Indietro Le carceri in Romania devono ancora affrontare notevoli sfide

Le carceri in Romania devono ancora affrontare notevoli sfide

Il Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) ha chiesto alle autorità rumene di proseguire con determinazione la riforma del sistema penitenziario, al fine di porre rimedio ad alcune gravi e persistenti lacune. Nel suo rapporto relativo alla visita ad hoc effettuata in Romania dal 10 al 21 maggio 2021, dedicata essenzialmente alla valutazione del trattamento delle persone private della libertà nelle carceri e stazioni di polizia, il CPT esorta le autorità ad adottare misure prioritarie in un certo numero di settori: migliorare le condizioni di vita e proporre ai detenuti una gamma di attività motivanti per aiutarli a preparare il loro reinserimento nella società, aumentare l’organico della polizia penitenziaria e accertarsi che i servizi sanitari corrispondano alle esigenze di cura dei detenuti (consultare la versione rumena del rapporto e la sintesi in inglese e rumeno)

Il rapporto del CPT indica inoltre che il sovraffollamento carcerario continua a costituire un grave problema, che incide negativamente non soltanto sulle condizioni di vita, ma anche sulle attività proposte ai detenuti, sulle cure mediche e sul tasso di violenza. Due degli istituti penitenziari visitati, le carceri di Craiova e di Mărgineni, superavano il 150 % della loro capacità, garantendo a numerosi detenuti soltanto uno spazio vitale di 2 m² all’interno della loro cella. Le condizioni materiali erano inoltre generalmente scadenti in tutte le carceri visitate: celle fatiscenti e prive di mobilio, materassi e lenzuola consunti e infestati dalle cimici.

La maggior parte delle persone interrogate dalla delegazione del CPT ha dichiarato di avere ricevuto un trattamento corretto da parte del personale penitenziario. La delegazione ha tuttavia ricevuto un numero notevole di segnalazioni di presunti maltrattamenti fisici inflitti ai detenuti dal personale penitenziario, in particolare da agenti dei gruppi di intervento mascherati. È segnatamente il caso nel carcere di Giurgiu, dove sono state raccolte denunce credibili di numerose persone ripetutamente percosse sulla pianta dei piedi, metodo di tortura conosciuto col nome di falaka. Il CPT esprime nuovamente vive preoccupazioni per la mancata registrazione e documentazione delle lesioni da parte del personale sanitario e l’assenza di indagini efficaci sulle accuse di maltrattamenti in carcere.

Nella loro risposta al rapporto (in rumeno), le autorità rumene forniscono delle informazioni dettagliate relative alle raccomandazioni rilasciate dal CPT riguardanti la polizia e la situazione nelle carceri. In particolare, viene ribadito il messaggio di tolleranza zero di fronte a qualsiasi comportamento aggressivo da parte del personale penitenziario così come un approccio rafforzato al controllo interno. Inoltre, vengono fornite delle informazioni sulla formazione offerta ai poliziotti e al personale penitenziario affinché vengano rispettate le norme nel campo dei diritti umani.


 Comunicato stampa
Le carceri in Romania devono ancora affrontare notevoli sfide: Rapporto del Comitato antitortura

 CPT e Romania

Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT) Strasburgo 14 aprile 2022
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