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Fa fede solo il discorso pronunciato

Comunicazione del Comitato dei Ministri presentata da Jan Truszczynski, vice ministro degli affari esteri della Polonia in rappresentanza della Presidenza del Comitato dei Ministri

Sessione dell’Assemblea parlamentare: 24 - 28 gennaio 2005

Strasburgo, 26.01.2005

Signor Presidente,
Onorevoli membri dell’Assemblea parlamentare,
Signor Segretario Generale,
Signore e Signori,

È per me un grande onore e un piacere prendere la parola dinanzi all’Assemblea parlamentare, a nome del Ministro degli affari esteri polacco, presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, per presentarvi la Comunicazione sulle attività condotte dal Comitato dei Ministri dall’ultima sessione della vostra Assemblea.

Vorrei anzitutto congratularmi con Lei, Signor Presidente, per la sua elezione, all’inizio della settimana, alla guida di questa Assemblea. Le auguro pieno successo nell’adempimento di questa importante carica e confido che saprà stabilire una relazione costruttiva e di fiducia con il Comitato dei Ministri.

Un rapporto completo sulle attività del CM dal mese di ottobre è riportato nella comunicazione scritta che vi è stata distribuita. Mi soffermerò quindi su certe questioni che rivestono un’importanza particolare per la Presidenza.

Il Consiglio d’Europa ha dato un contributo decisivo al rafforzamento della pace e allo sviluppo della cooperazione internazionale, grazie ai suoi sforzi costanti a favore della protezione dei diritti dell’uomo e del progresso della democrazia e dello stato di diritto. La Polonia ritiene inoltre che il Consiglio occupi un posto unico nell’architettura politica del nostro continente. Dopo l’adesione di Monaco, nell’ottobre scorso, esso copre ormai la quasi totalità del continente, ad eccezione della Bielorussia, che ancora non soddisfa le norme fondamentali dell’Organizzazione.

Il Consiglio d’Europa ha ottenuto successi significativi nel corso di questi cinquant’anni dedicati al rafforzamento della democrazia. È stata la prima istituzione europea ad aprirsi a nuovi membri, dopo gli eventi decisivi vissuti dall’Europa centrale e orientale nel 1989. Deve impegnarsi in modo sempre più incisivo per consolidare la democrazia.

Le attuali attività del Consiglio d’Europa devono tenere conto dei cambiamenti che si stanno verificando in Europa e nel mondo, compreso l’allargamento in corso in seno all’Unione europea. Per questo, dobbiamo istituire un nuovo schema di cooperazione tra il Consiglio d’Europa e altre organizzazioni internazionali, avvalendoci di un’accresciuta sinergia ed evitando le inutili duplicazioni di attività. Si contribuirà in tal modo all’unità del continente e alla coesione della sua architettura politica.

La Presidenza polacca si adopera per conservare ed accrescere l’impulso dato al Consiglio d’Europa dai suoi predecessori, l’ultimo dei quali è stato la Norvegia. Per garantire la continuità dei lavori dell’Organizzazione, le priorità seguite dalla Presidenza polacca poggiano in gran parte sulle attività condotte dalla Norvegia. Per il nostro periodo di presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, abbiamo adottato i seguenti obiettivi prioritari:
- rafforzare l’unità del continente dopo l’allargamento dell’Unione europea;
- consolidare i diritti dell’uomo;
- promuovere il dialogo interculturale, in quanto condizione indispensabile per instaurare la tolleranza e risolvere i conflitti;
- sviluppare la democrazia locale e la cooperazione transfrontaliera;
- superare in Europa le divisioni del passato.

Rafforzare l’unità del continente dopo l’allargamento dell’Unione europea
La Polonia ritiene che il Consiglio sia l’Organizzazione europea meglio in grado di costruire l’unità democratica del continente, affiancando l’evoluzione dell’architettura europea caratterizzata dal continuo allargamento dell’Unione.
In virtù della sua presidenza del Consiglio d’Europa, la Polonia ritiene di avere il dovere morale di contribuire al rafforzamento dell’unità di tutto il continente.

