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(Fa fede il discorso pronunciato)

Discorso di Adam D. Rotfeld, ministro degli affari esteri polacco

Sessione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, Strasburgo, 28 aprile 2005

Signor Presidente,
Onorevoli membri dell’Assemblea parlamentare,
Signor Segretario Generale, Signor Segretario Generale dell’Assemblea,
Esimi invitati,
Signore e Signori,

È per me un grande onore prendere oggi la parola dinanzi all’Assemblea parlamentare in qualità di Presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, per presentarvi la comunicazione sulle attività del Comitato dei Ministri dall’ultima sessione ordinaria dello scorso gennaio.

È stata distribuita una relazione scritta dettagliata, per cui mi soffermerò unicamente su alcuni punti che rivestono un’importanza fondamentale per la Presidenza polacca. Mi riferisco in particolare ai preparativi per il Terzo Vertice, al rafforzamento della cooperazione con altre organizzazioni internazionali, a certe attività condotte dalla Presidenza polacca, tra cui la mia ultima visita in Moldavia, in qualità di Presidente del Comitato dei Ministri.

Come è a voi tutti noto, fra tre settimane la Polonia ospiterà il Terzo Vertice del Consiglio d’Europa. In tale contesto, la Presidenza polacca sta attualmente concentrando la propria attenzione sulla preparazione di questo importante evento. Per noi è certo un privilegio organizzare questo Vertice, ma è anche e anzitutto una gravosa responsabilità, e ci sforziamo di non deludere le aspettative.

Vi posso tuttavia garantire che è anche volontà comune di tutti i partecipanti adoperarsi perché il Vertice si riveli un successo politico.

All’approssimarsi di questo evento, mi pare necessario farvi partecipi di alcune mie riflessioni sul contenuto politico del Vertice e trasmettervi alcune informazioni sulle disposizioni di carattere pratico finora adottate.

Scopo del Vertice è di preparare la nostra Organizzazione a ridefinire il proprio ruolo per il XXI secolo. In tale ottica, ci riuniremo a Varsavia per confermare la missione del Consiglio d’Europa, la più vecchia Organizzazione europea, per metterla in grado di affrontare in modo efficace le sfide e le minacce del mondo attuale. Il Vertice si terrà a Varsavia, nel centro dell’Europa, nella città che fu completamente distrutta – possiamo dire massacrata – nel corso della seconda guerra mondiale, e che oggi simboleggia invece il processo di riunificazione che, in questi ultimi 15 anni, ha posto fine all’arbitraria e artificiale divisione del nostro continente, così come era stata determinata dalla Conferenza di Yalta. In tale prospettiva, mi preme sottolineare che le parole “pace” e “unità” hanno un loro significato ben preciso in questa regione d’Europa.

Nel corso delle due giornate di riunione a Varsavia, celebreremo i successi ottenuti a tutt’oggi, dodici anni dopo il primo Vertice, svoltosi a Vienna; il Consiglio ha infatti portato a termine il mandato politico che gli era stato affidato, quello cioè di riunire tutte le nazioni europee attorno al comune impegno a favore della democrazia, del rispetto dei diritti dell’uomo e dello Stato di diritto. Il prossimo Vertice di Varsavia intende inoltre ricordare i notevoli progressi compiuti nel perseguire l’obiettivo strategico di “costruire un’Europa senza linee divisorie”, stabilito al momento del Secondo Vertice, organizzato a Strasburgo, e ribadire i principi della Dichiarazione di Budapest, adottata in occasione della celebrazione del 50° anniversario del Consiglio d’Europa.
Tuttavia, come ho già avuto occasione di affermarle, non è tanto sul passato, quanto piuttosto sul futuro, che dovrà concentrarsi il Vertice. Il nostro impegno principale consisterà nel raccogliere le sfide che si pongono oggi all’Europa e all’insieme del mondo. Sullo sfondo dei profondi sconvolgimenti che conosce il nostro continente e tenendo conto delle interazioni con i principali partner nello scenario europeo e mondiale, il Vertice definirà gli orientamenti per l’azione futura del Consiglio d’Europa. Il Comitato dei Ministri, tenendo presenti le idee e le proposte formulate dalle delegazioni, dall’Assemblea e dal Congresso, sta attualmente procedendo alla stesura della Dichiarazione politica e del Piano d’azione che dovranno essere adottati dai Capi di stato nel corso del Vertice.

