati membri a rivedere le leggi e le prassi nazionali riguardanti la libertà dei media, e in particolare in materia di diffamazione, al fine di accertarsi che  siano conformi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Consiglio d'Europa Strasburgo 02 maggio 2016
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Edizione 2015
Il Segretario generale del Consiglio d’Europa chiede agli Stati europei di tutelare i giornalisti

Organizzazioni internazionali che rappresentano i giornalisti hanno segnalato al Consiglio d’Europa 45 casi di presunta violazione della libertà dei media dalla presentazione, il 2 aprile, di una piattaforma online il cui obiettivo è potenziare la tutela del giornalismo e promuovere la sicurezza dei giornalisti.

Le cinque organizzazioni che si sono associate al Consiglio d’Europa per affrontare le gravi presunte violazioni della libertà dei media – Article 19, Associazione dei giornalisti europei, Federazione europea dei giornalisti, Federazione internazionale dei giornalisti e Reporter senza frontiere – hanno segnalato casi in 14 Stati membri.

“La giornata della libertà di stampa è un’opportunità per ricordare quanto sia vitale per la democrazia avere media liberi. Le condizioni che permettono ai media di operare liberamente si stanno degradando e i nostri Stati membri hanno il dovere di tutelare il diritto alla libertà di espressione dei giornalisti come anche di tutti i cittadini. Grazie alla piattaforma, saremo in grado di difendere tali diritti con maggiore determinazione. Molte di queste segnalazioni hanno già avuto effetti positivi e auspico di intraprendere un dialogo con gli Stati membri per trovare il modo di porre rimedio a tutte le altre violazioni denunciate sulla piattaforma”, ha affermato il Segretario del Consiglio d’Europa Thorbjørn Jagland. (segue...)

Si consulti anche:

 
Consiglio d'Europa Strasburgo 30 aprile 2015
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Edizione 2014
Comitato dei Ministri

Oggi il Consiglio d’Europa ha lanciato un appello ai suoi 47 Stati membri affinché assolvano il proprio dovere di tutelare i giornalisti e gli altri attori dei media contro gli atti intimidatori e gli attacchi e adottino le legislazioni nazionali per tutelare gli informatori.

Il Comitato dei Ministri –organo esecutivo dell’organizzazione– ha rilanciato l’appello in una Raccomandazione sulla tutela degli informatori e in una Dichiarazione relativa alla protezione del giornalismo e alla sicurezza dei giornalisti e degli altri attori dei media, adottate poco prima della Giornata mondiale della libertà di stampa del 3 maggio.

Nella Dichiarazione, il Comitato dei Ministri avvisa gli Stati membri del numero crescente dei rapporti che indicano attacchi contro giornalisti e altri attori dei media in diverse regioni d’Europa, in particolar modo pericoli specifici ai quali sono esposte le giornaliste, e li invita a condurre indagini approfondite su tali attacchi al fine di portare gli autori dinanzi la giustizia. Oltre ai giornalisti professionisti, chiunque contribuisca ad alimentare il dibattito pubblico, esercitando un’attività giornalistica o svolgendo un ruolo di controllo, è esposto a rischi.

Il Comitato denuncia gli sforzi insufficienti spesso intrapresi dalle autorità nazionali per indagare su tali abusi e crimini, che portano a una cultura dell’impunità. (segue…)

Strasburgo 02/05/2014
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Edizione 2014

La libertà di stampa nell'era digitale: nuove minacce, nuove sfide

Strasburgo, 03/05/2013 – "In un momento in cui una parte sempre più consistente dell'attività giornalistica si svolge su Internet, l'Europa non è diventata un luogo più sicuro per coloro che esprimono opinioni critiche. Certo, rispetto a prima è ormai possibile comunicare informazioni più velocemente e a un pubblico più vasto. Ma le persone che ricorrono a questo mezzo di comunicazione si espongono a minacce contemporaneamente nuove e meno nuove. Violenze, intimidazioni, procedimenti giudiziari per affermazioni assolutamente legali, molestia giudiziaria e controllo sono infatti metodi che continuano a essere utilizzati nell'era digitale, anche in Europa", dichiara Nils Muižnieks, Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, nel suo ultimo Human Rights Comment pubblicato quest'oggi.

Ogni giorno Internet permette l'esercizio della libertà di espressione nell'interesse pubblico, in Europa e non solo. È infatti grazie ad Internet che sempre più persone sono informate su casi di corruzione o di cattiva amministrazione, su comportamenti non etici di funzionari pubblici o di imprese o ancora su gravi violazioni dei diritti umani. Queste informazioni sono spesso fornite da blogger, da "cittadini reporter", o da altri che, come i giornalisti tradizionali, rischiano ormai di essere oggetto di ritorsioni da parte delle autorità o di gruppi di interesse (per esempio la criminalità organizzata o gruppi etnici o religiosi rivali). (segue...)

Il Segretario generale Jagland: "I governi europei devono garantire la libertà dei media quale condizione essenziale per la democrazia"

Il Segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjørn Jagland, ha invitato i governi a garantire il pieno rispetto del diritto alla libertà d'espressione e a una stampa libera. Jagland ha ricordato che ancora oggi, in alcune regioni d'Europa, vi sono giornalisti confrontati all'oppressione e alla censura.

"Non vi può essere una vera democrazia fino a quando non sarà permesso ai giornalisti di lavorare liberamente, senza temere l'oppressione e la censura. Sfortunatamente, in alcuni paesi, assistiamo ancora oggi a tentativi di tenere sotto controllo o mettere a tacere i media, nonché a una tendenza all'autocensura.

Il Consiglio d'Europa, insieme alla Corte europea dei diritti dell'uomo, sostiene fermamente la libertà d'espressione, ma i governi possono e devono fare di più per ottemperare agli impegni che derivano dalla Convenzione. (segue...)