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Contributo della Conferenza delle OING del Consiglio d’Europa al III Vertice dei Capi di stato e di governo del Consiglio d’Europa (Varsavia, 16 - 17 maggio 2005)

Raccomandazione OING (2005) 1

La Conferenza delle OING del Consiglio d’Europa raggruppa le 374 OING dotate dello statuto partecipativo, rappresentanti milioni e milioni di cittadini europei. Il 25 gennaio 2005 ha adottato la seguente Raccomandazione:

I. La conferenza delle OING del Consiglio d’Europa

1. Si congratula con il Comitato dei Ministri per la decisione di organizzare un Terzo Vertice dei Capi di stato e di governo del Consiglio d’Europa;

2. Ricorda che il Consiglio d’Europa, spazio paneuropeo di riflessione, di dibattiti e di attività è anzitutto:

• Il difensore degli Europei, tramite i suoi strumenti giuridici e i suoi organi di controllo in materia di diritti indivisibili della persona, stato di diritto e democrazia;
• Il garante delle condizioni indispensabili per uno sviluppo economico e sociale equilibrato e della diversità del patrimonio naturale e culturale europeo;
• L’alleato di tutti coloro che vivono quotidianamente i valori europei nelle loro sfere di competenza e denunciano ogni giustificazione usata come pretesto per violazioni dei diritti dell’uomo;

3. Ricorda che la società civile contribuisce al buon funzionamento della democrazia e sottolinea che il Consiglio d’Europa è stato un precursore nel riconoscimento e nella pratica di tale coinvolgimento.

II. Di conseguenza, la Conferenza delle OING invita i Capi di stato e di governo, nel quadro della dichiarazione e del piano d’azione che verranno adottati, a tenere conto delle seguenti richieste:

1. Ribadire il ruolo insostituibile del Consiglio d’Europa per garantire un’Europa senza linee divisorie e conferirgli i mezzi necessari per svolgere la sua missione, considerando che è della massima urgenza il rafforzamento del Consiglio d’Europa.
Un Terzo Vertice contribuirà a imprimere l’impulso necessario perché l’Organizzazione possa proseguire e sviluppare le proprie attività.

In modo particolare:

• Adoperarsi per migliorare la cooperazione tra tutte le istituzioni europee.
• Accertarsi che vengano rispettate, in ciascuno degli stati membri, le convenzioni del Consiglio d’Europa.
• Invitare l’Unione europea ad aderire alle convenzioni del Consiglio d’Europa, e in particolare alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, alla Carta sociale riveduta, e alla Convenzione culturale europea.

• Intensificare il dialogo Nord - Sud.

2. Rafforzare l’azione del Consiglio d’Europa, ispirandosi ai suoi valori fondamentali:

• Confermare la volontà espressa dal II Vertice di predisporre una strategia della coesione sociale, attuando una politica che comporti la protezione delle minoranze, l’integrazione dei gruppi vulnerabili, la non discriminazione e l’accesso di tutti ai servizi di interesse generale (vedi documento di riferimento 1: “Politiche sociali ed eliminazione della povertà”).

• Includere la tutela ambientale e lo sviluppo territoriale sostenibile tra gli aspetti intrinseci della coesione sociale, della democrazia e dei diritti della persona (vedi documento di riferimento 2: “Per una visione paneuropea indirizzata allo sviluppo sostenibile, alla democrazia e alla coesione sociale e territoriale”).

• Proseguire la lotta contro ogni forma di violenza, ivi compresa la tratta di esseri umani.

• Contribuire a prevenire e a contrastare il terrorismo, nel rispetto dello stato di diritto, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali:

o Compiendo ogni sforzo per instaurare uno spazio giuridico comune,
o Valorizzando la diversità, grazie al dialogo tra le culture e le convinzioni.

• Proseguire la riflessione globale e le iniziative per stimolare il settore dell’educazione e della cultura, condizione indispensabile al conseguimento di tali obiettivi, tenendo conto delle proposte della “ Dichiarazione sul diritto all’educazione e alla cultura”(vedi documento di riferimento 3), segnatamente nei seguenti settori:

o educazione alla cittadinanza,
o insegnamento della storia, della memoria e del patrimonio,
o sviluppo del plurilinguismo.