Gli stati membri dovrebbero ribadire il loro attaccamento alle norme contenute nelle principali convenzioni dell’Organizzazione. Dovrebbero inoltre esprimere un più deciso sostegno alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo, adottare misure concrete per ridurre il numero di casi in attesa di esame ed elaborare a tal fine una strategia globale, che includa la ratifica del Protocollo n. 14 della Convenzione. Conformemente alle proposte dell’Assemblea e di numerosi stati membri, il Vertice dovrebbe istituire un Forum per il futuro della democrazia, raccogliendo così una delle nuove sfide specifiche connesse con il rafforzamento della democrazia. La Dichiarazione politica porrà inoltre fermamente in risalto l’interesse del dialogo interculturale all’interno della società europea e delle regioni limitrofe.

D’altra parte, la Dichiarazione evidenzierà la rilevanza della coesione sociale, in conformità con lo statuto della nostra Organizzazione e in considerazione delle sfide che deve affrontare la società europea. Un altro compito importante che ci attende, indicato nella Dichiarazione politica, è il rafforzamento della complementarità e della cooperazione tra le tre istituzioni europee, il Consiglio d’Europa, l'OSCE e l'Unione europea.

Il Piano d’azione, dal canto suo, tradurrà le idee fondamentali esposte nella Dichiarazione, che saranno esaminate nel corso delle tre sedute di lavoro del Vertice, ed enuncerà le linee guida concrete che il Consiglio d’Europa dovrà seguire e gli obiettivi da raggiungere.

Gli stati membri hanno proposto l’adozione di misure concrete per rafforzare la Corte dei Diritti dell’Uomo e suggerito nuove disposizioni, essenzialmente nel quadro delle attuali strutture del Consiglio, atte a difendere i diritti dell’uomo, lo Stato di diritto e la democrazia in Europa, oltre a garantire la coesione sociale, nel contesto delle nuove sfide che si delineano al riguardo.

Vorrei cogliere l’occasione per esprimere i miei più vivi ringraziamenti all’Assemblea parlamentare per il contributo estremamente significativo ed esaustivo fornito lo scorso gennaio nell’ambito delle trattative in corso, con l’adozione della “Raccomandazione 1693 relativa al Terzo Vertice”. Il Comitato dei Ministri ha concluso che le idee ivi esposte suggeriscono iniziative molto ambiziose e sono fonte di ispirazione; per questo, abbiamo cercato, per quanto possibile, di riprenderle nei documenti preparati per il Vertice. Nelle mie risposte alle domande degli onorevoli parlamentari, vi traccerò un quadro più particolareggiato delle varie proposte dell’Assemblea parlamentare che sono state inserite nella Dichiarazione o nel Piano d’azione. Desidero inoltre esprimere il mio vivo apprezzamento per l’insieme dei contributi forniti dagli stati membri, che si sono rivelati particolarmente utili per l’elaborazione dei documenti.

Vorrei precisare che il Terzo Vertice approverà senza alcun dubbio le tre convenzioni riguardanti la prevenzione del terrorismo, la lotta contro la tratta degli esseri umani, il riciclaggio di capitali e il finanziamento del terrorismo. La vostra Assemblea le ha dibattute nel corso della sua sessione di gennaio. Oggi abbiamo praticamente concluso le lunghe negoziazioni e stiamo per finalizzare i testi. Sarà un vero successo per il Consiglio d’Europa – e rappresenterà il nostro comune successo - se potremo aprirle alla firma durante il Vertice.

Il Comitato dei Ministri e il suo Presidente hanno compiuto ogni sforzo per accertarsi che siano prese tutte le misure necessarie per la buona organizzazione del Vertice. Le lettere di invito sono state inviate a tutti i partecipanti, tra cui il Presidente dell’Assemblea parlamentare; è stato inoltre elaborato un programma preliminare. Tengo a ringraziare le delegazioni che hanno già confermato la loro presenza a Varsavia al massimo livello politico.

Sono stati compiuti sforzi notevoli per dare visibilità al Vertice e aprirlo al pubblico europeo. Contiamo infatti sulla sua effettiva partecipazione. A tal fine, prendiamo le disposizioni necessarie per garantire la diffusione del Vertice grazie alle moderne tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Il vasto pubblico, per la prima volta, potrà seguire in diretta e nella sua integralità questa riunione diplomatica al più alto livello.

Abbiamo inoltre previsto numerose attività che si svolgeranno a Varsavia nel quadro del Terzo Vertice. Vorrei citarne alcune.