Il Terzo Vertice

La decisione presa dal Comitato dei Ministri l’8 luglio 2004 di convocare il Terzo Vertice del Consiglio d’Europa, corrisponde alla necessità di proseguire le iniziative indirizzate a creare un’Europa senza fratture.
In quanto Presidente del Comitato dei Ministri, e in qualità di paese che ospiterà tale evento, la Polonia è determinata a fare tutto quanto è in suo potere per garantire il successo politico del Vertice. Nel definire le finalità future e gli obiettivi prioritari nell’ambito di un nuovo mandato e di un nuovo piano d’azione, il Vertice dovrebbe rafforzare la capacità dell’Organizzazione di difendere i suoi valori e le sue norme fondamentali e di affrontare in modo efficace le sfide del nuovo secolo.

Il Comitato dei Ministri sta attualmente elaborando l’ordine del giorno del Vertice. Tutti apprezziamo il documento provvisorio iniziale presentato dalla Francia, che delinea il futuro piano d’azione dell’Organizzazione, e riteniamo che costituisca uno spunto di riflessione e di ispirazione per il seguito delle nostre attività. Abbiamo ricevuto a tutt’oggi dei contributi ai documenti del Vertice da parte di numerosi paesi membri. Il Comitato dei Ministri e la sua Presidenza apprezzano, in modo particolare, le fertili e creative proposte che sta elaborando l’Assemblea parlamentare, nel cui seno ci aspettiamo di assistere a un dibattito fruttuoso nel corso della presente sessione. Il Comitato dei Ministri esaminerà con il dovuto interesse tutte le proposte presentate dall’Assemblea.

Permettetemi di citare, tra le altre, la proposta particolarmente rilevante di istituire una Commissione sulla democrazia. Il governo polacco dà il suo pieno sostegno a questo progetto. Constatiamo che due pilastri del Consiglio d’Europa – i diritti dell’uomo e il primato del diritto – dispongono dei propri strumenti operativi, che ne consentono l’applicazione e l’attuazione. Mi riferisco alla Corte, al Commissario per i diritti umani, all’ECRI e al Comitato per la prevenzione della tortura (CPT), come pure alla Commissione di Venezia, che sorveglia l’ordine costituzionale. Manca uno strumento analogo per il terzo pilastro, ossia la democrazia. Plaudiamo all’idea di istituire una Commissione sulla democrazia, che potrà migliorare il funzionamento della democrazia e delle istituzioni democratiche nelle nostre società.

Abbiamo inoltre ricevuto importanti contributi riguardanti l’ordine del giorno del Vertice, da parte del Congresso dei poteri locali e regionali e dal Segretario Generale, nonché idee interessanti suggerite da organizzazioni della società civile. Sono una dimostrazione dell’impegno e del crescente interesse dei nostri concittadini per il Vertice.

Il Comitato dei Ministri sta elaborando un nuovo ordine del giorno provvisorio, che integra i vari contributi, imperniato sui temi essenziali del dibattito dei capi di stato e di governo, che concluderà il Vertice. Siamo convinti che faremo del Vertice una riuscita comune, se adotterà delle decisioni fondamentali per il futuro dell’Organizzazione e per il ruolo che le spetta nel proseguire l’integrazione europea.

In base alle discussioni che già si sono svolte o sono in corso, pare delinearsi un consenso sull’idea guida del Vertice, per renderlo il “Vertice dell’unità europea”. I documenti del Vertice devono tradurre la nostra determinazione a dare un esito positivo all’idea – necessaria per tutti noi – dell’unità dell’Europa, nella ricchezza e la diversità del suo patrimonio storico e culturale, e dei valori morali e sociali comuni ai suoi abitanti, che si rispecchiano nella triade dei principi del Consiglio: diritti dell’uomo, supremazia del diritto e democrazia pluralista.

D’altro canto, dobbiamo portare avanti la riforma istituzionale dell’Europa: le tre organizzazioni europee più valide – il Consiglio d’Europa, l’Unione europea e l’OSCE – operano sempre in modo piuttosto isolato le une dalle altre. Questo impone di ridefinire i principi della loro complementarità.

Proponiamo di inserire all’ordine del giorno del Vertice, tra gli altri, i seguenti punti:

1. “Un messaggio sui valori europei” - L’unità europea significa infatti “un’Europa di valori condivisi e di norme comuni”.

Il completo rispetto dei valori europei corrisponde a un obiettivo che non è ancora stato conseguito da tutti gli stati membri, poiché molti strumenti giuridici del Consiglio sono stati ratificati soltanto da un numero limitato di paesi.

