Indietro La Segretaria generale chiede alla Polonia in che modo intende assicurare l’effettiva attuazione della CEDU

La Segretaria generale chiede alla Polonia in che modo intende assicurare l’effettiva attuazione della CEDU

In una lettera indirizzata al ministro degli Affari esteri polacco, la Segretaria generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić ha oggi chiesto ufficialmente alla Polonia di spiegare, nel contesto della sentenza recentemente emessa dalla Corte costituzionale del paese, in che modo assicura l’effettiva attuazione delle sue obbligazioni previste dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

La richiesta si riferisce, in particolare, al diritto di un equo processo da parte di un tribunale indipendente e imparziale stabilito dalla legge e al ruolo della Corte europea dei diritti dell’uomo, alla quale spetta l’ultima parola sull’interpretazione della Convenzione. Nella lettera si chiede alla Polonia di rispondere entro il 7 marzo 2022.

La procedura avviata dalla Segretaria generale, prevista dall’Articolo 52 della Convenzione, stabilisce che: “Ogni Alta Parte contraente, su domanda del Segretario generale del Consiglio d’Europa, fornirà le spiegazioni richieste sul modo in cui il proprio diritto interno assicura l’effettiva applicazione di tutte le disposizioni della presente Convenzione”.

Nella sua sentenza del 24 novembre 2021, la Corte costituzionale polacca ritiene che l’Articolo 6, paragrafo 1 della Convenzione, che garantisce il diritto a un equo processo, non sia conforme alla Costituzione polacca in alcune circostanze.

La Segretaria generale ha dichiarato che la sentenza è senza precedenti e che suscita serie preoccupazioni.


 Comunicato stampa
La Segretaria generale chiede alla Polonia in che modo intende assicurare l’effettiva attuazione della CEDU

Segretaria generale Strasburgo 7 Dicembre 2021
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