3. Consolidare il ruolo della società civile:

• Ribadire il ruolo partecipativo della società civile nella riflessione prospettiva e l’elaborazione dei progetti e dei testi presentati dal Consiglio d’Europa, e fornirle tutte le possibilità e i mezzi necessari per adempiere a tale funzione.
• Invitare i paesi membri ad accelerare i lavori per definire le condizioni legali, fiscali, sociali ed economiche adeguate per un buon funzionamento delle ONG, perseguendo l’obiettivo fondamentale di garantire la continuità e di accrescere l’efficacia del settore associativo, che è ritenuto essenziale per combattere l’isolamento sociale e i suoi effetti negativi sulla coesione sociale.

Il Consiglio d’Europa è l’unica istituzione internazionale al mondo a considerare ufficialmente le OING come uno dei suoi pilastri, uno dei suoi organi principali, a fianco del Comitato dei Ministri, dell’Assemblea parlamentare e del Congresso dei poteri locali e regionali (vedi Risoluzione del Comitato dei Ministri (2003) 8); in tal modo costituisce un “laboratorio nel quale viene sperimentata la democrazia” (Robert Schuman, 1949).

Un chiaro segnale del Vertice rafforzerebbe la capacità delle OING di accrescere la visibilità del Consiglio d’Europa, di promuovere i suoi valori e l’applicazione dei suoi strumenti giuridici e di suscitare un rinnovato entusiasmo per il suo progetto di società europea.

Documento di riferimento 1

Febbraio 2005

"Politiche sociali ed eliminazione della povertà "

Dichiarazione dei due raggruppamenti di OING
“Carta sociale europea e politiche sociali” e “Grande povertà e coesione sociale” in occasione del Terzo Vertice dei Capi di stato e di governo, Varsavia, maggio 2005

I raggruppamenti affermano:

- Il loro fermo sostegno ai valori e agli obiettivi del Consiglio d’Europa e ai suoi strumenti giuridici, tra cui la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e la Carta sociale europea riveduta.

- La necessaria priorità da accordare all’aspetto sociale, per rendere realmente sostenibili le politiche europee. Si deve ricercare l’equilibrio tra le prospettive economiche, sociali e ambientali, al fine di soddisfare le necessità delle generazioni attuali, preservando gli interessi delle generazioni future.

- La rilevanza della strategia riveduta per la coesione sociale (approvata dai Ministri nel marzo 2004), segnatamente l’impostazione della coesione sociale basata sui diritti dell’uomo, l’importanza dell’accesso ai diritti per ogni persona, compresi i più vulnerabili, e la comune responsabilità (condivisa da stati, attori economici, società civile e famiglia), per mantenere e rafforzare la coesione sociale.

I raggruppamenti invitano i Capi di stato a:

- Ribadire che la coesione sociale, l’eradicazione della povertà e il rifiuto dell’esclusione costituiscono le priorità d’azione fondamentali del Consiglio d’Europa.

- Incoraggiare tutti gli stati a rafforzare l’accesso ai diritti sociali e ad aderire alla Carta sociale europea riveduta e ai suoi meccanismi di controllo.

- Sostenere l’approccio in materia di diritti dell’uomo seguito dal Consiglio d’Europa, ponendo l’accento sulla natura indivisibile e interdipendente dei diritti dell’uomo, come è stato riconfermato dal Forum del Comitato europeo per la coesione sociale (CDCS), svoltosi a Malta (novembre 2002), ed evitando di stabilire una gerarchia dei diritti dell’uomo, per esempio tra i diritti sociali ed altri diritti.

- Appoggiare il processo avviato dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa e adottato dal Comitato dei Ministri (15 settembre 2004) "di riconoscere l’urgenza del diritto alla protezione contro la povertà e l’esclusione sociale, integrando l’articolo 30 della Carta sociale europea riveduta nella parte III, articolo A1b," ossia in quel “nocciolo duro” della Carta che impegna tutti gli stati.

- Fare meglio conoscere nei paesi la Strategia riveduta della coesione sociale del Consiglio d’Europa, impegnarsi affinché i diritti dell’uomo divengano una realtà per le persone particolarmente vulnerabili, tra cui i bambini, i giovani e le famiglie in situazione di precarietà, tenere conto delle persone svantaggiate e includere i problemi delle persone maggiormente vulnerabili al momento dell’elaborazione, dell’attuazione e della valutazione delle politiche sociali.

- Rafforzare le attività all’interno e al di fuori dell’Europa, affinché gli obiettivi del Millennio, particolarmente nel quadro della politica sociale e della lotta alla povertà, vengano realizzati in conformità con gli impegni assunti dai Capi di stato nell’ambito delle Nazioni Unite nel dicembre 2000.