In coerenza con le discussioni nel quadro del Comitato dei Ministri e dell’Assemblea, dobbiamo studiare “il modo di rinnovare gli impegni derivanti dall’appartenenza al Consiglio d’Europa”; occorrerà che tutti gli Stati membri formulino, nel corso del Vertice, una Dichiarazione politica mediante la quale si impegneranno ad adottare quanto potremmo chiamare un “corpus” di convenzioni – chiave, stabilito in comune, con una precisa programmazione per il loro recepimento nelle rispettive legislazioni nazionali. In assenza di tale impegno formale, si potrebbe infatti parlare di “adesione parziale” al Consiglio d’Europa.

2. L’identità europea è sinonimo di dialogo
La questione dei “limiti dell’Europa” e dell’”identità europea” potrà essere trattata mediante il dialogo tra le culture e le religioni, sotto il tema molto importante del dialogo interculturale. Tale dialogo ha in realtà plasmato l’identità europea nel corso dei secoli. L’assenza di tale dialogo provocherebbe l’isolamento dell’Europa e l’addensarsi di conflitti alle frontiere del nostro continente, come pure all’interno delle nostre società, con il conseguente rischio di compromettere la sicurezza dei cittadini e degli Stati d’Europa.

La Polonia, in tale contesto, vede un’occasione di porre fine, una buona volta, alla dannosa divisione dell’Europa tra “Est” e “Ovest”. L’estensione geografica del Consiglio d’Europa a tutto il continente e i vasti processi di integrazione che si verificano nel quadro dell’OSCE e dell’Unione europea possono servire da base per la definitiva eliminazione di questa divisione anacronistica.

Il dialogo interculturale assume una crescente importanza in Europa e nel resto del mondo, data la sfida storica rappresentata dall’attuale processo di integrazione europea, che ha lo scopo di raggruppare i paesi che condividono la vocazione europea.

A Varsavia, al momento del Terzo Vertice, tali questioni troveranno un riscontro concreto nella Dichiarazione e nelle Decisioni finali.

In sintesi, le proposte della Presidenza polacca per l’ordine del giorno e le decisioni del Vertice si articolano intorno alle seguenti questioni:
- Nuova architettura istituzionale dell’Europa, per intraprendere azioni efficaci comuni
- Comunità dei valori europei, compresa la loro dimensione sociale, e dialogo interculturale, sia in Europa che tra l’Europa e i suoi vicini.

Scenario del Vertice:

Proponiamo che il Vertice costituisca tanto un incontro autentico, quanto l’occasione per discussioni aperte e dirette tra i capi di stato e di governo europei.

Nel corso di due sedute relativamente brevi, essi prenderanno le decisioni in merito alla cooperazione delle istituzioni europee e adotteranno una Dichiarazione politica, nonché il Piano d’azione futuro dell’Organizzazione –, ed entrambi i documenti dovranno essere elaborati sotto forma di decisioni concrete, che ci impegneremo ad attuare.

In quanto paese e città ospiti della manifestazione, la Polonia e Varsavia hanno l’intenzione di fare partecipare i cittadini europei a questo evento, invitandoli a un certo numero di eventi festivi, nel corso dei quali potranno incontrarsi giovani, artisti, responsabili di ONG, ecc.

Consolidamento della democrazia

Signor Presidente, Signore e Signori,

Nel corso della sua presidenza, la Polonia si prodigherà con ogni sforzo per promuovere i valori fondamentali del Consiglio d’Europa nelle regioni in cui non si sono ancora completamente instaurati. Siamo convinti che il rispetto delle norme del Consiglio d’Europa in materia di diritti dell’uomo, democrazia e primato del diritto sia il miglior mezzo per contribuire a prevenire i conflitti.

Ci rallegriamo dell’esito positivo della crisi politica e della vittoria della democrazia in Ucraina, il che conferma la vocazione europea di questo paese. Il Comitato dei Ministri ha seguito con la massima attenzione l’evoluzione della situazione. Permettetemi, in questa occasione, di esprimere, a nome del Comitato dei Ministri, tutta la mia stima per la società ucraina, che ha chiaramente dimostrato il proprio attaccamento ai principi della democrazia.
La Polonia, nell’esercizio della sua presidenza e in quanto vicino dell’Ucraina, paese con il quale vanta numerosi legami storici e culturali, ha deciso di partecipare agli sforzi intrapresi per permettere di trovare il compromesso. L’intervento del ministro degli affari esteri polacco, nella sua veste di presidente del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, ha affiancato in modo visibile l’impegno del Consiglio d’Europa nel processo di trasformazione democratica in Ucraina. L’intervento della comunità internazionale è stato inoltre motivato dagli obblighi dell’Ucraina nei confronti del Consiglio d’Europa e dell’OSCE. Ha contribuito in modo significativo a garantire lo svolgimento democratico delle elezioni in Ucraina, che dovrebbe segnare l’avvio di una democratizzazione reale e accelerata della vita nel paese.

