Indietro Lo “Stato islamico” non è uno Stato e non è islamico: il terrore non ha religione

Il Segretario generale mette in guardia contro la diffamazione o l’emarginazione di qualsiasi gruppo religioso
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Mentre gli Stati europei prendono le misure necessarie per potenziare la sicurezza di fronte a una minaccia terrorista ben organizzata ed esperta dal punto di vista tecnologico, il Segretario generale Jagland invita i governi ad astenersi rigorosamente da azioni che diffamino o emarginino qualsiasi gruppo religioso..

I suoi commenti figurano nella prefazione di una nuova panoramica di norme giuridiche e orientamenti relativi all’articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo - il diritto alla libertà di fede religiosa e la libertà di manifestare la propria religione e di praticarla collettivamente in pubblico.

“Abbiamo già sentito numerosi appelli da parte di populisti e di “piccoli” nazionalisti a restrizioni alla pratica e all’espressione islamiche all’interno delle nostre società, con lo scopo di sfruttare il clima di paura attuale. Una reazione di questo tipo ci porterà ancora più violenza. Se agiamo in modo da far capire che l’islam è il problema, affermiamo nuovamente la propaganda terrorista e diamo impulso agli estremisti che attualmente percorrono le nostre comunità in cerca di reclute arrabbiate e frustrate”, ha scritto il Segretario generale.

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Segretario generale Strasburgo 9 dicembre 2015
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