Il gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla tratta di esseri umani, GRETA, ha pubblicato i suoi primi rapporti sulla tratta di esseri umani in Azerbaigian, “ex Repubblica jugoslava di Macedonia”, Paesi Bassi e Svezia.
In riferimento all’Azerbaigian, il GRETA ha sottolineato l’importanza di potenziare l’azione volta a prevenire e lottare contro la tratta a scopo di sfruttamento del lavoro e scoraggiare la richiesta dei servizi delle vittime della tratta, in collaborazione con il settore privato e la società civile.
Nel rapporto sulla “ex Repubblica jugoslava di Macedonia” si invitano le autorità a migliorare l’identificazione delle vittime, collaborando con le ONG specializzate e gli ispettori del lavoro e ad aiutare a reintegrare le vittime della tratta nella società fornendo loro assistenza a lungo termine.
Per i Paesi Bassi, il GRETA ha suggerito di non limitare la responsabilità delle forze dell’ordine all’identificazione delle vittime della tratta e ha sottolineato l’importanza di fare una distinzione tra l’identificazione formale delle vittime e le prospettive di indagine e procedimento.
Quanto alla Svezia, il GRETA ha posto l’accento sulla necessità di garantire che l’azione volta a lottare contro la tratta sia onnicomprensiva, con una maggiore attenzione alla tratta a scopo di sfruttamento del lavoro, e di garantire che l’identificazione delle vittime e l’assistenza a loro offerta non dipendano dalla loro collaborazione nelle indagini.
La Convenzione sull’azione contro la tratta di esseri umani del Consiglio d’Europa è stata presentata nel 2005. Finora, è stata ratificata da 41 dei 47 Stati membri del Consiglio d’Europa e dalla Bielorussia (paese non membro). Il GRETA monitora l’attuazione della convenzione da parte di questi paesi.