La fine della crisi politica in Ucraina dovrebbe dare nuovo impulso alla cooperazione tra il Consiglio d’Europa e questo paese. Il 12 gennaio, ho avuto uno scambio di opinioni con i Rappresentanti dei Ministri in merito alla situazione dell’Ucraina e al ruolo del Consiglio d’Europa per consolidare il processo democratico nel paese.

Il Presidente Yushchenko ci ha trasmesso ieri un messaggio molto chiaro: l’Ucraina fa affidamento su un impegno reale del Consiglio d’Europa, e non dobbiamo deluderla. Il Consiglio d’Europa si è dichiarato pienamente disposto a sostenere le riforme democratiche in Ucraina, e dovrebbe continuare a svolgere un ruolo chiave nel consolidamento delle norme in materia di diritti dell’uomo, democrazia e preminenza del diritto. Per quanto riguarda la riforma del sistema giuridico del paese, un ruolo importante spetta alla Commissione di Venezia, che ha già effettuato numerose missioni di consulenza e delle analisi giuridiche relative all’Ucraina. Il Consiglio d’Europa può fornire assistenza per migliorare la legislazione del paese, in particolare nel campo giudiziario, per garantire la libertà dei media e lottare contro la corruzione. Sarebbe d’altronde necessario assistere l’Ucraina perché possa mettere in atto la democrazia locale e rafforzare la cooperazione transfrontaliera. Lanciamo inoltre un appello per la massima partecipazione dell’Ucraina ai programmi del Consiglio d’Europa.

Vorrei ringraziare l’Assemblea parlamentare per il contributo da essa fornito nella soluzione della crisi politica, e in modo particolare per il ruolo da esse svolto nell’osservazione delle elezioni in Ucraina. Mi compiaccio inoltre della visita effettuata dal Segretario Generale in Ucraina il 13 dicembre, che ha fornito l’occasione di porre l’accento sull’importanza del rispetto delle norme europee.

La Presidenza apprezza realmente il fatto che il Presidente Yushchenko abbia scelto questa tribuna per presentare le riforme prioritarie dello stato e della società che intende portare a termine per soddisfare i criteri del Consiglio d’Europa. Sono colpito dall’impegno e dalla visione europea del nuovo presidente. Sosterremo il popolo ucraino nei suoi sforzi per realizzare una maggiore integrazione europea.

In quanto vicino della Bielorussia, la Polonia è particolarmente preoccupata dalla situazione in questo paese. Il mio auspicio, è che la Bielorussia compierà sforzi per dimostrare che appartiene alla famiglia delle democrazie europee, evitando in tal modo di trovarsi in una situazione di totale isolamento. Nel contempo, dobbiamo evitare ogni gesto che potrebbe essere interpretato come un segno di sostegno al presidente Lukashenko e ai suoi fedeli.

I Balcani occidentali sono anch’essi un tema di profonda attenzione per il Comitato dei Ministri, come indicato nella sua comunicazione scritta. Tale documento pone in rilievo le grandi tendenze e le evoluzioni cui abbiamo assistito in questi ultimi mesi, che non sono solo motivo di interesse, bensì di impegno per il Consiglio d’Europa. Pur notando con soddisfazione i costanti progressi nel campo della stabilizzazione e del consolidamento della regione, la Presidenza è conscia che si devono ancora compiere dei passi avanti, in modo particolare nei due stati membri più recenti della regione, ossia la Bosnia-Erzegovina e la Serbia e Montenegro.

