In cooperazione con la Presidenza turca del Comitato dei Ministri (novembre 2010 - maggio 2011), Thorbjørn Jagland ha proposto la costituzione di un Gruppo di eminenti personalità al fine di redigere il rapporto ''Vivere insieme nel XXI secolo – Il pogetto paneuropeo'', sulle sfide poste dalla risorgenza dell'intolleranza e della discriminazione in Europa.

Il gruppo è composto da nove alti responsabili che hanno competenze specifiche e particolare interesse in materia. Joschka Fischer è il presidente, Edward Mortimer è il relatore incaricato dell'elaborazione del progetto di rapporto.

Gli altri membri sono: Timothy Garton Ash (Regno Unito), Emma Bonino (Italia), Martin Hirsch (Francia), Danuta Hubner (Polonia), Ayse Kadioglu (Turchia), Sonja Licht (Serbia), Vladimir Loukine (Russia), Javier Solana Madariaga (Spagna).

Il rapporto è stato presentato l'11 maggio a Istanbul durante la sessione ministeriale del Consiglio d'Europa.

LA MINACCIA

Nella prima parte del suo rapporto, il Gruppo ha individuato otto rischi specifici che minacciano i "valori del Consiglio d'Europa":

  • l'aumento dell'intolleranza;
  • il crescente sostegno a partiti xenofobi e populisti;
  • la discriminazione;
  • la presenza di una popolazione di migranti senza documenti di identità "praticamente senza diritti";
  • le "società parallele";
  • l'estremismo islamico;
  • la perdita di libertà democratiche;
  • un potenziale conflitto tra "libertà religiosa" e libertà di espressione.
LA RISPOSTA

Nella seconda parte del rapporto, il Gruppo enuncia 17 principi che ritiene dovrebbero orientare la risposta dell'Europa a tali minacce, cominciando con l'affermare che "come minimo, si deve convenire sul fatto che occorre rispettare la legge e ottenere un consenso su che cosa significa la legge e come può essere modificata e adeguata alle esigenze".

  • Il rapporto prosegue individuando i soggetti principali in grado di promuovere nell'opinione pubblica i cambiamenti necessari: gli educatori, i mass media, i datori di lavoro, i sindacati, la società civile, le chiese e i gruppi religiosi, le celebrità e i personaggi pubblici che sono diventati un "modello di comportamento", i comuni e le città, gli Stati membri, le organizzazioni europee e internazionali. Per la maggior parte di tali categorie, il rapporto presenta delle "descrizioni sintetiche", di gruppi o di individui particolari , le cui attività sono ritenute "encomiabili e meritano di essere prese ad esempio".
  • Il rapporto conclude infine delineando 59 "proposte d'azione".

Indietro Vladimir Lukin

Vladimir Petrovich Lukin è un militante politico russo nato nel 1937. È attualmente commissario ai diritti umani della Federazione russa (dal 2004, rieletto nel 2009) e presidente del Comitato paralimpico russo. Laureato in storia presso l'Istituto pedagogico sttale Lenin di Mosca, ha conseguito inoltre una laurea in scienze e per molti anni ha svolto lavori di ricerca. È stato per trent'anni il revisore principale del Comitato di redazione della rivista "Problems of Peace and Socialism" (Praga).

Dal 1987 al 1990, Vladimir Lukin ha diretto il Dipartimento dei paesi del Pacifico e del Sud est asiatico e l'Ufficio della valutazione e della pianificazione presso il ministero degli Affari esteri (URSS).

Nel 1989, diventa direttore del Gruppo per l'analisi e la previsione presso il Segretariato del Soviet supremo. Ottiene il titolo di Ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione russa e lavora presso l'Organizzazione degli Stati americani, dove è nominato "Ambasciatore dell'anno"(1993).

È uno dei fondatori del Partito liberaldemocratico "Yabloko" (1993) ed è stato membro del Comitato affari internazionali della Duma, prima di diventare deputato e vice-presidente di tale assemblea