Sono già stati organizzati numerosi dibattiti e incontri su temi essenziali correlati con gli obiettivi del Consiglio d’Europa, e ne sono previsti altri ancora. Perché Varsavia risulti una città aperta e attraente e vi regni un clima amichevole, sono previste, durante il week end che precede il Vertice, delle manifestazioni culturali interessanti, in particolar modo film, opere teatrali, mostre e concerti, e, soprattutto, la manifestazione che abbiamo deciso di chiamare la “notte di Varsavia per l’Europa”, nel corso della quale celebreremo la Giornata dell’Europa.

Il Vertice della Gioventù e la Conferenza delle ONG internazionali dovrebbero svolgersi anch’essi nel quadro del Vertice.

Signore e Signori,

Il rafforzamento dell’unità sul nostro continente, evitando la comparsa di nuove linee divisorie è la principale parola d’ordine del Vertice e costituisce una delle priorità della presidenza polacca. Al riguardo, il Consiglio d’Europa deve adoperarsi per meglio coordinare le attività, concertandosi con le principali organizzazioni europee, in particolare l’Unione europea e l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

In tale convincimento, la Polonia si è adoperata instancabilmente, nel corso della sua presidenza, perché fossero messe in atto nuove sinergie in materia di cooperazione europea. Per rafforzare la cooperazione con l’Unione europea e l'OSCE, sono state organizzate delle riunioni ad alto livello, sia con l'OSCE (riunione “2 + 2” a Strasburgo il 23 febbraio 2005), che con l’Unione europea (riunione quadripartita a Bruxelles, il16 marzo 2005).

Nel corso della riunione quadripartita organizzata con l’Unione europea, abbiamo espresso l’auspicio che il Vertice confermi il ruolo e la missione del Consiglio d’Europa, lanciando un fermo messaggio destinato a illustrare l’utilità dei valori condivisi dall’insieme delle democrazie europee. A tal proposito, è stato sottolineato il ruolo fondamentale del multilateralismo, come mezzo per risolvere i grandi problemi della nostra epoca, come pure il contributo specifico che potrebbe fornire il Consiglio d’Europa, in considerazione della sua azione normativa, di monitoraggio, di sensibilizzazione e di assistenza agli stati membri, nell’ambito di uno sforzo concertato teso a rafforzare l’unità del continente europeo ed evitare nuove linee divisorie.

Al riguardo, esprimiamo la nostra soddisfazione per la proposta concreta dell’Unione europea in merito alle disposizioni da prendere per la futura cooperazione delle due istituzioni, che sarà caratterizzata dal partenariato e dalla complementarità. Intendiamo dedicare mezzi concreti per rafforzare la coerenza tra le convenzioni del Consiglio d’Europa e l'acquis giuridico dell’Unione europea, e permettere all’Unione europea di avvalersi appieno delle competenze del Consiglio d’Europa in settori nei quali quest’ultimo rappresenta un valore aggiunto.

Infine, e tengo a rammentarne l’importanza, abbiamo sostenuto la proposta dell’Unione europea relativa alla revisione dei meccanismi di consultazione e di cooperazione a tutti i livelli, in vista di rafforzarli e di orientare e gestire in modo più efficace le relazioni future tra l’Unione europea e il Consiglio d’Europa, che si troveranno in tal modo consolidate. Sarebbe auspicabile elaborare su tale base un memorandum d’intesa, al fine di definire concretamente le modalità per intensificare la cooperazione e il dialogo politico tra le due istituzioni.

Sono state adottate alcune misure pratiche per accrescere l’efficacia della cooperazione. È stato designato a Strasburgo un rappresentante della Commissione europea presso il Consiglio d’Europa. Ci auguriamo che i lavori relativi alle modalità tecniche per l’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo continuino a progredire costantemente, in modo che l’Unione possa aderire alla Convenzione non appena entrerà in vigore il Trattato costituzionale dell’Unione europea.

Nello stesso spirito, la riunione quadripartita ha sottolineato l’importanza della complementarità e della cooperazione al momento dell’istituzione della futura Agenzia dei diritti fondamentali dell’Unione europea e ha espresso soddisfazione per le buone probabilità di riuscita in prospettiva. Questa stessa ricerca di complementarità e di cooperazione dovrebbe essere applicata nell’ambito dei progetti relativi a un’agenzia per la diversità linguistica e di un istituto per le pari opportunità tra gli uomini e le donne.

