Indietro Se vogliamo comunità aperte, tolleranti e inclusive, l’istruzione è semplicemente indispensabile

Se vogliamo comunità aperte, tolleranti e inclusive, l’istruzione è semplicemente indispensabile

Intervenendo alla riunione dei ministri dell’Istruzione il 26 novembre a Parigi, il Segretario generale, Marija Pejčinović Burić, ha sottolineato l’importanza di promuovere l’educazione alla cittadinanza digitale e l’insegnamento della storia in Europa.

Passaggi salienti del suo discorso:

“Settanta anni fa, il Consiglio d’Europa è stato istituito nella profonda convinzione che occorreva trarre insegnamento dal passato e prendere misure per assicurare un presente e un futuro migliori.

Se vogliamo comunità aperte, tolleranti e inclusive, l’istruzione è semplicemente indispensabile.

Sappiamo bene che il Consiglio d’Europa sostiene da molto tempo diverse iniziative in materia di istruzione.

Tra queste figura la Carta sull’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani.

Il suo quadro di competenze per la cultura democratica definisce le competenze specifiche di cui i giovani necessitano per comprendere la vita della loro società e prendervi parte.

Tuttavia, in un mondo sempre più digitalizzato, dobbiamo assicurarci che l’educazione alla cittadinanza sia veramente in linea con i nostri obiettivi.

L’ambiente digitale può esporre ad abusi, alla criminalità e alla disinformazione e tutto questo interessa in particolar modo i giovani.

Allora, come possiamo rafforzare le competenze per la cultura democratica in questo mondo digitale?

Recentemente, il Comitato dei Ministri ha adottato una raccomandazione volta a sviluppare e promuovere l’educazione alla cittadinanza digitale.

Tale raccomandazione invita in particolar modo gli Stati membri a rivedere le loro leggi, politiche e pratiche e a formare gli insegnanti e gli altri professionisti dell’istruzione.

L’insegnamento della storia, già menzionato nella Convenzione culturale europea adottata a Parigi nel 1954, è uno dei successi del Consiglio d’Europa.

Di fronte alla diffusione del populismo e della xenofobia in ogni parte d’Europa, l’insegnamento della storia contribuisce opportunamente all’equilibrio dell’ambiente educativo.

Pertanto, abbiamo deciso di rilanciare il nostro approccio e tale processo è ora ben avviato.

In questo momento desideriamo rafforzare il legame tra l’insegnamento della storia e la cultura della democrazia.

Se non conosciamo e non comprendiamo la storia, rischiamo di non comprendere ciò che accade quando non ci sono più democrazia, diritti umani, rispetto della dignità umana e umanità.

Se non conoscono e non comprendono la storia, i giovani rischiano di diventare più facile preda di chi diffonde pregiudizi, divisioni e odio.”

Riuniti in una conferenza organizzata nel quadro della Presidenza francese del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, i ministri dell’Istruzione dell’Organizzazione (*) hanno discusso dell’utilizzo etico degli strumenti digitali e dello sviluppo del pensiero critico, nonché nel progetto di creazione di un Osservatorio dell’insegnamento della storia in Europa.

 

(*) Si intendono i ministri dell’Istruzione dei 50 Stati contraenti della Convenzione culturale del Consiglio d’Europa (i 47 Stati membri del Consiglio d’Europa, nonché la Bielorussia, il Kazakistan e la Santa Sede).

Segretario generale Parigi 26 novembre 2019
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