Documento di riferimento 2

giugno 2004

Per una visione paneuropea di sviluppo sostenibile, di democrazia e di coesione sociale e territoriale

Dichiarazione del Raggruppamento di OING “Mondo rurale e ambiente”

Le OING membre del Centro europeo di interesse rurale e ambientale constatano che nel momento in cui il Consiglio d’Europa può interrogarsi sul suo ruolo rispetto all’Unione europea allargata e alle sfide poste dalla mondializzazione, il Terzo Vertice gli offre l’occasione di affermare la propria specificità.

Unica istituzione paneuropea con vocazione politica e sociale, il Consiglio d’Europa può avvalersi di competenze riconosciute e di valori condivisi nell’elaborazione di principi e di norme che contribuiscono all’adempimento della sua missione a favore della pace, della democrazia, dello stato di diritto, della coesione sociale, dell’etica e dei diritti dell’uomo.

Il Consiglio d’Europa, pionere in materia di ambiente, capofila per i diritti dell’essere umano e i diritti sociali, dispone di tutte le possibilità di successo per diventare il motore dello sviluppo sostenibile della grande Europa, nel prolungamento delle conferenze di Rio e di Johannesburg.

Da 50 anni, è impegnato a costruire la casa comune europea, a stabilire i principi che servono da fondamento etico per il diritto basilare di ogni essere umano di vivere in un ambiente sano, atto a garantire uno sviluppo sostenibile e solidale, e in particolar modo i principi di gestione comune, di precauzione, di responsabilità, di democrazia partecipativa, come lo rammenta il progetto relativo ai “Principi generali per la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile”.

Sottolineano che è necessario un dialogo strategico sulle questioni relative all’ambiente e allo sviluppo sostenibile a livello paneuropeo, nonché un coordinamento globale di tutte le istanze direttamente interessate in tale processo. Verrà così istituita una buona governance, indispensabile in un contesto di globalizzazione e di fragilità dell’economia. L’articolazione di tutte le componenti del Consiglio d’Europa con le altre istituzioni europee ne rafforzerà la specificità, in particolar modo il suo ruolo di coscienza attiva dell’Europa. Nel quadro del recente statuto partecipativo, il cui completo esercizio richiede maggiore riconoscimento e una rafforzata mutua cooperazione, le OING ribadiscono il loro impegno a sostenere il Consiglio d’Europa, fornendogli tutta la loro esperienza in tali settori.

Ottenere una coerenza tra i livelli territoriali e le varie dimensioni dello sviluppo sostenibile costituisce una notevole posta in gioco. Oltre al coordinamento dei lavori e agli impegni delle istanze europee e dei poteri locali e regionali, è necessaria la costruzione di una cultura europea dello sviluppo sostenibile, condivisa dai cittadini e dai loro rappresentanti. Questa è la sfida che il Consiglio d’Europa è in grado di raccogliere.

Per questa ragione, riferendosi alla Risoluzione (2003)8 del Comitato dei Ministri, che istituisce lo statuto partecipativo, le OING membre del Centro europeo di interesse rurale e ambientale

1. ricordano la decisione del Comitato dei Ministri del 10 dicembre 2003 (1) di prendere in considerazione lo sviluppo territoriale sostenibile nel quadro del Terzo Vertice del Consiglio d’Europa;

2. raccomandano ai Capi di stato e di governo di adottare le seguenti decisioni nel campo dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile:

i. includere l’ambiente e lo sviluppo territoriale sostenibile tra gli elementi intrinseci della coesione sociale, della democrazia e dei diritti della persona; porre in risalto il ruolo del Consiglio nella grande Europa “quale custode e difensore dei valori europei fondamentali dei diritti dell’uomo, della democrazia pluralistica e della preminenza del diritto, senza le quali è impensabile la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile” [1]

ii. organizzare e dotare dei mezzi necessari il settore intergovernativo del Consiglio d’Europa, al fine di consentire all’Organizzazione di svolgere pienamente un ruolo di elemento trainante per lo sviluppo territoriale sostenibile del continente e in particolare per l’attuazione della Strategia paneuropea per la protezione della diversità biologica e paesaggistica, della Convenzione di Berna, della Convenzione del paesaggio e delle altre politiche e strategie pertinenti [3]

e in particolare:

iii. adottare un protocollo addizionale alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che garantisca un ambiente sano, vivibile e dignitoso ai cittadini europei;