È una problematica che ha richiesto l’attenzione del Comitato dei Ministri negli ultimi mesi, soprattutto nel contesto della progressiva integrazione di questi paesi nelle strutture europee. Apprezziamo il contributo del Consiglio d’Europa a questo comune obiettivo e il valore aggiunto che fornisce agli sforzi della comunità internazionale nei Balcani occidentali. Il Comitato dei Ministri ha espresso il fermo convincimento che una cooperazione completa e incondizionata con il TPIY sia e resti un dovere e un obiettivo importante per la maggior parte degli stati della regione. In tale cooperazione, avvertiamo un segno tangibile del ravvicinamento alle strutture dell’Unione europea e alla famiglia di tutte le nazioni europee.
Il Comitato dei Ministri ha continuato a seguire con particolare attenzione l’evoluzione della situazione nei tre paesi del Caucaso meridionale, che resta una zona di tensioni e di conflitti aperti. Tali conflitti incidono negativamente sullo sviluppo democratico e sul progresso economico della regione e sono all’origine di situazioni umanitarie difficili, in particolare per i rifugiati e i profughi. Vengono intrapresi grandi sforzi, basati sulla duplice impostazione dell’assistenza per attuare le riforme, e del monitoraggio del rispetto degli impegni assunti. La Polonia è profondamente convinta che il Consiglio d’Europa abbia un ruolo essenziale da svolgere per sostenere le riforme democratiche e i diritti dell’uomo in Armenia, Azerbaigian e Georgia.

Cooperazione con altre organizzazioni

Per costruire un’Europa senza fratture, è essenziale accertarsi che esista una cooperazione armoniosa delle organizzazioni e delle strutture politiche attive sul nostro continente. Le nuove sfide che deve oggi fronteggiare l’Europa dimostrano la necessità di un miglior coordinamento delle attività condotte dalle grandi organizzazioni europee, il Consiglio d’Europa, l’Unione europea e l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Per questa ragione, dobbiamo sforzarci di ottenere una chiara divisione dei compiti, in modo evitare sovrapposizioni di competenze e creare la massima sinergia.

La Polonia prosegue gli sforzi intrapresi dalle precedenti presidenze per migliorare l’efficacia della cooperazione europea. Consultazioni regolari tra rappresentanti delle organizzazioni europee dovrebbero rafforzare la cooperazione e suscitare delle sinergie. Questo, come l’ho testé indicato, è uno dei compiti del Terzo Vertice.

Il più recente allargamento dell’Unione europea, che è anche il più importante, obbliga a ridefinire la posizione del Consiglio d’Europa e le sue relazioni con l’Unione europea. Tale ridefinizione riguarda questioni quali il consolidamento dei programmi comuni Consiglio d’Europa – Unione europea, e l’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Tale dibattito, basato ugualmente sulle proposte dell’Assemblea parlamentare, dovrebbe trovare una conclusione favorevole nel corso del terzo Vertice. Lo scambio di vedute avvenuto il 12 gennaio tra il Comitato dei Ministri e il Ministro degli affari esteri lussemburghese, presidente in carica dell’Unione europea, ha segnato un’importante tappa in tale processo. La prossima tappa sarà la riunione quadripartita di alto livello, che deve svolgersi nel mese di marzo, a Bruxelles.

La Polonia accorda inoltre una grande importanza alla cooperazione del Consiglio d’Europa con l’OSCE in tutti i settori di comune interesse, e in particolare il rafforzamento dei diritti dell’uomo, dei valori democratici e dello stato di diritto. Si è fatto un notevole passo avanti con la nomina – in base a una decisione parallela del Comitato dei Ministri e del Comitato permanente dell’OSCE – di un gruppo di coordinamento composto da membri degli organi esecutivi delle due organizzazioni. La Presidenza si augura che la nomina di tale gruppo consentirà di ottenere progressi tangibili in materia di cooperazione tra il Consiglio d’Europa e l’OSCE, e che tali progressi traspariranno in un documento comune adottato dal Terzo Vertice.

Convinta che le abbondanti esperienze analitiche e giuridiche del Consiglio d’Europa possano essere fonte di ispirazione per l’insieme della comunità internazionale, la Polonia intende incoraggiare attivamente la cooperazione tra il Consiglio d’Europa e le Nazioni Unite, al fine di rafforzare la percezione positiva dei valori della nostra Organizzazione a livello mondiale. Questa questione richiede un’attenzione particolare, dopo la recente adozione della Risoluzione dell’Assemblea generale dell’ONU sulla cooperazione tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa. Dovremmo avvalerci al massimo delle possibilità previste in tale risoluzione per lanciare un processo di riflessione che permetta di rafforzare le relazioni tra le due organizzazioni, alla luce delle conclusioni del Terzo Vertice.

