Indietro “La Tunisia non è Kandahar”, afferma Mustapha Ben Jaafar, Presidente dell’Assemblea costituente tunisina

Strasburgo, 28 giugno 2012 – Nel suo discorso appassionato di circa 40 minuti, Mustapha Ben Jaafar ha spiegato all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa che la trasformazione democratica della Tunisia è sulla buona strada, poiché "è proprio nel momento in cui si rendono conto che manteniamo l'impegno di seguire un calendario preciso [l'elaborazione della Costituzione, lo svolgimento delle elezioni], che alcuni estremisti reagiscono".

"I media in Tunisia pongono in risalto degli eventi isolati, ripresi dai media occidentali, e in questo modo si può avere l'impressione che la Tunisia sia Kandahar, il che è lontano dalla realtà", ha affermato. Ha inoltre espresso profondo apprezzamento per il rapporto dell'APCE sulla transizione politica in Tunisia (Doc. 12949) presentato dall'On. Anne Brasseur (Lussemburgo, ALDE), indicando con soddisfazione che è basato su un'analisi effettuata nel paese.

Riguardo alle critiche secondo le quali le violenze commesse dai salifisti sono state trattate con troppa indulgenza, Ben Jaafar ha risposto che numerosi membri dell'Assemblea costituente tunisina sono stati vittime di oppressione sotto il vecchio regime, che aveva represso duramente l'estremismo. L'attuale governo provvisorio, ha spiegato, ricerca "il dialogo e il consenso tra tutte le fazioni, e la storia ci insegna che è questa la strada migliore". Il Presidente ha aggiunto che le donne nella società tunisina godranno di libertà e di uguaglianza e che il paese si è impegnato a rispettare i loro diritti.

Ha tuttavia lanciato un monito, ricordando che: "Siamo in una fase post rivoluzionaria", e sottolineando le tensioni economiche che deve affrontare il paese, tra cui in particolare il crollo del turismo e la disoccupazione. Ha aggiunto che l'immigrazione clandestina, che "costituisce una costante preoccupazione per noi e per voi" deve essere contrastata in modo positivo ed esaminata tra i paesi del Nord e quelli del Sud del Mediterraneo. Ha infine affermato che "la rivoluzione tunisina ha dimostrato che non esiste una contraddizione tra l'Islam e la democrazia".

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