Le persone hanno il diritto di sapere cosa fanno coloro che sono al potere. È su questa base che la Convenzione del Consiglio d'Europa sull'accesso ai documenti ufficiali è stata adottata oltre dieci anni fa a Tromsø, in Norvegia. Il trattato è il primo strumento giuridico internazionale vincolante che riconosce un diritto generale di accesso ai documenti ufficiali detenuti dalle autorità pubbliche. Stabilisce norme minime per il trattamento rapido ed equo delle richieste di accesso ai documenti ufficiali, compreso l'obbligo per gli Stati di garantire che al richiedente cui venga rifiutato questo accesso, abbia la possibilità di avviare una procedura di revisione efficace e indipendente. Secondo la Convenzione, tutti i documenti ufficiali sono in linea di principio pubblici, soggetti solamente alla tutela di altri diritti e interessi legittimi.
Dopo la ratifica da parte dell'Ucraina, decimo Stato a ratificarla, la Convenzione di Tromsø entrerà in vigore il 1° dicembre 2020[1]. Si tratta di un passo avanti atteso da tempo, poiché l'accesso ai documenti ufficiali è essenziale per la trasparenza, il buon governo e la democrazia partecipativa, e contribuisce a facilitare l'esercizio di altri diritti umani e libertà fondamentali.
Il diritto alla libertà di informazione
Anche se viviamo nell'era della società dell'informazione, in cui siamo esposti a un'enorme quantità di opinioni e dati, è ancora difficile accedere a informazioni di qualità in molti Stati membri del Consiglio d'Europa.
[1] La Convenzione entrerà in vigore il 1° dicembre 2020 per la Bosnia-Erzegovina, l'Estonia, la Finlandia, l'Ungheria, la Lituania, il Montenegro, la Norvegia, la Repubblica di Moldova, la Svezia e l'Ucraina.
