Indietro Il discorso dell’odio non è libertà di espressione, afferma il Segretario generale in vista della Giornata dei diritti umani

Il discorso dell’odio non è libertà di espressione, afferma il Segretario generale in vista della Giornata dei diritti umani

In vista della Giornata dei diritti umani del 10 dicembre, il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, ha messo in guardia sul fatto che il discorso dell’odio e la libertà di espressione non devono essere confusi. 

“Guardiamo ciò che è stato raggiunto e pensiamo alle numerose persone che hanno dovuto sopportare situazioni difficili e hanno perso la vita nella lotta per i diritti umani: non dovremmo mai dare per scontati questi diritti e queste libertà e non dovremmo mai abusarne.

L’incitamento all’odio è un abuso della libertà di espressione. 

Siamo liberi di esprimerci, anche nella misura in cui la nostra opinione possa offendere, turbare o disturbare gli altri. Tuttavia, non tutto può essere accettato come libertà di pensiero. Quando le persone iniziano a incitare pubblicamente alla violenza, all’ostilità o alla discriminazione contro un gruppo di persone, si tratta di discorso dell’odio e non di libertà di espressione.

Il discorso dell’odio può assumere molte forme, dal gridare contro qualcuno per strada al pubblicare commenti offensivi sul Web.

Il rispetto della dignità umana pone particolari sfide nel cyberspazio, dove i confini e i limiti sono meno chiari. Dobbiamo tracciare il confine laddove inizia l’odio. 

Partecipate alla Giornata d'azione per i diritti umani il 10 dicembre. Dite NO al discorso dell’odio”, ha affermato.

Segretario generale Strasburgo 9 dicembre 2016
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