Terrorismo

Il terrorismo è un fenomeno mondiale e nessuno stato, per quanto potente, è in grado di eliminarlo da solo. L’unione e la determinazione di tutti gli stati membri del Consiglio d’Europa creano le condizioni necessarie per una efficace risposta a tale fenomeno. La questione del contributo del Consiglio d’Europa all’azione internazionale contro il terrorismo è continuamente all’ordine del giorno del Comitato dei Ministri, dal settembre 2004. La Polonia ha proseguito gli sforzi della presidenza norvegese al riguardo e mi compiaccio di potervi annunciare che l’elaborazione di numerosi strumenti giuridici sulla repressione del terrorismo ha registrato progressi significativi.

I testi più importanti sono già stati trasmessi a codesta Assemblea e attendiamo il vostro parere sulla bozza di Convenzione sul riciclaggio dei capitali e il finanziamento del terrorismo, nonché sulla bozza di Convenzione sulla prevenzione del terrorismo.

Il Comitato dei Ministri adotterà prossimamente le Linee guida sull’assistenza alle vittime del terrorismo e la loro protezione, e il progetto di dichiarazione sulla libertà d’espressione e di informazione nei media, nel contesto della lotta al terrorismo. 

I Rappresentanti dei Ministri seguono inoltre con attenzione la messa in opera degli strumenti esistenti, in particolare del Protocollo addizionale alla Convenzione europea sul terrorismo. 17 stati membri del Consiglio d’Europa intendono ratificare detto protocollo nel primo semestre del 2005, portando quindi a 27 il numero totale delle ratifiche.

In risposta all’appello lanciato dall’Assemblea a favore di un miglior coordinamento delle attività delle organizzazioni internazionali nella lotta al terrorismo, i Rappresentanti dei Ministri hanno incontrato, il 3 novembre, l’Ambasciatore Bringéus, presidente del gruppo di lavoro sul terrorismo dell’OSCE e, il 13 gennaio, Gijs de Vries, coordinatore della lotta al terrorismo dell’Unione europea.

La tabella completa delle attività condotte dal Comitato dei Ministri su tale questione figura nella risposta alla Raccomandazione 1677 dell’Assemblea sulle sfide del terrorismo negli stati membri del Consiglio d’Europa, adottata dai Rappresentanti dei Ministri il 19 gennaio.

La lotta al terrorismo, al fine di migliorare la sicurezza in Europa, sarà uno dei temi principali della terza riunione multilaterale ad alto livello dei ministri dell’interno, che sarà organizzata a Varsavia il 17 e 18 marzo di quest’anno. Siamo convinti che tale conferenza alimenterà in modo fondamentale il dibattito sulla questione.

Rafforzamento dei diritti dell’uomo

Il rafforzamento dei diritti dell’uomo è uno dei temi principali all’ordine del giorno del Comitato dei Ministri, nonché una delle priorità della presidenza polacca.

Il Comitato attribuisce la massima importanza all’attuazione tempestiva ed efficace delle decisioni prese nel corso della sessione ministeriale del mese di maggio 2004 per preservare durevolmente l’efficacia del sistema di controllo della Corte europea dei diritti dell’uomo. In tale contesto, un evento intorno al tema del “Trattato”, è stato organizzato al momento del passaggio dei poteri tra la presidenza norvegese e quella polacca il 10 novembre. Obiettivo essenziale di tale evento era di stimolare la firma e la ratifica del Protocollo n. 14. L’obiettivo è stato raggiunto, poiché ben 10 firme e 4 ratifiche sono state ottenute in tale occasione.

Per dibattere dei mezzi necessari al miglioramento dell’efficacia dei sistemi nazionali e risolvere i problemi individuati nella giurisprudenza della Corte, la Polonia organizzerà un seminario sulle vie di ricorso effettive contro l’eccessiva durata dei processi. Inoltre, la seconda conferenza europea dei giudici, che verrà organizzata a Cracovia, sarà dedicata all’elaborazione di modelli di cooperazione tra i giudici e i media nel contesto della sensibilizzazione della società alle questioni giuridiche. Sono inoltre in corso i preparativi per una conferenza dei Ministri europei responsabili dei media, prevista nel marzo di quest’anno a Kiev.

Il rispetto degli obblighi e degli impegni assunti dagli stati membri resta una condizione fondamentale per la credibilità del Consiglio d’Europa. Al riguardo, sono necessari sforzi concertati e un’intensa cooperazione tra l’Assemblea parlamentare, il Congresso dei poteri locali e regionali e il Comitato dei Ministri, nelle rispettive sfere di competenza.