Nel corso della riunione "2+2", che ha visto riuniti il Consiglio d’Europa e l'OSCE, abbiamo evidenziato il ruolo importante svolto da entrambe le organizzazioni nel campo della promozione della sicurezza, della cooperazione, della pace e della stabilità su tutto il continente e a favore di un’Europa senza linee divisorie, basata sui valori fondamentali dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto. Ci siamo impegnati a rafforzare la cooperazione tra l'OSCE e il Consiglio d’Europa, in modo da garantire la loro complementarità ed evitare ogni inutile duplicazione di attività. In tale occasione, plaudo alla decisione delle due Organizzazioni di istituire un Gruppo di coordinamento, cui spetterà tale compito.

L'elaborazione di una dichiarazione politica sulla cooperazione tra l'OSCE e il Consiglio d’Europa è giunta allo stadio finale. Mi compiaccio che il testo del progetto di dichiarazione sia stato accettato nel corso della riunione comune tra il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa e il Consiglio permanente dell'OSCE, tenutasi a Strasburgo il 18 aprile. È un segno dell’impegno politico duraturo degli stati membri delle due Organizzazioni per quanto riguarda il processo di reciproca cooperazione e di sostegno.

La cooperazione rafforzata deve avere chiari obiettivi: evitare inutili doppioni, scambiare esperienze e ridurre il costo delle attività delle due Organizzazioni. Il compito più importante per entrambe è quello di delimitare i settori di cooperazione. Quest’ultima può essere sviluppata su un certo numero di questioni regionali e tematiche, essenzialmente la lotta al terrorismo, la prevenzione della tratta degli esseri umani, la lotta all’intolleranza e alla discriminazione e la protezione delle minoranze nazionali. Dobbiamo in particolare continuare a basare la nostra azione sulle buone prassi di cooperazione, creare delle sinergie e armonizzare le attività dell'OSCE e del Consiglio d’Europa che vengono condotte sul campo. La risoluzione dei conflitti mediante il dialogo politico è una condizione essenziale per la stabilità democratica e lo sviluppo sostenibile delle regioni in cui operano entrambe le Organizzazioni.

Le riunioni che si sono tenute con l’UE e con l'OSCE nel corso della nostra Presidenza possono essere viste come tappe importanti nell’attuale processo di rafforzamento della cooperazione tra le organizzazioni europee. L’adozione, nel corso del Vertice, dei documenti che definiranno il quadro di tale cooperazione sarebbe percepita come un successo comune. Tali documenti dovrebbero comprendere delle raccomandazioni politiche per adeguare certi aspetti organizzativi e giuridici.

A tal fine, abbiamo invitato a Varsavia un gruppo di eminenti intellettuali, di analisti nel campo della sicurezza e certe personalità politiche, che hanno contribuito all’elaborazione di un Rapporto indipendente sulla complementarità dell’Europa. Questo Rapporto del gruppo di riflessione di Varsavia verrà distribuito a tutti i partecipanti al Terzo Vertice.

Signore e Signori,

Vorrei ora passare al punto seguente. Una delle nostre priorità consiste nel consolidare i valori e le norme fondamentali del Consiglio d’Europa. Per questo, dopo le elezioni legislative svoltesi in Moldavia agli inizi di marzo, ho deciso di effettuare una visita ufficiale a Chisinau il 31 marzo, in quanto Presidente del Comitato dei Ministri, per fare il punto sulla situazione del paese e sulla sua cooperazione con il Consiglio d’Europa. Mi sono intrattenuto a colloquio con i massimi dirigenti politici del paese. Abbiamo preso in esame certi settori in cui la Moldavia deve ancora realizzare dei progressi per quanto concerne il rispetto delle norme del Consiglio d’Europa, e in particolare l’indipendenza e il pluralismo dei media, l’indipendenza del potere giudiziario, le misure di lotta alla corruzione e la democrazia locale. Sono state ugualmente sollevate, nel corso di tali discussioni, delle questioni relative alla situazione nella regione della Transnistria moldava. Al riguardo, abbiamo insistito su quattro condizioni indispensabili per risolvere la crisi: il rispetto della sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale della Repubblica di Moldavia e uno statuto speciale per la Transnistria.

