Retour "Competenze per una cultura democratica"

Camera dei Deputati, Roma , 

Fa fede il discorso pronunciato

 

È per me un grande onore intervenire in questo dibattito alla Camera dei Deputati, dove saranno esaminate le competenze necessarie per una cultura democratica, partendo da un concetto apparentemente astratto, per poi passare ai meccanismi indispensabili per trasformare la teoria in una realtà tangibile.

Indubbiamente gli illustri accademici ed esperti partecipanti alla tavola rotonda odierna getteranno una nuova luce su queste tematiche e contribuiranno a informare il dibattito sul disegno di legge italiano molto incoraggiante sull’“Introduzione della valutazione delle competenze di cittadinanza nella scuola primaria e secondaria”, presentato dall’On. Santerini e da altri firmatari.

Attendo con grande interesse e impazienza tutti i vostri interventi.

Giungono certamente al momento opportuno.

Viviamo infatti in un’epoca in cui la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto sono sotto attacco qui in Europa, come pure nel resto del mondo liberaldemocratico.

Il più recente rapporto annuale del nostro Segretario generale sulla situazione della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto analizza e sottolinea l’impatto dell’ascesa del populismo nell’insieme dei nostri 47 Stati europei membri.

In effetti, si sta assistendo nei nostri paesi a un impoverimento del dibattito pubblico, a una delegittimazione del dissenso e a una riduzione del pluralismo politico.

La conseguente erosione del sistema di pesi e contrappesi democratici provoca un indebolimento degli strumenti di garanzia dei diritti umani degli individui, della tutela delle minoranze e delle istituzioni che difendono tali valori.

Sono molte e complesse le cause dell’ascesa del populismo e dei crescenti sintomi del fenomeno di una “democrazia illiberale”.

Come pure sono numerose e complesse le risposte che devono essere fornite da quanti tra noi sono convinti che ciò esponga i nostri cittadini a un rischio intollerabile.

Tuttavia non vi è alcun dubbio che i principi della democrazia si riveleranno vulnerabili se non sono basati su solide fondamenta.

Onorevoli deputati, Signore e Signori, la democrazia è una questione di valori.

Le procedure e le istituzioni rappresentano e fanno rispettare tali valori, ma, perché possano essere solidamente radicati, occorre che la democrazia sia intesa e interiorizzata dai cittadini. In altri termini, per funzionare efficacemente, le istituzioni democratiche hanno bisogno di una cultura democratica.

Una cultura in cui le persone sostengano l’impegno di condurre un dialogo, la convinzione che i conflitti si possano risolvere in modo pacifico e la capacità di prestare attenzione ai punti di vista altrui, di analizzarli ed essere disposti a cambiare opinione, nell’ambito della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Il che significa inoltre l’impegno di prendere le decisioni rispettando la volontà della maggioranza e di tutelare le minoranze e i gruppi vulnerabili.

Non è un atteggiamento mentale che si può dare per scontato, deve essere imparato e praticato.

È un processo che deve cominciare all’interno della scuola.

Tramite il sistema educativo, i giovani hanno la possibilità di imparare fin dalla più tenera età i valori dell’integrazione e dell’inclusione e di promuovere e difendere la democrazia nell’instabile mondo di oggi.

Se tali valori sono messi in pratica e vissuti in ambienti scolastici democratici, con l’attivo coinvolgimento non solo degli studenti, ma ugualmente dei docenti, dei genitori e dell’insieme della società, hanno maggiori probabilità di resistere quando sono minacciati da influenze esterne.

Il Consiglio d’Europa si è fatto il portavoce di tale approccio già da tempo, basti pensare alla nostra Carta del 2010 sull’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani, adottata nel quadro di una Raccomandazione del Comitato dei Ministri, risalente anch’essa al 2010.

La nostra impostazione è dinamica, poiché viviamo in un mondo in rapida mutazione, e i nostri metodi devono evolvere per stare al passo con i tempi.

Per questa ragione, abbiamo elaborato e ci apprestiamo a pubblicare il nostro Quadro di riferimento delle competenze per una cultura democratica.

L’elaborazione del Quadro di riferimento è stata avviata a seguito di una richiesta degli Stati membri, mirante a dare un indirizzo coerente al modo in cui i valori democratici vengono trasmessi. Non è documento vincolante, ma è stato concepito per contribuire a riorientare le iniziative degli Stati membri in questo campo. È innovativo per quanto riguarda l’inclusione dei valori, la sua metodologia e il suo profondo radicamento nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che gli conferisce l’impronta unica del Consiglio d’Europa.

Il Quadro di riferimento e il modello di Competenze per una cultura democratica sono stati elaborati in quattro fasi.

Nel corso della prima fase è stata condotta un’analisi approfondita della letteratura e degli schemi per le competenze esistenti, con il contributo di 38 esperti internazionali. Tale lavoro ha consentito di stabilire un modello di venti competenze, basate su valori, atteggiamenti, capacità, conoscenze e comprensione critica.

La seconda fase è stata dedicata all’individuazione di descrittori adeguati, destinati ad assistere gli educatori nell’applicazione del modello. Contengono una descrizione delle capacità raggiunte da un individuo quando padroneggia una competenza specifica.

Nel corso della terza fase, i descrittori selezionati sono stati testati in classe, per garantirne una valutazione empirica.

La quarta fase, che si sta concludendo, intende fornire supporto e guida per l’inserimento delle competenze per una cultura democratica in numerosi aspetti dell’istruzione. I documenti informativi di supporto spiegheranno come utilizzare il modello di competenze e i descrittori per l’elaborazione dei programmi, la scelta di metodi didattici adeguati e per la valutazione del livello di padronanza delle competenze degli studenti.

