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Perché un vertice in questo momento?

Lo scorso 8 luglio, gli Stati membri del Consiglio d’Europa hanno deciso, su proposta del Governo polacco, che ha detenuto la presidenza del Comitato dei Ministri da novembre 2004 a maggio 2005, la convocazione di un Vertice dei capi di stato e di governo a Varsavia, il 16 e 17 maggio 2005. È stato il terzo Vertice organizzato dal Consiglio d’Europa, dopo il primo di Vienna nel 1993 e il secondo a Strasburgo nel 1997.

Se il Vertice di Vienna ha rappresentato l’apertura verso est e quello di Strasburgo il consolidamento della democrazia nei nuovi stati membri, il Vertice di Varsavia è stato il primo a vedere riuniti tutti i paesi del continente (ad eccezione della Bielorussia). L’Europa è finalmente riunita sotto un unico tetto e condivide valori e obiettivi comuni, non a caso i leader politici parlano del “Vertice dell’Unità europea”.

“La decisione del Comitato dei Ministri di convocare il terzo Vertice del Consiglio d’Europa è frutto della necessità di procedere nella creazione di un’Europa senza divisioni. La Polonia, nella sua duplice veste di paese ospite del Vertice e presidente del Comitato dei Ministri, è determinata a compiere qualsiasi sforzo per assicurare il successo politico del Vertice”. Jan Truszczynski, vice ministro degli affari esteri polacco e rappresentante della Presidenza del Comitato dei Ministri.

“A mio avviso, questo Vertice si presenta come un momento di impegno, di riflessione e di slancio. Il Consiglio d’Europa ha davanti a sé un lungo avvenire. La nostra organizzazione, che differisce per missioni e dimensioni dall’Unione europea, riveste un ruolo insostituibile nel processo di integrazione europea: ne è alla base. E, a mio parere, nessuna costruzione, per quanto ambiziosa possa essere, può esistere senza fondamenta”. Michel Barnier, ministro agli affari esteri francese, Assemblea parlamentare, gennaio 2005.

Perché un vertice a Varsavia?

Varsavia è una capitale dall’enorme valore simbolico. È uno dei crocevia della storia del XX secolo europeo:

• Varsavia ha conosciuto i momenti peggiori della storia europea recente, in particolare durante il periodo nazista;
• Varsavia è stata la capitale della resistenza al comunismo con lo storico ruolo di Solidarnosc;
• la Polonia è stata uno dei primi paesi dell’Europa centrale ed orientale a unirsi al Consiglio d’Europa dopo la caduta del Muro di Berlino (1990: adesione dell’Ungheria e 1991: adesione della Polonia).

Il Castello che ha ospitato il Vertice, completamente distrutto durante la guerra e successivamente ricostruito grazie alle donazioni della diaspora polacca, è simbolo del rinnovamento europeo dopo la tragedia della seconda Guerra Mondiale.

Quali sono stati gli obiettivi del vertice?

In un momento in cui l’allargamento dell’Unione europea sta contribuendo alla ridefinizione dell’architettura europea, il Vertice ha dovuto riaffermare il ruolo del Consiglio d’Europa di custode dei valori fondamentali comuni a tutto il continente. L’Assemblea parlamentare, durante la sua sessione invernale, nel gennaio 2005, ha manifestato la sua volontà di ricevere dai capi di Stato e di Governo una chiara definizione circa la posizione del Consiglio d’Europa nel panorama istituzionale europeo, e di ottenere “un chiaro mandato politico per il futuro”.

“Obiettivo del vertice è stabilire le priorità del Consiglio d’Europa e consolidarne il ruolo di partner fondamentale nella nuova architettura europea del XXI secolo. Il vertice dovrà rappresentare, per il Consiglio d’Europa, l’occasione per l’adozione di una nuova dichiarazione che riaffermi l’obiettivo statutario dell’Organizzazione per dare vita ad una maggiore coesione tra gli stati membri, sulla base del loro impegno comune in favore della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto, come anche della coesione sociale, dell’educazione e della cultura come elementi indispensabili al loro sviluppo”, ha dichiarato Terry Davis a Oslo, nel settembre 2004.

(1) Coesione politica: un’Europa sempre più unita

I cittadini europei non accorderanno mai la loro piena fiducia o il loro consenso all’idea di unità europea, fino a quando ci sarà confusione con altre organizzazioni o persisteranno all’interno di esse duplici attività. Il Vertice ha dovuto, dunque, ridefinire il ruolo del Consiglio d’Europa e consolidarne la coordinazione con le altre istituzioni europee.

