Indietro Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

I vertici del Consiglio d’Europa riconoscono il successo della Convenzione di Istanbul, ma mettono in guardia rispetto alle sfide future
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Dichiarazione congiunta del Segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić, del Segretario di Stato agli Affari europei francese Amélie de Montchalin, a nome della Presidenza francese del Comitato dei Ministri, e della Presidente dell’Assemblea parlamentare Liliane Maury Pasquier.

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il nostro pensiero è rivolto alle vittime di violenza domestica e altre forme di violenza di genere. Sono troppe le donne che muoiono ancora per mano dei loro partner o ex partner. E, poiché le loro vite sono distrutte, le loro famiglie devono affrontare il lutto e la perdita.

In tale contesto, dovremmo cogliere questa occasione anche per sottolineare lo straordinario successo della Convenzione di Istanbul: la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.

Il trattato è entrato in vigore cinque anni fa. Oggi, conta 34 Stati contraenti, 11 Stati firmatari, tra cui l’UE. Il fatto che due Stati non membri chiedano di aderirvi dimostra l’interesse che la Convenzione richiama a livello mondiale.

Il monitoraggio assicurato dal Gruppo di esperti sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica (GREVIO) ha reso la Convenzione uno strumento efficace, favorendo la cooperazione con i governi per garantire che la legislazione nazionale incorpori le norme della Convenzione. Questa settimana, ad esempio, il GREVIO ha pubblicato il suo primo rapporto sulla Francia, la quale, come altri Stati che hanno ratificato la Convenzione di Istanbul, ha fatto una scelta politica chiara: la violenza non dovrebbe essere considerata una questione privata, ma un comportamento criminale rispetto al quale le autorità dovrebbero garantire che non vi sia impunità. La Francia, che attualmente esercita la Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ha posto un accento particolare sull’importante ruolo della polizia nel porre fine alla violenza contro le donne. Il governo francese ha avviato una campagna contro il sessismo che può condurre alla violenza. La Francia ha inoltre incoraggiato l’adesione alla Convenzione da parte degli Stati che non sono membri del Consiglio d’Europa. Diversi paesi terzi hanno già espresso il proprio interesse ad aderire alla Convenzione di Istanbul.

Dalla sua entrata in vigore in un numero crescente di Stati, centri di accoglienza finanziati attraverso fondi pubblici e linee di assistenza telefonica specializzate disponibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che indirizzano le donne verso servizi di consulenza, sono stati istituiti laddove non esistevano in passato. I giudici, i pubblici ministeri e altri esperti legali ricevono una formazione specializzata per migliorare l’accesso delle donne alla protezione e alla giustizia. La normativa sta cambiando in meglio. Lo stupro, ad esempio, viene definito più dalla mancanza di consenso che da una semplice prova dell’uso della forza. Laddove hanno avuto luogo questi cambiamenti, abbiamo assistito a un aumento dei tassi di condanna e delle segnalazioni di violenze, poiché le donne hanno meno paura e si fidano maggiormente delle autorità. Tali indicatori positivi sono motivo di elogio.

Tuttavia, questo è anche un momento per concentrarsi sulle sfide future. Dobbiamo contrastare un recente contraccolpo contro i diritti delle donne aprendo un dialogo costruttivo sui benefici che la Convenzione di Istanbul apporta alle donne negli Stati che la ratificano. Dobbiamo combattere le fake news e le informazioni errate che circolano sulla Convenzione di Istanbul e sottolineare il contributo positivo di questa Convenzione all’uguaglianza di genere e ai diritti umani in generale. Dobbiamo risolvere i problemi che emergono come problemi comuni dai rapporti del GREVIO, comprese le difficoltà nel raccogliere dati completi e la mancanza di una protezione adeguata per le vittime di violenza domestica e per i loro figli. Dobbiamo inoltre attaccare le cause profonde di tale violenza, tra cui il sessismo. Esortiamo infatti tutti gli Stati membri ad attuare la storica raccomandazione del 2019 del Comitato dei Ministri sulla prevenzione e la lotta contro il sessismo in quanto auspichiamo che questa possa aiutare a cambiare le percezioni e i comportamenti che possono portare alla violenza.

Il successo che abbiamo ottenuto finora è dovuto anche agli sforzi dei parlamentari che promuovono il trattato nei loro paesi e aiutano a correggere le idee sbagliate sullo stesso. Quest’anno, la nostra Assemblea parlamentare ha adottato una risoluzione per ribadire il suo fermo sostegno alla Convenzione e per intensificare la cooperazione con il GREVIO, nonché una risoluzione sulla promozione di parlamenti senza sessismo o molestie sessuali. La Presidente dell’Assemblea parlamentare ha inoltre lanciato, in risposta ai risultati di uno studio sul sessismo, le molestie e la violenza contro le donne parlamentari in Europa, l’iniziativa #NotInMyParliament per contrastare il sessismo, le molestie e la violenza contro le donne nei parlamenti europei.

C’è ancora molto da fare ed è fondamentale che la Convenzione di Istanbul non sia solo ratificata ma anche attuata nella sua totalità. Per affrontare le nuove sfide in modo efficace, dobbiamo tutti ribadire il nostro sostegno alla Convenzione di Istanbul e al lavoro di monitoraggio del GREVIO. Così facendo, possiamo garantire alle donne di poter beneficiare del più fondamentale dei diritti umani: il diritto a vivere una vita senza violenza.

Consiglio d'Europa Strasburgo 22 novembre 2019
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