La versione finale sarà presentata al Forum di Praga del prossimo mese e dovrebbe essere disponibile all’inizio del 2018, ma appaiono già chiaramente le sue intenzioni e la direzione che sarà seguita.

È basata sulle priorità tradizionali e sui valori consolidati del Consiglio d’Europa: uguaglianza, dignità e rispetto.

Individua altresì le competenze da insegnare nel sistema educativo, non solo per infondere i valori democratici nei giovani cittadini, ma anche per metterli in grado di partecipare attivamente e in modo responsabile alla vita delle nostre società democratiche moderne, complesse e multiculturali.

Occorre per questo una maggiore consapevolezza dei molteplici aspetti della vita moderna e delle sfide attuali, per affrontare le quali dobbiamo trovare risposte saldamente radicate nel rispetto dei diritti umani.

Il Quadro di riferimento prende ugualmente in considerazione la necessità di combattere il discorso dell’odio, le forme di discriminazione multipla e il pressante problema dell’estremismo violento, del terrorismo e della radicalizzazione.

Esamina i fattori di rischio che possono indurre e favorire nei soggetti queste terribili evoluzioni.

Analizza inoltre le capacità di cui devono disporre gli studenti per costruire la resilienza di fronte a tali minacce e stimolare il loro impegno a favore dei processi democratici, del rispetto dei diritti umani e del dialogo inclusivo.

L’esame di queste ed altre competenze aiuterà ad affrontare il problema della disuguaglianza sociale e degli svantaggi strutturali che conducono all’emarginazione dei gruppi più svantaggiati.

L’anno scorso, il modello è stato testato da un gruppo di docenti di 15 Stati membri del Consiglio d’Europa, con riscontri estremamente positivi, come lo dimostra l’attivo supporto a questa impostazione da parte di molti responsabili dei rispettivi ministeri, che lo hanno utilizzato per la riforma dei curricula, la formazione degli insegnanti e in progetti scolastici: e tutto ciò è già stato ottenuto ancor prima della pubblicazione del Quadro di riferimento completo.

Siamo pertanto fiduciosi, sicuri di essere sulla buona strada.

La versione finale del Quadro di riferimento fornirà agli Stati membri una serie di orientamenti di cui potranno avvalersi nei propri sistemi di istruzione, a tutti i livelli, come lo ritengano opportuno.

Poiché affronta aspetti quali lo sviluppo dei piani di studio, la pedagogia, la valutazione e la formazione degli insegnanti, il Quadro potrebbe gettare le basi per un "approccio scolastico globale", affinché le competenze siano trasmesse durante tutto il percorso formativo e incorporate nell'ethos della scuola.

Il Quadro è stato studiato per essere utilizzato nell’educazione formale, non formale e informale e, perché possa avere successo, è essenziale che gli Stati membri ne sostengano l’uso nei loro sistemi educativi nazionali.

Siamo fiduciosi che avverrà, poiché è chiara per noi l’esigenza di affrontare la questione delle competenze democratiche e l’interesse mostrato dai nostri Stati membri conferma tale necessità.

In tal modo la teoria potrà diventare una pratica diffusa, grazie alle consulenze, agli strumenti e al supporto, che consentiranno di avviare estese attività di insegnamento al riguardo.

Sono inoltre incoraggiata dai segnali di interesse percepiti qui in Italia.

Il nostro approccio si è avvalso dell’intensa attività dell’On. Santerini e di altri membri della delegazione italiana presso l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

Sono stati inoltre particolarmente apprezzati i contributi del Professor Bruno Losito, docente presso l’Università Roma TRE e del Dott. Mattia Baiutti presso l’Università degli Studi di Udine.

Vorrei aggiungere che il disegno di legge presentato alla Camera dei Deputati contiene numerosi elementi dell’approccio raccomandato dal Consiglio d’Europa: certificazione, valutazione degli apprendimenti, meccanismi pratici, quali consigli di classe, per non citarne che alcuni.

Troviamo estremamente incoraggiante il fatto che abbia tratto spunto dalla nostra Carta sull’educazione alla cittadinanza democratica e ai diritti umani, in particolare dall’art.7, e dal Quadro di riferimento delle competenze.

Ai firmatari della proposta di legge vanno i nostri migliori auguri per la sua approvazione.

In modo più generale, il Consiglio d’Europa è pronto ad assistere l’Italia, e ogni Stato membro, nell’attuazione delle misure che raccomanderemo.

L’Ufficio del Consiglio d’Europa a Venezia potrebbe, ad esempio, organizzare una formazione o un evento, dopo la pubblicazione del Quadro di riferimento, per favorirne l’applicazione.

Se le autorità dell’istruzione nazionale desiderano sviluppare corsi di formazione per i docenti e facilitarne l’attuazione a livello ufficiale, il nostro Dipartimento Educazione potrà certamente mettere a disposizione le competenze e consulenze necessarie.

Signore e Signori, è essenziale per le democrazie dotarsi di tutti gli strumenti necessari per difendere i loro valori.

È un processo che inizia con i nostri figli, affinché tutti siano in grado di partecipare alla vita delle loro comunità e della società in condizioni di parità e in modo inclusivo e di assumere le responsabilità derivanti dall’essere cittadini democratici.

La sfida è urgente, così come deve esserlo la nostra risposta.

Vi ringrazio dell’attenzione