Indietro La Commissione contro il razzismo pubblica nuovi rapporti su Andorra, Bosnia-Erzegovina, Islanda e Lussemburgo

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La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) ha pubblicato in data odierna quattro rapporti su Andorra, Bosnia-Erzegovina, Islanda e Lussemburgo, contenenti un’analisi delle recenti evoluzioni verificatesi in questi paesi e un certo numero di raccomandazioni rivolte alle autorità nazionali. Sono ugualmente pubblicati i commenti dei rispettivi governi.

L’ECRI rileva i progressi compiuti da Andorra nel miglioramento delle disposizioni in materia di diritto penale e lo sviluppo di programmi educativi volti a contrastare il razzismo e la discriminazione. Ritiene tuttavia che siano necessarie ulteriori misure, destinate, ad esempio, a garantire l’esistenza di un organismo nazionale specializzato nella lotta contro la discriminazione, o l’adozione di una normativa che introduca il principio della condivisione dell’onere della prova nei casi di discriminazione. Il rapporto segnala inoltre l’assenza di progressi nel rendere meno restrittivi i requisiti per ottenere la cittadinanza andorrana o per consentire la possibilità della doppia nazionalità.

Per quanto riguarda la Bosnia-Erzegovina, la Commissione contro il razzismo, pur esprimendo apprezzamento per la tempestiva reazione dei politici agli attacchi contro profughi rimpatriati e le misure adottate per risolvere i problemi della discriminazione cui sono esposti i membri della comunità Rom, denuncia una persistente mancanza di volontà politica di costruire nel paese una società inclusiva. Esiste tuttora una segregazione all’interno del sistema educativo, basata sull’appartenenza etnica degli studenti, e le élite politiche dei tre gruppi etnici principali non si dimostrano disposte ad accettare istituti scolastici integrati. Restano pericolosamente elevate le tensioni interetniche e il discorso di incitamento all’odio è ancora frequentemente utilizzato nei dibattiti pubblici.

La commissione antirazzismo si compiace dei progressi compiuti in Islanda per il rispetto dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT), e del clima positivo di accettazione che si è instaurato nel paese. Esprime tuttavia preoccupazione per il crescente razzismo nel discorso pubblico e per lo scarso numero di inchieste e l’assenza a tutt’oggi di procedimenti penali o di condanne ai sensi della legge sul divieto del discorso di incitamento all’odio. Constata inoltre le difficoltà incontrate dagli immigrati per l’integrazione sociale, l’apprendimento della lingua islandese, l’accesso alle informazioni e l’assenza di eque condizioni di lavoro.

Anche in Lussemburgo la commissione osserva una tendenza positiva per quanto riguarda gli atteggiamenti nei confronti delle persone LGBT. L’ECRI evidenzia un approccio responsabile dei politici e una ferma risposta della magistratura contro il discorso dell’odio, gli sforzi notevoli per garantire un’accoglienza di qualità ai rifugiati e il basso tasso di violenza di stampo razzista e omofobico/transfobico. La xenofobia è tuttavia ampiamente diffusa su Internet; la Costituzione stabilisce il diritto all’uguaglianza unicamente per i cittadini lussemburghesi e il codice penale non prevede la motivazione razzista, né omofobica o transfobica come circostanza aggravante.

L’ECRI ha ugualmente pubblicato oggi le conclusioni sull’attuazione delle sue raccomandazioni specifiche prioritarie da parte di Germania e Belgio.

Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) Strasburgo 28 febbraio 2017
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