iv. coinvolgere risolutamente il Consiglio d’Europa in un dialogo strategico regolare ad alto livello sulle questioni relative all’ambiente e allo sviluppo sostenibile in ambito paneuropeo, conferendogli un ruolo centrale nel coordinamento globale di tutte le istanze interessate nel processo paneuropeo, in particolare dell’iniziativa “ Un ambiente per l’Europa”;

v. applicare la Raccomandazione Rec (2002) 1 del Comitato dei Ministri agli Stati membri relativa alle “Linee guida per lo sviluppo territoriale sostenibile del continente europeo”;

vi. dare concretezza alle decisioni adottate nel corso del Vertice di Johannesburg e della 5ª Conferenza ministeriale paneuropea sull’ambiente, svoltasi a Kiev, e ratificare gli strumenti giuridici pertinenti, quali la Convenzione del paesaggio;

vii. adottare le “Linee guida generali relative alla tutela ambientale nel quadro dello sviluppo sostenibile”, espressione dell’impegno dei paesi membri a favore della tutela dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.

Documento di riferimento 3

Gennaio 2005

Dichiarazione sul diritto all’educazione e alla cultura

Dichiarazione del Raggruppamento di OING “Educazione e cultura”

Le Organizzazioni non governative dotate dello statuto partecipativo presso il Consiglio d’Europa:

Considerando che l’Europa, oltre che una realtà economica e politica, si configura anche come un nuovo ambito di valori e di diritti per tutti gli europei e diventa quindi lo spazio privilegiato per porre in essere i diritti dell’uomo e la preminenza del diritto;

Considerando che i diritti della persona sono indivisibili, che si tratti di diritti politici, economici, sociali e ambientali, educativi o culturali;

Considerando che l’educazione, presupposto centrale del progetto europeo, è l’ambito in cui viene modellata una coscienza europea che poggia sul valori del Consiglio d’Europa: diritti della persona, democrazia, stato di diritto, solidarietà;

Considerando la rilevanza dei lavori e delle ricerche condotti dal Consiglio d’Europa da cinquantacinque anni nel campo dell’educazione e della cultura, segnatamente in materia di educazione ai diritti dell’uomo, di cittadinanza democratica, di educazione interculturale, di apprendimento delle lingue, ivi comprese quelle minoritarie, o di una storia liberata dalle scorie nazionalistiche;

Persuase che detti lavori e ricerche siano in grado di favorire la promozione delle pari possibilità di accesso alla cultura e all’educazione per tutti gli europei, a prescindere dalla loro origine sociale e culturale, in tutti i luoghi di vita e per tutto l’arco della vita;

Considerando inoltre che l’esempio della riconciliazione e della costruzione europea possa nutrire le speranze di tutti i popoli del mondo che si battono per un’applicazione universale dei diritti,

Rammaricandosi che le attività del Consiglio d’Europa non ottengano sempre la diffusione e la risonanza che meriterebbero,

Auspicando che si proceda a un inventario e a una sintesi dell’insieme delle attività e delle pubblicazioni del Consiglio d’Europa in materia di educazione e di cultura,

Chiedono che vengano presi in considerazione dall’insieme delle organizzazioni internazionali paneuropee (Unione europea, OSCE, ecc),

Esortano il Consiglio d’Europa a continuare e a intensificare gli sforzi compiuti nel campo della cultura e dell’educazione,

A tal fine, auspicano che venga affermata una politica chiara, una programmazione continua e pluriennale con precisi obiettivi in termini di raccomandazioni agli stati, sul medio e sul lungo periodo,

Assicurano al Consiglio d’Europa la loro piena collaborazione per la definizione di tali politiche e la loro attuazione.

****

1 Vedi: Decisione del Comitato dei Ministri (CM/Del/Dec(2003)865/9.1F) del 10 dicembre 2003, relativa alla 13ª Conferenza dei ministri responsabili dell’assetto territoriale (CEMAT)
2 Vedi: Proposta dell’Assemblea parlamentare - doc. 9985, 21.10.2003, pag.15 – che facciamo nostra.
3 Vedi: membri per la protezione. Proposta dell’Assemblea parlamentare - doc. 9985, 21.10.2003 : “ciò presuppone di includere le questioni relative alla diversità biologica e paesaggistica nelle politiche settoriali, di creare delle reti ecologiche, di sostenere le iniziative per la tutela ambientale nei paesi dell’Europa centrale e orientale e di migliorare l’accesso all’informazione e alla comunicazione a tutti i livelli”.