La Polonia, nella sua veste di presidente, sostiene i lavori in corso relativi all’elaborazione di una Convenzione europea contro la tratta di esseri umani. Un testo preliminare è stato sottoposto all’Assemblea. Detta Convenzione dovrebbe essere uno strumento pratico, finalizzato ad agevolare la cooperazione internazionale in questo campo. Suo principale obiettivo sarà la protezione dei diritti fondamentali delle vittime della tratta e l’effettiva incriminazione dei trafficanti. La Presidenza è conscia dell’esistenza di alcune difficoltà giuridiche che devono ancora essere risolte. Ci auguriamo che il vostro parere darà un contributo costruttivo al testo e permetterà di aprire la Convenzione alla firma al momento del Terzo Vertice.

Il Consiglio d’Europa può andare orgoglioso del suo sistema di convenzioni, frutto di oltre 50 anni di lavori, e che comprende circa 200 strumenti. Alcune di tali convenzioni o alcuni protocolli, tuttavia, non corrispondono più perfettamente alle esigenze odierne. La Polonia propone pertando un dibattito sull’eventuale revisione della serie di trattati del Consiglio d’Europa, in vista di migliorare l’efficacia dei suoi strumenti giuridici e, di conseguenza, quella della stessa Organizzazione.

Approfondimento della cooperazione europea

La cultura e l’educazione costituiscono dei settori di grande rilievo tra le attività del Comitato dei Ministri, ai quali la Polonia vuole contribuire. Nel quadro dell’Anno europeo della cittadinanza attraverso l’educazione, la Polonia intende ospitare una conferenza dedicata a questo tema.

La cooperazione culturale è innegabilmente uno dei pilastri del Consiglio d’Europa, e la Convenzione culturale europea svolge al riguardo un ruolo eminente. In capo a 50 anni, occorre tuttavia rivedere il proprio acquis, per prendere in considerazione le nuove sfide del XXI secolo. La questione è stata sollevata nel corso della Conferenza svoltasi a Wroclaw il 10 dicembre  2004, e in tale occasione è stata adottata la Dichiarazione di Wroclaw sui 50 anni di cooperazione culturale europea.

La Polonia riconosce che la coesione sociale è uno dei settori di interesse essenziali del Consiglio d’Europa, e apprezza la Strategia rivista per la coesione sociale, adottata nel luglio del 2004. La Polonia concentrerà particolarmente la sua attenzione sui problemi legati alle conseguenze sociali dei cambiamenti sul mercato del lavoro europeo, a seguito del processo di globalizzazione e della diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione. Intendiamo organizzare due conferenze, l’una dedicata all’evoluzione del mercato del lavoro europeo, e l’altra alla sicurezza del paziente nei sistemi sanitari.

Una cooperazione transfrontaliera efficace e uno sviluppo regolare della democrazia locale, sostenuti ugualmente dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, sono tra i fattori essenziali per rafforzare l’unità europea e permettere l’eliminazione delle barriere, della diffidenza e di dannosi clichés. Per incoraggiare la cooperazione transfrontaliera, la Polonia intende organizzare una conferenza in occasione del 25° anniversario della Convenzione-quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali. Il Comitato dei Ministri prosegue inoltre i preparativi per un’altra importante manifestazione, la Conferenza dei ministri europei responsabili delle collettività locali e regionali, che si terrà a Budapest in febbraio.

Superare le divisioni del passato

La Presidenza è profondamente convinta che, per riconciliare tutti gli Europei, sia indispensabile superare i pregiudizi e gli stereotipi e risolvere i conflitti che trovano le loro radici in un difficile passato. Non si rivela sempre facile ottenere una discussione fruttuosa, per trovare il compromesso e una visione comune di certi eventi storici dolorosi, ma deve essere possibile. Il Consiglio d’Europa è il luogo privilegiato per tale dibattito, al quale auspichiamo che l’Assemblea parlamentare darà il suo contributo.

La Polonia sosterrà i progetti del Consiglio relativi all’elaborazione di una visione comune e obiettiva della storia, in particolare tramite l’educazione. Organizzerà del resto a Cracovia, dal 5 al 7 maggio 2005, un seminario dei Ministri europei dell’educazione sul tema “Insegnamento della memoria e patrimonio culturale”.

Signor Presidente,
Onorevoli membri dell’Assemblea parlamentare
Vi ringrazio per la vostra attenzione. Mi tengo ora a vostra disposizione per rispondere alle vostre eventuali domande.