Indietro Inchiesta sul rispetto dei diritti umani in Azerbaigian

Inchiesta sul rispetto dei diritti umani in Azerbaigian

Il Segretario generale del Consiglio d’Europa, organizzazione composta da 47 Stati membri, ha lanciato un’inchiesta ufficiale sull’applicazione da parte dell’Azerbaigian della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

“Le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo hanno dimostrato un’applicazione arbitraria della legge in Azerbaigian, in particolare per far tacere le voci critiche e per limitare la libertà d’espressione”, ha dichiarato Thorbjørn Jagland.

“In queste circostanze allarmanti e considerata l’assenza di misure positive per porre rimedio alla situazione, invierò dei rappresentanti in Azerbaigian per chiedere spiegazioni alle autorità sull’applicazione della Convenzione europea da parte del paese. Mi preoccupa osservare che ci sono persone private della loro libertà a causa di un abuso di potere da parte delle autorità legali di un paese, come riscontrato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel caso Ilgar Mammadov. Si tratta di una grave violazione della Convenzione”.

Nel maggio 2014, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha giudicato che il processo penale contro Ilgar Mammadov era privo di fondamento giuridico e che lo scopo della privazione della sua libertà era farlo tacere perché criticava le autorità.

Il sig. Mammadov resta in prigione nonostante i ripetuti appelli da parte del Segretario generale e del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che controlla l’esecuzione delle sentenze della Corte.

In virtù dell’articolo 52 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il Segretario generale può lanciare un’inchiesta sul modo in cui il diritto interno di uno Stato membro assicura l’effettiva applicazione della Convenzione.

Le inchieste ai sensi dell’articolo 52 sono rare. È la prima volta che il Segretario generale Jagland ricorre a questa misura.

Segretario generale Strasburgo 16 dicembre 2015
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