Il ruolo specifico del Consiglio d’Europa, che lo contraddistingue dalle altre organizzazioni, e che è stato riaffermato in occasione del Vertice, è la difesa dei valori fondamentali. Esso è, in tal senso, l’unico forum per la cooperazione e il dibattito. Coerentemente con questa sua funzione, svolta in particolar modo in seguito alla caduta del Muro di Berlino, ha offerto il suo sostegno ai paesi dell’Europa centrale ed orientale durante il loro cammino verso la democratizzazione. Ancora oggi, il Consiglio d’Europa rappresenta l’unica organizzazione di cooperazione per tutti quei paesi che non sono ancora membri dell’Unione europea, tra i quali, molti non ancora avviati in quella direzione nell’immediato futuro.

Il Vertice “dovrebbe assegnare all’Organizzazione una chiara missione politica per il futuro. Dovrebbe, inoltre, fornire delle linee guida al fine di rendere più efficace la cooperazione tra le diverse istituzioni europee”, ha dichiarato René van der Linden, in occasione della sua elezione a Presidente dell’Assemblea parlamentare.

Il Consiglio d’Europa deve continuare ad essere forte laddove lo è, e mantenere il suo livello di eccellenza negli ambiti come la salvaguardia dei diritti dell’uomo, della democrazia e dello stato di diritto, nei quali eccelle. L’identità specifica della nostra organizzazione sta proprio in questo”, ha affermato Michel Barnier, ministro agli affari esteri francese.

(2) Sviluppo della democrazia

I conflitti, molto spesso, sono generati dalla violazione dei diritti dell’uomo e dalla mancanza di rispetto dello stato di diritto. Per poter prevenire queste violazioni e mantenere la pace, il Consiglio d’Europa dedica le sue attività al rispetto della democrazia e dei valori fondamentali. Svolge, dunque, un ruolo fondamentale nelle promozione e nel consolidamento della sicurezza democratica, come complemento essenziale alla sicurezza militare. Si pone, dunque, come “tutore della democrazia”.

Per questa ragione è stata proposta l’istituzione di un Forum del Consiglio d’Europa per il Futuro della Democrazia per il rafforzamento della democrazia, delle libertà politiche e della partecipazione dei cittadini in linea con le conclusioni della Conferenza di Barcellona del 17-19 novembre 2004. aperto a tutti gli Stati membri e alla società civile, rappresentata da decisori politici, addetti ai lavori e accademici, il Forum permetterà uno scambio di idee, di informazioni ed esperienze, oltre a un dibattito sulla possibile azione futura.

“Il consolidamento e l’ampliamento della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto devono restare al centro della missione del Consiglio d’Europa. Mi auguro che il Vertice affermi questi valori come il nostro fondamento. Spero, inoltre, che saremo capaci di offrire maggiori risorse alla democrazia”, Terry Davis, segretario generale del Consiglio d’Europa.

(3) Diritti dell’uomo

La Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo è uno dei più importanti successi nella storia del Consiglio d’Europa. Circa 800 milioni di persone godono, oggi, di un incomparabile sistema di protezione dei diritti dell’uomo che coadiuva il compito di difendere i diritti sociali dell’Organizzazione, così come di proteggere le minoranze nazionali e di garantire la libertà di espressione. Il Consiglio contribuisce inoltre, con il suo operato, all’eliminazione di tutte le forme di tortura, discriminazione e disuguaglianza in tutta Europa.

Per oltre dieci anni, il Consiglio d’Europa ha lanciato messaggi per sensibilizzare gli Stati membri e le altre organizzazioni al bisogno di cooperazione nella lotta contro la tratta di esseri umani. Oggi, il Consiglio si appresta a varare un nuovo strumento europeo, la Convenzione europea sulla lotta contro tratta di esseri umani, che è stata aperta alla firma nel corso del Vertice. La convenzione sottolinea la necessità di una maggiore protezione delle vittime della tratta, che costituisce una delle tre P del Trattato: processi ai trafficanti, protezione delle vittime e prevenzione. La Convenzione prevede, inoltre, l’istituzione di un meccanismo di monitoraggio indipendente.

La tratta di esseri umani è una forma moderna di schiavitù. Si tratta di un crimine e una grave offesa alla dignità umana. Il Consiglio d’Europa si è impegnato per poter offrire ai suoi Stati membri uno strumento eccellente per contrastare efficacemente la tratta e proteggerne le vittime. Non capisco per quale motivo e come uno Stato possa rifiutare la propria partecipazione a questa lotta”, Maud de Boer Buquicchio, vice segretario generale.