Il Comitato dei Ministri segue la questione da molti mesi, in particolare la situazione delle scuole moldave della regione, e l’applicazione integrale della sentenza emessa nel 2004 dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Ilascu e altri contro la Moldavia e la Federazione di Russia.
La questione dello statuto futuro della Transnistria è stata sollevata nel corso delle discussioni con le autorità moldave, alla luce del nuovo clima creato dai mutamenti politici che si sono verificati in Ucraina in questi ultimi mesi. In considerazione del ruolo centrale svolto dalle autorità di Tiraspol al riguardo, ho ugualmente tenuto a incontrarle nel corso della mia visita. I "dirigenti transnistriani ", come si è convenuto di chiamarli, hanno confermato di essere disposti a proseguire le discussioni sulla recente proposta per la risoluzione del conflitto con Chisinau. Hanno dichiarato di voler cooperare con le organizzazioni internazionali, tra cui la Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa. Hanno dimostrato una certa flessibilità in merito a eventuali visite di ispezione negli stabilimenti e al controllo delle frontiere da parte di osservatori internazionali.

Hanno inoltre ammesso che la proposta di un’indipendenza totale non è né realistica, né politicamente ragionevole. Penso che tale visita sia stata utile al riguardo. Mi sembra che i nuovi dirigenti ucraini possano svolgere – ed è già il caso - un ruolo importante per la ricerca di una soluzione politica duratura di questo conflitto.

Signor Presidente,

La Presidenza polacca è stata strettamente associata, fin dagli inizi, al processo a favore di un cambiamento democratico in Ucraina, o, per essere più precisi, al processo per la prevenzione del conflitto. Come è a voi tutti noto, il Presidente Alexsander Kwasniewski ha dato avvio alle discussioni della tavola rotonda che hanno finalmente permesso di trovare un compromesso politico. Il Comitato dei Ministri non ha mai cessato, da allora, di accordare un’estrema attenzione alle misure annunciate dalle nuove autorità ucraine e destinate a favorire il funzionamento delle istituzioni democratiche e dello Stato di diritto nel paese. Dopo l’allocuzione che il nuovo Presidente dell’Ucraina ha pronunciato dinanzi all’Assemblea parlamentare il 25 gennaio 2005, nel corso della quale ha indicato i settori in cui sarebbe apprezzata l’assistenza del Consiglio d’Europa, il Gruppo di relatori sulla stabilità democratica (GR-EDS) del Comitato dei Ministri ha seguito la questione molto da vicino. Ha preso nota dei risultati della riunione tripartita tra le nuove autorità ucraine, il Segretariato del Consiglio d’Europa e la Commissione europea, svoltasi a Kiev il 17 e 18 marzo 2005, in vista di prendere in esame le condizioni di messa in opera dell’attuale Programma congiunto per l’Ucraina, condotto dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione europea, per il periodo 2004-2005, e di preparare l’elaborazione di un nuovo quadro per intensificare la cooperazione con l’Ucraina.

Signore e Signori,

Vorrei cogliere questa occasione per tracciare il bilancio della nostra Presidenza del Comitato dei Ministri, che si concluderà nel mese di maggio, durante il Vertice.
Come l’ho già indicato, il rafforzamento dell’unità europea, nel contesto dei nuovi fattori storici che hanno cambiato la situazione politica del continente, e dell’allargamento e dell’attuale trasformazione dell’Unione europea, è il principale obiettivo prioritario che volevamo perseguire nel corso della nostra presidenza.
Non è il solo obiettivo che ci eravamo fissati per il semestre del nostro mandato.

Avevamo indicato altri quattro obiettivi prioritari:
- il rafforzamento dei diritti dell’uomo;
- la promozione del dialogo tra le culture, presupposto indispensabile per la tolleranza e la risoluzione dei conflitti;
- lo sviluppo della democrazia locale e della cooperazione transfrontaliera;
- la fine delle divisioni, retaggio del passato dell’Europa.
Occorre realizzare tutti questi obiettivi, se si vogliono creare le condizioni propizie allo sviluppo di un’Europa unita, che condivida dei valori fondamentali.

Signor Presidente,

Il rafforzamento della protezione dei diritti dell’uomo è una questione fondamentale per gli stati membri. Al riguardo, sono state annunciate numerose iniziative, finalizzate a rendere più efficace il sistema della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, a sensibilizzare gli animi sulle questioni giuridiche, e, in modo generale, ad elaborare e consolidare le norme relative ai diritti umani. Una delle riunioni svoltasi oggi a Strasburgo costituisce un evento significativo in tale prospettiva; mi riferisco al seminario sui ricorsi efficaci contro l’eccessiva durata dei procedimenti giudiziari.