Il Consiglio d’Europa, inoltre, si impegna, in stretta collaborazione con i suoi Stati membri, nella lotta contro il terrorismo, che costituisce una delle più gravi minacce ai diritti umani, pur proteggendo costantemente i diritti e le libertà fondamentali. Il Consiglio ha già adottato una serie di riforme in tal senso, e il Vertice ha dato il via libera a due nuove Convenzioni del Consiglio d’Europa incentrate sulla prevenzione e il finanziamento del terrorismo.

Noi possiamo elaborare misure efficaci per combattere il terrorismo internazionale e possiamo offrire sicurezza senza sacrificare la libertà, i diritti civili e i diritti dell’uomo, valori sui quali il Consiglio d’Europa è stato fondato”, Terry Davis, segretario generale.

La Corte per i Diritti dell’Uomo del Consiglio ha cambiato il modo in cui i diritti umani sono percepiti e ha dato vita ad aspettative maggiori in questo campo, tanto da diventare vittima del suo stesso successo. Affinché la Corte possa continuare a svolgere il suo ruolo unico, si rende necessaria una riforma radicale a causa del crescente ritardo nell’analisi dei ricorsi che le vengono presentati.

Il nuovo protocollo alla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo (Protocollo n. 14) dovrebbe guidare la Corte verso un funzionamento più efficace, attraverso l’introduzione di processi di ricorso più razionalizzati e veloci. Questo protocollo, disponibile per le firme dal 2004, dovrebbe essere ratificato al più presto possibile. Gli Stati membri sono stati invitati a farlo nel corso del Vertice.

Credo che un’ immediata ratifica del Protocollo da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa sia di fondamentale importanza. Noi tutti crediamo che il Protocollo fornisca utili strumenti procedurali per rendere più efficienti le procedure della Corte e accelerare le sentenze”, Luzius Wildhaber, presidente della Corte, gennaio 2005.

Stato di diritto: incoraggiare gli Stati ad aderire al sistema di convenzioni

Il Consiglio d’Europa ha posto in essere 195 convenzioni e trattati. Questi testi riflettono un chiaro impegno per l’armonizzazione legislativa in Europa. Quando uno stato firma e ratifica una convenzione, accetta contemporaneamente di integrare queste disposizioni nella sua legislazione nazionale, contribuendo, in tal modo, allo sviluppo di una serie di norme giuridiche comuni nelle società fondate sullo stato di diritto.

Gli Stati membri dovrebbero firmare, ratificare, e mettere in atto le convenzioni più significative. Uno dei principali obiettivi del Vertice è stato incoraggiarli a farlo.

Coesione sociale, educazione e cultura: costruire un’Europa per tutti

La coesione sociale, l’educazione e la cultura sono fattori essenziali per la realizzazione dei valori fondamentali del Consiglio d’Europa e per la sicurezza a lungo termine degli europei. Il Consiglio d’Europa è impegnato nella lotta contro tutte le forme di esclusione e discriminazione e nella promozione di un modello di cultura democratica che vede la partecipazione attiva della società e di tutti i suoi membri.

Una società democratica, indipendentemente dalla perfezione della sua architettura istituzionale, non è ammissibile senza la partecipazione attiva e competente dei cittadini alla democrazia. Tenuto conto di ciò, lo sviluppo e la trasmissione della cultura democratica attraverso un’azione versatile nell’ambito dell’educazione e della gioventù, è stato riconosciuto come uno degli obiettivi principali di questo Vertice.

La diversità non soltanto rappresenta un valore europeo fondamentale, ma anche una condizione indispensabile per la stabilità e per la coesione sociale. Il Vertice ha approvato un’azione volta a promuovere la diversità culturale, a facilitare l’accesso alla cultura e al patrimonio e a favorire lo sviluppo del dialogo interculturale.

Assistiamo oggi al riaffiorare di tensioni tra diversità e identità. Le identità culturali e religiose sono, talvolta, utilizzate per giustificare le tensioni interetniche, così come azioni di razzismo, antisemitismo e xenofobia. È essenziale capire che, nel momento in cui il Consiglio d’Europa si impegna ad affrontare queste sfide, la nostra azione nel campo della cultura è fondamentale. Dare vita a società stabili e pacifiche, in cui ogni individuo può trovare una sua dimensione, nonché fondate su valori comuni, implica l’esigenza della rinascita di questi valori nello spirito e nel cuore di ogni generazione”, segretario generale Terry Davis, Wroclaw, dicembre 2004.