D’altra parte, affermiamo il nostro fermo impegno contro la minaccia rappresentata dal terrorismo. La questione è stata uno dei principali temi di discussione della terza Riunione multilaterale ad alto livello dei Ministri dell’interno, organizzata a Varsavia il 17 e 18 marzo scorso. La riunione ha adottato una risoluzione, che sostiene il rafforzamento del ruolo del Consiglio d’Europa per la prevenzione e la repressione del terrorismo, della criminalità organizzata e delle altre forme di gravi reati, grazie all’attività normativa, al monitoraggio e alla cooperazione tecnica. Ha permesso di creare una dinamica positiva, affinché siano firmate e ratificate al più presto le due nuove convenzioni del Consiglio d’Europa: la bozza di convenzione relativa al riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca di proventi di reato e quella relativa al finanziamento del terrorismo.

Le questioni sociali sollevate in seno al Consiglio d’Europa presentano un interesse particolare per la Polonia. Per richiamare l’attenzione su certi punti specifici correlati con questo tema, abbiamo organizzato dei seminari, che si proponevano in particolare di studiare la questione delle organizzazioni non governative nella società civile e della sicurezza sanitaria in Europa.

La cooperazione nel campo della cultura e dell’educazione contribuisce in modo particolare a rafforzare l’identità europea. È questa la ragione d’essere del nostro terzo obiettivo prioritario, ossia il rafforzamento del dialogo interculturale, indispensabile nella lotta contro l’intolleranza e le manifestazioni di xenofobia o di razzismo. La Conferenza organizzata a Wroclaw il 10 dicembre 2004, in occasione del cinquantesimo anniversario della Convenzione culturale europea, ha fornito un’eccellente occasione per passare in rassegna i risultati ottenuti in materia. Sono persuaso che la Dichiarazione adottata dalla Conferenza rispecchia quelle che sono le nostre opinioni e le nostre aspirazioni per l’applicazione della Convenzione.

Il quarto obiettivo prioritario, ossia lo sviluppo della democrazia locale e della cooperazione transfrontaliera, riveste un’importanza particolare per la Polonia. Siamo, credo, tutti consci del fatto che l’efficacia della cooperazione transfrontaliera e lo sviluppo della democrazia locale sono i fattori fondamentali per un rafforzamento dell’unità europea basata sulla democrazia, i diritti dell’uomo e la preminenza del diritto al livello più essenziale e basilare, quello locale. Al riguardo, la Polonia ha acquisito una vasta esperienza in questo settore, che è disposta a condividere con altri partner, in particolare quelli che si trovano a dover affrontare dei processi di trasformazione politica.

Abbiamo d’altronde organizzato la Conferenza ministeriale, che si è tenuta in occasione del venticinquesimo anniversario della Convenzione-quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali, meglio nota come Convenzione di Madrid. La suddetta Conferenza ha fornito un’occasione unica per scambiare insegnamenti con i partner e proporre soluzioni interessanti, tra cui la ricerca di nuove forme giuridiche di cooperazione, l’istituzione di buone pratiche nei paesi dell’Europa centrale e orientale, e il rafforzamento della cooperazione tra l’Unione europea e il Consiglio d’Europa.

Saper superare le difficili eredità del passato rappresenta una sfida importante per le nazioni europee. Se vogliamo costruire un’Europa unita, un’Europa senza linee divisorie, capace di portare avanti il dialogo interculturale, dobbiamo placare le controversie e i contrasti vivi fino a ieri. Sono intimamente persuaso che una discussione sincera ed esauriente all’interno del Consiglio d’Europa costituisce il mezzo adeguato per giungere al compromesso e alla riconciliazione.

La Polonia sosterrà i programmi nel campo dell’educazione promossi dal Consiglio e indirizzati a promuovere una percezione comune e obiettiva della storia. Nel quadro della presidenza polacca, si terrà a Cracovia, ai primi di maggio, un seminario dei ministri europei della pubblica istruzione sul tema “Insegnare il ricordo attraverso il patrimonio culturale”.

“Historia magistra vitae est”: non dobbiamo perdere di vista il fatto che la storia deve essere il riflesso fedele e onesto dei fatti. Esiste un’unica storia europea. Ci sono molteplici spiegazioni del passato, ma dobbiamo unire i nostri sforzi per creare un futuro basato sul nostro patrimonio comune.

Signor Presidente,

La ringrazio dell’attenzione. Sono a vostra disposizione per rispondere a tutte le domande che mi vorrete rivolgere.